martedì 18 ottobre 2011

18.X: SANTA SANTA SANTA MARIA MADRE DI DIO, MADRE E VERGINE




Annunciazione, F. Lippi

Se Maria SS.ma sia morta o meno non è stabilito né specificato in nessun documento.
Tuttavia  le ragioni teologiche che gli “immortalisti” apportano in favore della loro tesi guadagnano sempre più forza.

Colpa e pena – essi dicono – sono correlative così che l’una non può stare senza l’altra. Perciò in Maria Immacolata la preservazione dalla morte è implicita nella preservazione dalla colpa originale, della quale, nel presente ordine, la morte è conseguenza penale, e non una semplice condizione naturale: “per un solo uomo il peccato entrò nel mondo e per il peccato la morte” (San Paolo, Rom. 5,12).

Maria non è una qualunque discendente da Adamo peccatore (quale la considera l’argomentazione “teologica” del B. Giovanni Paolo II), ma è una discendente “singolare”, unica, eccezionale, che non può essere accomunata con altri discendenti, i quali sono tutti “mortali” perché tutti “hanno peccato in Adamo” (San Paolo, Rom., 5, 12). Essa sola, in vista della divina maternità, per privilegio divino non “ha peccato in Adamo”, cioè è stata eccezionalmente preservata dalla colpa originale e quindi doveva anche eccezionalmente essere preservata anche dalla pena, che è la morte del corpo. Non a caso, dopo la proclamazione dell’Immacolata Concezione e la definizione dell’Assunzione il numero dei teologi sostenitori del trapasso diretto di Maria dalla terra al Cielo in anima e corpo è notevolmente aumentato (… finché gli artefici del Vaticano II non hanno imposto uno “stop” allo sviluppo della mariologia –si ricordi il loro empio grido in aula: “De Maria iam satis”, di Maria ne abbiamo abbastanza! - ).
Natività, F. Lippi
La maternità divina, com’è evidente, resta sempre la radice di tutti i privilegi di Maria, dalla iniziale Immacolata Concezione alla sua finale Assunzione senza morte, che sarebbe già implicita nella prima.
Madonna col Bambino e due Angeli, F. Lippi

Vi sono, però, anche altri motivi di convenienza prospettati dagli “immortalisti”.

Ad esempio: era conveniente che conoscesse la morte Colei che aveva generato l’Autore della vita?

Adorazione del Bambino, Filippino Lippi
E ancora: si può mai pensare che Colui, il quale miracolosamente ha assicurato al Corpo di sua Madre la perpetua verginità (prima del parto, durante il parto e dopo il parto), abbia poi abbandonato questo medesimo Corpo  alla corruzione reale, anche se non apparente, della separazione dall’anima?


Altra ragione di convenienza: poiché l’integrità del Corpo immacolato e verginale di Maria fu preservata – per ammissione anche dei “mortalisti” – dal disfacimento cadaverico e quindi anche da quel semidisfacimento che sono la vecchiaia e la malattia, di che “morte” morì Maria? Escluse, infatti, queste uniche cause naturali di morte, che d’altronde non convengono con l’immacolata concezione della Santissima Vergine, non resta che la “morte di amore”, sulla quale convergono anche i “mortalisti”, ma senza negare le difficoltà e il mistero di questa soluzione. Infatti – persino ha giustamente osservato un mariologo “mortalista” – “si vede male perché un eccesso d’amore avrebbe comportato la separazione dell’anima [dal corpo] piuttosto che l’assunzione [diretta] di quel corpo [al Cielo]” (R.Laurentin, Compendio di Mariologia, ed.Paoline, Roma 1956, II ed., p. 172).

La Deposizione. P. Perugino


Si veda anche Pier Carlo Landucci, Maria SS. Nel Vangelo, ed. Paoline, 4a ed., p. 475: “come la veemenza del dolore non le tolse la vita ai piedi della Croce, così non poté togliergliela la veemenza dell’amore”, essendo in Maria tutto perfettamente ordinato nel corpo e negli affetti a motivo del dono d’integrità che in Lei sospese i suoi effetti solo perché, in qualità di Corredentrice, “compatisse” con Cristo e infine con Lui “commorisse” misticamente in cuor suo sul Calvario trafitta dalla spada del dolore (Leone XIII, Iucunda semper).



E’ opportuno ricordare che il Venerabile  Pio XII oltre a non pronunciarsi direttamente sulla morte di Maria nella Bolla di proclamazione della sua gloriosa Assunzione al Cielo, non mancò di palesare la sua “propensione” per la non-morte di Maria 1) rendendo obbligatoria una nuova Messa dell’Assunzione nella quale è stata fatta scomparire ogni allusione alla morte di Maria, presente, invece, nell’antica Messa; 2) cancellando di suo pugno, da una preghiera all’Assunta sottoposta ad approvazione, le parole “dopo la vostra beatissima morte” (v. Pier Carlo Landucci, op. cit., p. 476).
Ora quest’atteggiamento di Pio XII più che una personale “propensione” è un vero dubbio positivo sulla “sentenza più comune” della morte di Maria.



Speriamo passi presto questo triste inverno, e che la Mariologia, oggi in fase di stasi, sperimenti insieme alla Santa Chiesa la sua “primavera”. (Hirpinus).

Come un cervo anela alle sorgenti d'acqua,
Così l'anima mia anela al tuo amore.


AMDG et BVM


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