martedì 31 maggio 2011

RESPICE STELLAM, VOCA MARIAM



"Salus nostra in manu tua est,

o Maria,

respice nos tantum,

et laeti serviemus Regi Domino.


Amen. Alleluia!"


"Gaude virgo mater Christi,
tu qui sola meruisti,
O virgo dulcissima,
esse tantae dignitatis
ut sis sanctae Trinitatis
sessione proxima.

Gaude flore virginali
quae honore speciali
transcendis splendiferum;
et sanctorum decoratum
angelorum principatum
dignitate muneratum.

Gaude nexu voluntatis,
et amplexu caritatis,
juncta sic altissimo,
ut ad votum consequaris,
quod vis totum ac precaris
ab illo.

Gaude splendens vas virtutum,
cujus pendens est ad nutum,
tota caeli curia,
te benignam et felicem,
Jesu dignam genetricem
venerans in gloria.

Gaude sponsa cara Dei,
nam ut clara lux diei
solis datur lumine,
sic tu facis orbem vere,
tuae pacis resplendere
lucis plenitudine.

Gaude mater miserorum,
quia pater saeculorum,
dabit te colentibus,
congruentem hic mercedem,
et felicem polisedem,
regnis in caelestibus.

Gaude parens virgo pura,
certa manens et secura,
quod haec tua gaudia.
Non cessabunt, nec decrescent,
sed durabunt ac florescent
per aeterna saecula.
Amen."
Salutatio B. M. Virginis per eius septem gaudia ab Ipsa s. Thomae cantuariensi tradita



AMDG et BVM

lunedì 30 maggio 2011

ALLELUIA! ALLELUIA! ALLELUIA!




 .......Mentre Gertrude cercava di prepararsi  a  cantare il Mattutino di Pasqua nel raccoglimento di tutti i suoi sensi esterni ed interni, si intonò l'Invitatorio ALLELUIA, ed ella disse al Signore: <<Insegnami, o ottimo fra i Maestri, come possa lodarti devotamente con questi Alleluia che si ripeteranno tanto spesso in questa solennità>>.

 Il Signore rispose: << Potrai degnamente lodarmi con l'Alleluia se ti unirai alle lodi di tutta la corte celeste che mi rivolge questo stesso saluto>>.

 Poi aggiunse: << Osserva che nell'Alleluia si trovano tutte le vocali ad eccezione della vocale o che esprime il dolore; e che al suo posto è ripetuta due volte la prima, cioè la vocale  a  . Lodami dunque per questa vocale a , unendoti a quella sublime lode per cui tutti i Santi con giubilo esaltano la delizia ineffabile che procura alla mia Umanità deificata la mia Divinità, quell'Umanità che è ora elevata alla gloria di una vita interminabile dopo le amarezze della Passione e della morte sofferta per voi.

Con la lettera e loda le ineffabili delizie che mi procura la contemplazione della suprema e indivisa Trinità.

Con la lettera u loda l'inesprimibile incanto che trovo nelle armonie della Trinità sempre adorabile e nelle  lodi incessanti che le rivolgono gli Angeli e gli spiriti beati.

Con la lettera i loda gli ineffabili effluvi che a delizia della mia Umanità spirano dalla Trinità Santissima.

Infine con la vocale  a  sostituita all' o loda l'incomparabile, inestimabile, magnifica effusione di tutta la Divinità nella mia Umanità deificata, poichè essa ora, in cambio della sofferenza della sua Passione e morte, raccoglie il duplice dono dell'immortalità e dell'impassibilità>>.

(Da "Rivelazioni" di S.Gertrude, libro IV, cap. XXVII)

AMDG et BVM

sabato 28 maggio 2011

IL SUO CUORE E' SOLO AMORE




<<Il buon Dio poteva creare un mondo più bello di quello che esiste, ma non poteva dare l'essere ad una creatura più perfetta di Maria.

Il Padre si diletta nel guardare il Cuore della Santissima Vergine, come il capolavoro delle sue mani.

Gesù Cristo, dopo averci dato tutto quello che poteva darci, vuole ancora farci eredi di ciò che c'è di più prezioso, e cioè della sua Santa Madre.

Tutti i santi hanno una grande devozione per la Vergine Santa: nessuna grazia viene dal cielo senza passare per le sue mani.

Ciò che ci deve spingere a rivolgerci con grande fiducia alla Vergine Santa, è che lei è sempre attenta.

Quando si parla di oggetti della terra, della politica... ci si stanca, ma quando si parla della Vergine Santa, è sempre nuovo.

Il mezzo più sicuro per conoscere la volontà di Dio è pregare la nostra buona Madre.

La Santissima Vergine si tiene tra il Figlio suo e noi. Quanto più siamo peccatori, tanto più essa nutre affetto e compassione per noi. Il bambino che è costato più lacrime a sua madre è il più caro al suo cuore. Non corre sempre una madre verso il figlio più debole e più esposto?

Il Cuore di questa Madre è soltanto amore e misericordia; desidera unicamente vederci felici. Basta rivolgersi a lei per essere esauditi>>. 
(San Giovanni Maria Vianney)

Deo gratias et B.V.Mariae!

giovedì 26 maggio 2011

"AVE MARIA, GRATIA PLENA..."




L'Immacolata, tra S. Antonio di Padova,
S. Francesco e S. Bonaventura.



AVE  Chiedi conforto per tutti i sofferenti.
  
MARIA Prega per la perseveranza dei penitenti.
GRATIA PLENA Chiedi il gusto della Grazia per quelli che non lo sentono.
DOMINUS TECUM Chiedi il perdono dei peccatori.

BENEDICTA TU IN MULIERIBUS Chiedi il progresso spirituale per gli incipienti.

ET BENEDICTUS FRUCTUS VENTRIS TUI
Chiedi la perfezione di tutti gli eletti.
IESUS,  "splendor paternae claritatis, et figura substantiae ejus" domanda la vera scienza e l'amore divino per quelli che non lo sentono.
*

Santa Gertrude comprese, per una speciale illuminazione, come la Vergine Maria voleva che fosse recitata l' Ave Maria (cf Rivelaz. Lib. 2, cap. XII).


 
 
DEO GRATIAS, et MARIAE IMMACULATAE.

mercoledì 25 maggio 2011

DUE FONDAMENTI DELLA VITA SPIRITUALE

Chiunque voglia sfuggire i lacci e le insidie finali
dell'Anticristo, ossia del demonio, deve eccitare nel suo
cuore due sentimenti.

Rinunziare a se stesso nell'umiltà

   Anzitutto provi davanti a se stesso il medesimo sentimento
che davanti ad un cadavere, brulicante di vermi, fetente,
nauseante fino a tal punto da doversi turare le narici a
cagione della puzza e rivoltare la faccia per evitare un simile
orrore.
   Ecco, fratello mio, quello che ogni giorno dobbiamo fare, tu
ed io. Io più di te, perché l'intera mia vita è un'infezione, tutto
un'infezione sono io stesso, il mio corpo e l'anima mia e tutto
ciò che sono io, nella feccia e nella putredine de' miei peccati
e delle mie iniquità non è che un fetore e un oggetto d'orrore.
E quello che è peggio, sento che questa infezione si rinnova e
cresce ogni giorno.

   Al sentimento della sua corruzione il servo di Dio deve
aggiungere una confusione profonda alla presenza di Dio,
giudice rigoroso, come davanti a Colui che vede e sa tutto, e
un vivo dolore d'aver offeso Iddio, d'aver perduto la grazia,
frutto del Sangue di Gesù e dell'acqua battesimale.

   Di questa confusione che prova davanti a se stesso e davanti
a Dio, dev'essere pervaso anche davanti agli Angeli, alle
anime sante e perfino davanti a tutti gli uomini.
Deve convincersi ch'egli è un oggetto d'abominazione e di disgusto
per tutti e che le persone non solo sdegnano di occuparsi di
ciò ch'egli dice e fa, ma che sono forzati, davanti a lui, a
turarsi le narici, a rivoltare la faccia per non vederlo, a
rigettarlo come un cadavere putrefatto, a segregarlo dalla
società e a relegarlo come un lebbroso ributtante.
   In quanto al suo corpo, sia persuaso che gli si renderebbe
giustizia strappandogli gli occhi, amputandogli le mani, il
naso e le orecchie, torturandolo in tutti i suoi sensi e in tutte
le sue membra: perché ne ha abusato, arrivando ad offendere
il suo Dio e il suo Creatore. Desideri d'essere disprezzato e
calpestato. Sopporti pazientemente, con somma gioia ed
allegrezza, tutti i rimproveri, le vergogne, le diffamazioni, le
ingiurie, i biasimi e le contraddizioni d'ogni genere.

Unione con la santa umanità di Gesù

   In secondo luogo bisogna che, con un sentimento di totale
sfiducia di te stesso, delle tue buone opere e di tutta la tua
vita, ti volga tutto quanto a nostro Signore Gesù Cristo,
poverissimo, umilissimo, abbeverato d'insulti e di disprezzo,
morto per te, e che t'abbandoni nelle sue braccia, finché non
sii morto ne' tuoi sentimenti umani e Gesù Cristo viva nel tuo
cuore e nell'anima tua.

   Bisogna che, completamente trasformato e trasfigurato, tu
più non abbia nel più intimo di te stesso se non il desiderio di
vedere, d'udire, d'amare Gesù per te confitto in Croce, come
faceva la Vergine Maria. Morto al mondo, vivrai nella fede.
(Dal “Trattato della vita spirituale” di san Vincenzo Ferreri, III, 2).

AMDG et BMV

martedì 24 maggio 2011

E' SCESA LA NOTTE SUL MONDO?

Auxilium Christianorum, ora pro nobis.



     Ave Maria!

     Oggi imposto una lettera già pubblicata  in una rivista francescano-mariana. M’è piaciuta abbastanza  per il tono. Personalmente la condivido in pieno. E’ vero che si dice: “parce sepultis”, però se ancora alcuni loro libri vanno in giro per il mondo seminando oscurità, penso sia doveroso  e sacrosanto fare chiarezza e difendere la verità. La lettera che vi presento ha il pregio della delicatezza unita alla franchezza. Se anni or sono nell’impatto con lo stesso libro di cui qui si parla avessi scritto qualcosa sull’argomento non sarei stato sicuramente così delicato. Un’ultima cosa: Ciò che mi sorprende, oggi come ieri, è  la facilità con cui, a voce o in riviste, si propagandano e si lodano libri del genere, anche da chi dovrebbe essere meglio informato sul tema mariano.
NB. Il sottolineato e l’evidenziatore in  rosso non appartengono all’Autrice.

*
A sentir parlar così della propria Madre… viene da piangere!

     Sono suor Miriam. Collaboro con articoli e studi di taglio spirituale-teologico a diverse riviste mariane. Per questo ho voluto consultare anche il libro di don Tonino Bello Maria, donna dei nostri giorni, edito dalla San Paolo, sperando di trovare materiale adatto a far conoscere sempre più la bellezza e perfezione spirituale di Maria. Dico subito che sono rimasta a dir poco “scioccata” per quello che mi è capitato di leggere!
     Mi sono ritrovata davanti ad una figura di Maria abbassata e degradata ad un livello inferiore a quello di una virtuosa donna comune. L’Autore nell’intento, uso le sue parole, di ricondurre  Maria entro i confini dell’esperienza “terra terra”, che tutti noi viviamo, le “toglie l’aureola”, perché vuole vederla a capo scoperto, vuole ammirarla come donna feriale, ed è sicuro che questa “follia” non è il segno di mode dissacratorie (cf p. 3). Riporto solo alcuni stralci del testo, precisando che il “clima”, lo stile del libro è tutto impostato su tale tenore “dissacratorio”, volendo usare un termine che lo stesso Autore ha intuito potesse essere adatto al suo modo di parlare di Maria Santissima.
     Come tutte le donne di questa terra anche lei <<specchiandosi alla fontana, provò la struggente nostalgia di tutte le donne, quando si accorgono che la giovinezza sta sfiorendo […] Come tutte le mogli,[la Vergine Santissima non è stata mai moglie ma solo e sempre Sposa] avrà avuto anche lei dei momenti di crisi nel rapporto con suo marito,[conseguentemente anche San Giuseppe è stato solo e sempre Sposo castissimo, ma mai marito] del quale, taciturno com’era, non sempre avrà capito i silenzi. Come tutte le madri ha spiato pure lei, tra timori e speranze, nelle pieghe tumultuose dell’adolescenza di suo figlio>> (p. 2). Ma non abbiamo sempre creduto che il silenzio di Giuseppe, uomo giusto, era una virtù e non un difetto?! E Gesù, Uomo Dio, avrà avuto pure Lui un’adolescenza agitata da pieghe tumultuose?! [ma quali pieghe!! Son cose da pazzi. Ogni mamma gioisce per la crescita del figlio e ne conserva i ricordi. Anche nell’adolescenza Gesù fu sintesi di ogni umana perfezione, proteso al lavoro quotidiano e segnato dal sudore e dalla fatica, però mai agitato da …  pieghe tumultuose].
     Nel capitolo “Donna innamorata” pensavo che si trattasse dell’amore di Maria per Dio, innanzi tutto …  E invece mi sono ritrovata a leggere dell’innamoramento di Maria per Giuseppe alla maniera di ogni altra ragazza o ragazzina di oggi: <<Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l’attesa delle feste, l’ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo>> (p. 14). <<Anche lei era come le ragazze innamorate che quando si ritrovano con le amiche non fanno che parlare di “lui”, tanto che le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura>> (p. 14)…[ma davvero costoro non hanno mai sentito parlare della santa Tradizione sulla vita della Figlia di Anna e Gioacchino?!!] Nel capitolo ci sono tanti altri passaggi che degradano l’amore purissimo ed elevatissimo tra Maria e Giuseppe, ma preferisco sorvolare [e fa’ benissimo; perchè davvero ci sono cose,direi, … molto più scabrose ]   e riporto solo il finale di questo capitolo nel quale l’Autore chiede alla Madonna (sic!), tra le altre cose assurde: <<Aiutaci a intuire che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera … da una rotonda sul mare: “Parlami d’amore, Mariù”>> (p. 17). [E’ vero che l’Amore è uno, però è anche puro; se quello che arriva dalla rotonda sul mare non lo è, allora è solo una stonatura che stride con le melodie della cattedrale].
     Dopo l’Annunciazione Maria parte “in fretta” per la montagna di Ain Karen non perché sospinta dallo Spirito Santo e dalla sua inarrivabile carità, come abbiamo sempre pensato, ma per scappare da Nazareth perché <<quell’incredibile chiamata di Dio l’aveva sconvolta […] E allora, per non precipitare nell’abisso, si era aggrappata alla montagna>> (p. 19). Questi tre mesi, accanto a Elisabetta, <<erano bastati per placare i suoi tumulti interiori>> (ibidem). Davanti a queste “elevazioni”, che sanno di “atterramento”, dove va a finire quella Maria proclamata dall’Angelo <<piena di grazia>> (Lc 1,28), <<adombrata dallo Spirito Santo>> (cf Lc 1,34), che in un’estasi di amore, dinanzi al saluto ispirato di Elisabetta, innalza il suo cantico di gratitudine e di umiltà?

     E poi il discorso continua con Maria, “donna della strada”, “donna di servizio”, “donna del popolo”, ecc … fino ad arrivare a “Maria donna che conosce la danza”. Qui sembra che si arrivi quasi al delirio quando l’Autore, parlando di ciò che ha letto in un libro scritto da una nota docente di antropologia nel quale <<vengono scardinate le verità più salde che i credenti hanno sempre professato sul conto della Madonna>> (p. 107), scrive: <<Però, mentre non mi ha scandalizzato più di tanto il sorriso di sufficienza sul suo immacolato concepimento o sulla sua verginale maternità, mi ha dato invece un fastidio incredibile l’insinuazione che lei non sapesse danzare>> (ibidem). Come dire: passi pure il mettere in discussione la sua Immacolata Concezione e la sua Verginità perpetua, dogmi di fede!, ma non passi affatto che Ella non sapesse danzare![A me il fastidio incredibile m’è venuto anche dalla presunzione di chiamar 'mariano' un tale libro].
     E incalza: <<Mi è parso, insomma, un enorme sacrilegio. Un oltraggio alla sua umanità. Un delitto contro ciò che ce la rende più cara: l’irresistibile dolcezza comune alle figlie di Eva>> (ibidem). Ma siamo proprio sicuri che tutte le figlie di Eva hanno in comune un’irresistibile dolcezza? E perché si continua a mettere Maria tra tutte le altre figlie di Eva, quando si sa benissimo che Maria, per la sua Immacolata Concezione, è molto al di sopra di Eva e di tutte le sue figlie?

     Il discorso continua, potrebbe ancora continuare e riportare numerosi altri “voli” dissacratori, ma mi fermo, anche perché  se si conosce e si ama almeno un po’ la Madonna, queste non sono cose piacevoli da leggere… quando si sente parlare così della propria Madre… viene da piangere.
     Chiedo scusa per questa lettera forse troppo lunga, ma non si può rimanere indifferenti davanti a questi errori, lasciando che la bellezza e la santità della Madre di Dio e Madre nostra venga deturpata e abbassata!
Suor Miriam T.
(Da "Il Settimanale di P. Pio", n. 19/2011)

AMDG et BMV

lunedì 23 maggio 2011

SAN PIO DA PIETRELCINA


San Pio



A chi gli chiedeva cosa fosse il confessionale, San Pio da Pietrelcina rispondeva: "E' il trono ove siede la maestà di Dio!".

   Per molti l'incontro con Padre Pio fu decisivo. Credo che potremmo anche noi, ancora oggi, recitare questa preghiera che Padre Pio faceva recitare frequentemente ai suoi penitenti:
 "Il mio passato, o Signore, alla Tua misericordia. Il mio presente al Tuo amore. il mio avvenire alla Tua provvidenza".

    ...Certo bisogna assumere lo sguardo della fede, mantenendo gli occhi puntati verso il Cielo.
 Alla Madonna si era affidato il Santo ed a Lei affidava i suoi numerosi figli spirituali.

   Padre Pio soleva dire: "Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il rosario".

(Da "Il Settimanale di Padre Pio", n. 19/2011).


AMDG et B.V.M.

giovedì 19 maggio 2011

COGITA ET ORA, ORA ET COGITA



  " I libri sono fiumi che irrigano l'universo; sono sorgenti di sapienza; di incommensurabile profondità sono invero i libri: da essi nella sconsolatezza siamo confortati; essi sono la briglia della continenza [...].
   Chiunque legga i libri con assiduità, egli conversa con Dio oppure con gli uomini santi".
 (Cronaca degli anni passati. Anno 1037)

   Occorre fare un serio esame di coscienza: qual'è il nostro rapporto con i libri? E convincerci che la suddetta verità è universale: vale non solo per i monaci, bensì per ogni cristiano, anzi per ogni uomo.

AMDG et BMV

martedì 17 maggio 2011

"DETTI" del Beato Padre frate EGIDIO d'Assisi (1)






TRE COSE nella vita sono altissime e veramente utili, e chi esse possiede non può perdersi. 
 - Prima è se tu porti in pace, per amore di Dio, ogni tribolazione che ti avvenga;
 - l'altra, se di ogni cosa che fai e di ogni cosa che ti è data, tu piuttosto senta più grande umiltà; 
 - ultima, se tu serbi il cuore fedele a quei beni che non possono essere contemplati da occhio umano.
(E' uno dei "Detti" che il beato Padre frate Egidio cavava, con gran dolcezza , dal tesoro traboccante del suo cuore).

AMDG et BMV

VIA BREVE ALLA PERFEZIONE




Nelle Meditazioni e preghiere il grande teologo descrive con parole assai  semplici ed efficaci la "via breve alla perfezione", sottolineando l'importanza della fedeltà nei doveri di ogni giorno: "Se voi mi domandate cosa dovete fare per essere perfetti, io vi rispondo: 
non rimanete a letto dopo l'ora fissata per la levata;
rivolgete i vostri primi pensieri a Dio;
fate una breve visita a Gesù in sacramento;
recitate devotamente l'Angelus;
mangiate e bevete per la gloria di Dio;
recitate bene la vostra corona del Rosario;
siate raccolti;
cacciate i cattivi pensieri;
fate con devozione la vostra meditazione della sera;
esaminate ogni giorno la vostra coscienza;
giunta l'ora coricatevi e sarete già perfetti".
(Beato J. Henry Newman - MD 286).

AMDG et BMV

mercoledì 11 maggio 2011

PREGHIAMO CON I SANTI


Sant'Andrea Avellino pregava così

"Mio Signore e mio Dio, Cristo Gesù
io sono tuo perché mi hai creato a tua immagine.
Sono Tuo, perché, quando mi sono smarrito,
rimanendo schiavo del demonio per la mia superbia e per i miei peccati,
Tu, per amore, ti sei abbassato e umiliato
fino a farti uomo per riscattarmi.
Sono tuo, perché mi hai pagato con il prezzo infinito del tuo preziosissimo sangue,
con la tua dolorosissima passione e morte.

Fa’, Signore mio, che io, per amor tuo,
disprezzi tutte le grandezze, gli onori, la bellezza e ogni vanità di questo mondo
e ami solo te, Dio e unico mio Bene.

Fa’ che, con l’aiuto della tua grazia,
io possa vederti faccia a faccia nella patria del cielo,
dove sarà estinta ogni mia sete e appagato ogni mio desiderio
godendo di te, Dio e unico mio Bene.
Tu sei la fonte viva della vera ed eterna felicità,
per questa fonte mi hai pensato fin dal principio e mi hai creato.

Sono tuo e chiedo di rimaner tuo per sempre.
Concedimi la grazia che l’attaccamento alle cose di questo mondo
non mi separi mai da te, mio Signore e mio Dio.

Benché io abbia commesso molti e gravi peccati,
Tu, Salvatore mio, non hai mai perso la tua misericordia
per salvarmi e glorificarmi.
Essa è più grande di tutti i miei peccati
e di tutti i peccati di tutti gli uomini del mondo.
Perdonami, perciò, e aiutami, mio Dio, per il tuo amore,
tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen."





AMDG et BVM

martedì 10 maggio 2011

NON COSTA TROPPO DIO PER QUANTO COSTI





"SINTESI" DEL “TRATTATO DELLA VITA SPIRITUALE”
di san Vincenzo Ferreri

San Vincenzo Ferreri (1346 – 1419), è l’autore del bellissimo “Trattato della Vita spirituale”, buono e pratico non solo per religiosi bensì per ogni cristiano. Chi lo legge confessa che non ci sono altri libri in cui le virtù sono rappresentate così al vivo. I suoi insegnamenti sono brevi ma sostanziali. Offrono  alla riflessione una materia inesauribile. E quindi sempre nuova.
Oggi però le genti, un po’ distratte, fan fatica a concentrarsi nella lettura d’un trattato sia pur breve. Offro perciò in questo post,  del suddetto Trattato, una sintesi riportata da alcuni manoscritti del XV secolo. Eccola:

     “ Se vuoi arrivare alla meta prefissa [ossia: alla santità], due cose ti sono necessarie:

·       La prima: tieniti lontano da tutte le cose passeggere e terrestri, non prestarci nessuna attenzione, come se non esistessero;

·       La seconda: datti a Dio in modo tale da non dire né fare se non solo quello che crederai sicuramente piacere a Lui.

   Il primo punto lo realizzerai così: Disprezzati quanto puoi e
come puoi, convinto che sei un nulla e che tutti gli altri uomini sono buoni e migliori di te e più riconoscenti con Dio. Tutto quanto senti o vedi nelle persone religiose ed illustri, consideralo sempre fatto o detto con buona intenzione per quanto a volte possa sembrare il contrario. Frequentemente gli umani sospetti ingannano.

     Non dispiacere a nessuno. Non dire mai di te stesso cosa che si volga in tua lode, per quanto possa esserti amico l’interlocutore. Ed ancor più impegnati a nascondere le tue virtù anziché i vizi. Non parlare mai male di nessuno, neppure se le cose fossero vere o conosciute, ma solamente nella confessione, e solo quando non potresti manifestare altrimenti il tuo peccato. Ascolta con gusto se qualcuno viene lodato, più di quando è vituperato.

      Quando parli, le tue parole siano poche, rette, vere, poderose, e trattino di Dio. Se un laico parla con te e tratta cose vane, appena puoi cambia argomento di conversazione e trasportati alle cose di Dio. Tutto ciò che succede a te o ad altri a te vicini, non ti preoccupi. Se è cosa prospera, non rallegrarti; se avversa, non rattristarti, ma considerala niente, e loda Dio.

      Fai possibilmente ogni sforzo per cercare diligentemente ciò che è utile. Rifuggi dal parlare per quanto puoi, perché è meglio tacere che parlare. Dopo la [preghiera di] Compieta non parlar più fino a che la Messa del giorno seguente sia terminata, salve eccezionale motivo. Se notassi qualcosa che non ti piace, esaminati e se c’è in te, toglila. Però, nel caso vedessi o udissi qualcosa che ti piace, scrutati: e se ce l’hai conservala, e se non ce l’hai procuratela, e così tutte le cose staranno per te come in uno specchio.

     Di nulla mormorerai con nessuno, a meno che, per quanto grave sia ciò che pensi, tu creda sia di giovamento. Non asserire né negare mai alcunché in maniera testarda (pertinace), ma le tue asserzioni, negazioni e dubbi siano ornati di prudenza [nel manoscritto: condimentadas con sal]. Astieniti sempre da risate sguaiate. Le risate siano rare. E conversa  con pochi, ma sempre con brevità di parole. Fa’ in modo che con le tue parole si dissolva ogni dubbio.


  Il secondo punto lo raggiungerai in questo modo: Applicati all’orazione con grande devozione e pregala come impegno nelle ore dovute: e quel che porti all’orazione meditalo nel tuo cuore giorno e notte. La lettura alimenti l’orazione.

     Medita diligentemente e immaginati la situazione di coloro per i quali hai pregato

     Memorizza nel tuo profondo cosa sei stato, cosa sei, cosa sarai. Che sei stato una spina puzzolente, che sei un mucchio di sterco, che sarai cibo e alimento di vermi [nel manoscritto: que fuiste una espina fétida, eres un montòn de estiércol, seràs comida y manjar de gusanos]. Immaginati anche i tormenti dei dannati nell’inferno, tormenti che mai finiranno, e come per un così poco godimento ora patiscono tanti mali. Immagina altresì la gloria dei beati in Paradiso, che mai finirà, e che si guadagna con tanta facilità e prontezza. E ugualmente quanto dolore e pianto avranno coloro che per cose così minuscole perdettero una così grande gloria.


      Quando sperimenti o temi un disgusto, pensa che se ti trovassi nell’inferno, quel dispiacere e quant’altro non vorresti, lo avresti, così sopporterai tutto diligentemente per l’amore di Cristo. E quando hai, o desiderassi avere una soddisfazione pensa che se fossi in Paradiso la terresti, insieme a tutto ciò che vorresti avere.

     Quando è la festa di un santo, pensa quante cose sopportò per Dio, anche se per breve tempo, e quali grandi cose raggiunse, che sono eterne. Pensa altresì alla fine dei tormenti dei buoni, e dei godimenti dei cattivi. Questi per i loro illeciti piaceri e divertimenti hanno la pena eterna. I buoni per i loro tormenti ottennero la gloria eterna.

      Nel caso ti vinca la pigrizia, prendi questo scritto, e con diligenza immagina tutto questo, e pensa al tempo che spendi operando così, e come i dannati nell’inferno darebbero per esso tutto il mondo se l’avessero. Se tenessi alcun dolore pensa ai beati del Paradiso che ne sono privi. E ugualmente avendo alcuna consolazione, pensa che i dannati dell’inferno ne sono assolutamente sprovvisti. Quando vai a riposare esaminati su ché pensasti, ché dicesti, ché facesti nel giorno, e se dissipasti il prezioso tempo che ti fu dato per meritarti la vita eterna, e, se l’utilizzasti bene, loda Dio. Se invece te ne servisti male e negligentemente, piangi. E all’indomani non ritardare la confessione. E nel caso abbia fatto o detto qualcosa di cui molto ti rimorde la coscienza, non mangiare prima di confessarti.

      Come conclusione, ti invito a immaginare due città: una, colma di tutti i tormenti, cioè, l’inferno. L’altra, piena di ogni consolazione, come è il paradiso.

      E’ necessario che corra verso una delle due. Osserva bene chi può condurti al male o chi può impedirti il bene. Penso che non l’incontrerai.

      Sono certo che se custodisci le cose sin qui dette, lo Spirito te lo insegnerà tutto e abiterà in te e ti educherà a compiere tutta la tua parte.

      Pertanto, osserva bene queste cose e non omettere nulla. Leggile due volte la settimana, il mercoledì e il sabato. Ove risultassi fedele nel compimento, loda Dio, che è pietoso e misericordioso per i secoli dei secoli. AMEN.
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L'originale è qui:


“Si  quieres  alcanzar  plenamente  lo que intentas, dos cosas te son necesarias:

- primera, que te apartes de todas las cosas transitorias y terrenas, y no te cuides
nada de ellas, como si no existieran;

- segunda, que te des de tal forma a Dios, que nada digas ni hagas sino lo que
creyeres firmemente que le agrada.

Lo primero lo conseguirás de este modo: Despréciate a ti mismo de todas las
maneras en que puedas, creyendo que eres nada y que todos los hombres son buenos y
mejores que tú, y que agradan más a Dios. Todo lo que oigas u observes en las
personas religiosas y famosas, míralo siempre como hecho o dicho con buena intención,
aunque parezca lo contrario. Porque frecuentemente fallan las sospechas humanas.

A nadie disgustes. Nunca hables de ti mismo algo que comporte alabanza, por
más amigo que sea aquel con quien hablas. Es más, trabaja más en ocultar las virtudes
propias que los vicios. De nadie hables mal jamás, aunque sean cosas verdaderas o
manifiestas, a no ser en la confesión, y esto cuando no puedas manifestar de otra manera
tu pecado. Escucha con gusto cuando alguien es alabado, más que cuando es
vituperado.

Cuando hables, tus palabras sean pocas, rectas, verdaderas, poderosas, y sean
también sobre Dios. Si un seglar habla contigo y propone cosas vanas, cuanto antes
puedas corta la conversación y transpórtate a las cosas de Dios. Todo lo que te
acontezca a ti, o a otro unido a ti, no te preocupe. Si es cosa próspera, no te alegres; si
es adversa, no te entristezcas, sino considéralo nada, y alaba a Dios.

Pon, en lo posible, toda solicitud para buscar diligentemente lo que es útil. Huye
de las palabras en cuanto puedas, porque es mejor callar que hablar. Después de las
Completas no hables hasta que la misa del día siguiente haya terminado, a no ser que se
presente una razón mayor. Si vieres algo que no te gusta, mira si está en ti y córtalo.
Mas, si vieres u oyeres algo que te agrada, mira si está en ti y manténlo, y si no lo
tienes, tómalo y así todas las cosas estarán para ti como en un espejo.

De nada murmures con otro, a no ser que creas que es provechoso, por más
grave que sea lo que piensas. Nunca afirmes algo de modo pertinaz, ni tampoco lo
niegues así, sino que tus afirmaciones, negaciones y dudas, estén condimentadas con
sal. Abstente siempre de las carcajadas. Las risas sean raras. Y a pocos prestes
conversación sino brevemente en todas tus palabras. Compórtate de forma que en tus
palabras se disipen las dudas.

Lo segundo lo alcanzarás de este modo: aplícate a la oración con gran devoción
y rézala como tarea en las horas debidas: y lo que llevas a la oración medítalo en tu
corazón día y noche. Lo que leas sea para alimentar la oración.

Medita diligentemente e imagínate el estado de aquellos en cuyo recuerdo las
has rezado.

Ten estas cosas como propias en tu memoria, a saber, qué fuiste, qué eres, qué
serás. Qué fuiste, una espina fétida. Qué eres, un montón de estiércol. Qué serás,
comida y manjar de gusanos. Imagina también las penas de los que están en el infierno,
penas que nunca acabarán, y que por tan poco deleite padecen tantos males. Por otra
parte, imagina la gloria de los que están en el paraíso, que nunca acabará, y cuán pronto
y brevemente se adquiere. Y, lo mismo, cuánto dolor y llanto tendrán los que por cosas
tan pequeñas perdieron tan gran gloria.

Cuando tienes algo que te disgusta, o temes tenerlo, piensa que si estuvieras en
el infierno, aquello y todo lo que no quisieras tener, lo tendrías, y de esta manera lo
soportarás todo diligentemente por el amor de Cristo. Y cuando tienes, o , deseas tener
algo que te agrada, piensa que si estuvieras en el paraíso lo tendrías, con todo lo que
quisieras tener.

Cuando es la fiesta de algún santo, piensa cuántas cosas soportó por Dios,
aunque brevemente, y qué cosas alcanzó, que son eternas. Piensa también que pasaron
los tormentos de los buenos y los gozos de los malos. Estos, por sus indebidas delicias
y gozos, tienen la pena eterna. Y los buenos, con estos tormentos, alcanzaron la gloria
eterna.

Siempre que te venza la pereza, toma este escrito e imagínate con diligencia todo
esto, y piensa el tiempo que pierdes obrando así, de forma que los que están en el
infierno darían todo el mundo si lo tuvieran para ello. Si tienes algunos dolores, piensa
que los que están en el paraíso carecen de ellos. Y, lo mismo, si tienes algún consuelo,
piensa que los del infierno carecen absolutamente de ellos. Cuando vayas a acostarte,
examínate, qué pensaste, qué dijiste, qué hiciste durante el día y cómo el tiempo útil que
se te dio para adquirir la vida eterna, lo disipaste, y, si lo utilizaste bien, alaba a Dios.
Si lo utilizaste mal y negligentemente, llora. Y al día siguiente no retardes la confesión.
Y si hiciste algo, o dijiste, de lo que te remuerde mucho la conciencia, no comas antes
de confesarte.


Como final, pongo que imagines dos ciudades: una, llena de todos los tormentos,
a saber, el infierno. La otra, llena de todo consuelo, como es el paraíso.

Es necesario que corras hacia una de las dos. Mira bien quién te puede llevar al
mal o quién te puede impedir el bien. Pienso que no lo encontrarás.

Estoy seguro que si guardas las cosas que se han dicho, el Espíritu te lo enseñará
todo y habitará en ti y te educará para que lo cumplas todo.

Por tanto, observa bien estas cosas y no omitas nada. Léelas dos veces por
semana, el miércoles y el sábado. Y donde encuentres que las has cumplido, alaba a
Dios, que es piadoso y misericordioso por los siglos de los siglos. AMEN”.


Da: biblioteca.campusdominicano.org/trat_vida_esp.pdf

AMDG et BMV