giovedì 30 giugno 2016

FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI N.S.GESU' CRISTO


Die 1 Julii

PRETIOSISSIMI

SANGUINIS D. N. J. C.

Duplex I Classis



Introitus Apoc. 5, 9-10
REDEMÍSTI nos, Dómine, in sánguine tuo, ex omni tribu, et lingua, et pópulo, et natióne: et fecísti nos Deo nostro regnum. Ps. 88, 2 Misericórdias Dómini in aetérnum cantábo: in generatiónem et generatiónem annuntiábo veritátem tuam in ore meo. V/. Glória Patri.


Oratio


OMNÍPOTENS sempitérne Deus, qui unigénitum Fílium tuum mundi Redemptórem constituísti, ac ejus Sánguine placári voluísti: concéde, quaésumus, salútis nostrae prétium solémni cultu ita venerári, atque a praeséntis vitae malis ejus virtúte deféndi in terris ; ut fructu perpétuo laetémur in caelis. Per eúmdem Dóminum.


* In Missis votivis omittantur verba solémni cultu.
Et fit Commemoratio diei Octavae S. Joannis in Missis privatis tantum.



Léctio Epístolae beáti Pauli Apóstoli ad Hebraéos.

Hebr. 9, 11-15


FRATRES: Christus assístens póntifex futurórum bonórum, per ámplius et perféctius tabernáculum non manufáctum, id est, non hujus creatiónis ; neque per sánguinem hircórum, aut vitulórum, sed per próprium sánguinem introívit semel in Sancta, aetérna redemptióne invénta. Si enim sanguis hircórum, et taurórum, et cinis vítulae aspérsus, inquinátos sanctíficat ad emundatiónem carnis: quanto magis sanguis Christi, qui per Spíritum Sanctum semetípsum óbtulit immaculátum Deo, emundábit consciéntiam nostram ab opéribus mórtuis, ad serviéndum Deo vivénti ? Et ídeo novi testaménti mediátor est: ut morte intercedénte, in redemptiónem eárum praevaricatiónum, quae erant sub prióri testaménto, repromissiónem accípiant, qui vocáti sunt, aetérnae hereditátis, in Christo Jesu Dómino nostro.


Graduale 1 Joann. 5, 6 et 7-8 Hic est qui venit per aquam et sánguinem, Jesus Christus: non in aqua solum, sed in aqua et sánguine. V/. Tres sunt, qui testimónium dant in caelo: Pater, Verbum et Spíritus Sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt, qui testimónium dant in terra: Spíritus, aqua et sanguis: et hi tres unum sunt.
Allelúja , allelúja. V/. Ibid., 9 Si testimónium hóminum accípimus, testimónium Dei majus est. Allelúja.



In Missis votivis post Septuagesimam, omissis Allelúja, et Versu sequenti, dicitur

Tractus Ephes. 1, 6-8 Gratificávit nos Deus in dilécto Fílio suo, in quo habémus redemptiónem per sánguinem ejus. V/. Remissiónem peccatórum, secúndum divítias grátiae ejus, quae superabundávit in nobis. V/. Rom. 3, 24-25 Justificáti gratis per grátiam ipsíus, per redemptiónem, quae est in Christo Jesu. V/. Quem propósuit Deus propitiatiónem per fidem in sánguine ipsíus.

Tempore autem Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:


Allelúja , allelúja. V/. Apoc. 5, 9 Dignus es, Dómine, accípere librum, et aperíre signácula ejus: quóniam occísus es, et redemísti nos Deo in sánguine tuo. Allelúja. V/. Exodi 12, 13 Erit autem sanguis vobis in signum: et vidébo sánguinem, et transíbo vos: nec erit in vobis plaga dispérdens. Allelúja.



+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.

Joann. 19, 30-35


IN illo témpore: Cum accepísset Jesus acétum, dixit: Consummátum est. Et inclináto cápite trádidit spíritum. Judaéi ergo (quóniam Parascéve erat) ut non remanérent in cruce córpora sábbato (erat enim magnus dies ille sábbati), rogavérunt Pilátum, ut frangeréntur eórum crura, et tolleréntur. Venérunt ergo mílites: et primi quidem fregérunt crura, et altérius, qui crucifíxus est cum eo. Ad Jesum autem cum veníssent, ut vidérunt eum jam mórtuum, non fregérunt ejus crura, sed unus mílitum láncea latus ejus apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua. Et qui vidit, testimónium perhíbuit: et verum est testimónium ejus.


Credo.


Offertorium 1 Cor. 10, 16 Calix benedictiónis, cui benedícimus, nonne communicátio sánguinis Christi est ? et panis, quem frángimus, nonne participátio córporis Dómini est ?



Secreta


PER haec divína mystéria, ad novi, quaésumus, testaménti mediatórem Jesum accedámus: et super altária tua, Dómine virtútum, aspersiónem sánguinis mélius loquéntem, quam Abel, innovémus. Per eúmdem Dóminum.


Praefatio de Cruce.


Communio Hebr. 9, 28 Christus semel oblátus est ad multórum exhauriénda peccáta: secúndo sine peccáto apparébit exspectántibus se in salútem.


Postcommunio


AD sacram, Dómine, mensam admíssi, háusimus aquas in gáudio de fóntibus Salvatóris: sanguis ejus fiat nobis, quaésumus, fons aquae in vitam aetérnam saliéntis. Qui tecum vivit.

SANGUIS CHRISTI, INEBRIA ME

mercoledì 29 giugno 2016

Gallerie misteriose e basi e triangoli neri sulla luna

LA LUNA







???

« Ubi Petrus, ibi ergo Ecclesia ».

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE  
IL PRIMATO
DEL SUCCESSORE DI PIETRO
NEL MISTERO DELLA CHIESA


1. Nell'attuale momento della vita della Chiesa, la questione del Primato di Pietro e dei Suoi Successori presenta una singolare rilevanza, anche ecumenica. In questo senso si è espresso con frequenza Giovanni Paolo II, in modo particolare nella Lettera enciclica Ut unum sint, nella quale ha voluto rivolgere specialmente ai pastori ed ai teologi l'invito a « trovare una forma di esercizio del Primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra a una situazione nuova ». 1
La Congregazione per la Dottrina della Fede, accogliendo l'invito del Santo Padre, ha deciso di proseguire l'approfondimento della tematica convocando un simposio di natura prettamente dottrinale su Il Primato del Successore di Pietro, che si è svolto in Vaticano dal 2 al 4 dicembre 1996, e di cui sono stati pubblicati gli Atti. 2  

2. Nel Messaggio rivolto ai partecipanti al simposio, il Santo Padre ha scritto: « La Chiesa Cattolica è consapevole di aver conservato, in fedeltà alla Tradizione Apostolica e alla fede dei Padri, il ministero del Successore di Pietro ».3 Esiste infatti una continuità lungo la storia della Chiesa nello sviluppo dottrinale sul Primato. Nel redigere il presente testo, che compare in appendice al suddetto volume degli Atti,4 la Congregazione per la Dottrina della Fede si è avvalsa dei contributi degli studiosi, che hanno preso parte al simposio, senza però intendere offrirne una sintesi né addentrarsi in questioni aperte a nuovi studi. Queste “Considerazioni” — a margine del Simposio — vogliono solo ricordare i punti essenziali della dottrina cattolica sul Primato, grande dono di Cristo alla sua Chiesa in quanto servizio necessario all'unità e che è stato anche spesso, come dimostra la storia, una difesa della libertà dei Vescovi e delle Chiese particolari di fronte alle ingerenze del potere politico.

I
ORIGINE, FINALITÀ E NATURA DEL PRIMATO

3. « Primo Simone, chiamato Pietro ». 5 Con questa significativa accentuazione della primazia di Simon Pietro, San Matteo introduce nel suo Vangelo la lista dei Dodici Apostoli, che anche negli altri due Vangeli sinottici e negli Atti inizia con il nome di Simone 6 Questo elenco, dotato di grande forza testimoniale, ed altri passi evangelici 7mostrano con chiarezza e semplicità che il canone neotestamentario ha recepito le parole di Cristo relative a Pietro ed al suo ruolo nel gruppo dei Dodici. 8 Perciò, già nelle prime comunità cristiane, come più tardi in tutta la Chiesa, l'immagine di Pietro è rimasta fissata come quella dell'Apostolo che, malgrado la sua debolezza umana, fu costituito espressamente da Cristo al primo posto fra i Dodici e chiamato a svolgere nella Chiesa una propria e specifica funzione. Egli è la rocciasulla quale Cristo edificherà la sua Chiesa;è colui che, una volta convertito, non verrà meno nella fede e confermerà i fratelli; 10 è, infine, il Pastore che guiderà l'intera comunità dei discepoli del Signore. 11
Nella figura, nella missione e nel ministero di Pietro, nella sua presenza e nella sua morte a Roma — attestate dalla più antica tradizione letteraria e archeologica — la Chiesa contempla una profonda realtà, che è in rapporto essenziale con il suo stesso mistero di comunione e di salvezza: « Ubi Petrus, ibi ergo Ecclesia ». 12 La Chiesa, fin dagli inizi e con crescente chiarezza, ha capito che come esiste la successione degli Apostoli nel ministero dei Vescovi, così anche il ministero dell'unità, affidato a Pietro, appartiene alla perenne struttura della Chiesa di Cristo e che questa successione è fissata nella sede del suo martirio.

4. Basandosi sulla testimonianza del Nuovo Testamento, la Chiesa Cattolica insegna, come dottrina di fede, che il Vescovo di Roma è Successore di Pietro nel suo servizio primaziale nella Chiesa universale; 13 questa successione spiega la preminenza della Chiesa di Roma, 14 arricchita anche dalla predicazione e dal martirio di San Paolo.
Nel disegno divino sul Primato come « ufficio dal Signore concesso singolarmente a Pietro, il primo degli Apostoli, e da trasmettersi ai suoi successori », 15 si manifesta già la finalità del carisma petrino, ovvero « l'unità di fede e di comunione » 16 di tutti i credenti. Il Romano Pontefice infatti, quale Successore di Pietro, è « perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli », 17 e perciò egli ha una grazia ministeriale specifica per servire quell'unità di fede e di comunione che è necessaria per il compimento della missione salvifica della Chiesa. 18

5. La Costituzione Pastor aeternus del Concilio Vaticano I indicò nel prologo la finalità del Primato, dedicando poi il corpo del testo a esporre il contenuto o ambito della sua potestà propria. Il Concilio Vaticano II, da parte sua, riaffermando e completando gli insegnamenti del Vaticano I,19 ha trattato principalmente il tema della finalità, con particolare attenzione al mistero della Chiesa come Corpus Ecclesiarum. 20 Tale considerazione permise di mettere in rilievo con maggiore chiarezza che la funzione primaziale del Vescovo di Roma e la funzione degli altri Vescovi non si trovano in contrasto ma in un'originaria ed essenziale armonia. 21
Perciò, « quando la Chiesa Cattolica afferma che la funzione del Vescovo di Roma risponde alla volontà di Cristo, essa non separa questa funzione dalla missione affidata all'insieme dei Vescovi, anch'essi “vicari e legati di Cristo” » (Lumen gentium, n. 27). Il Vescovo di Roma appartiene al loro collegio ed essi sono i suoi fratelli nel ministero. 22 Si deve anche affermare, reciprocamente, che la collegialità episcopale non si contrappone all'esercizio personale del Primato né lo deve relativizzare.

6. Tutti i Vescovi sono soggetti della sollicitudo omnium Ecclesiarum23 in quanto membri del Collegio episcopale che succede al Collegio degli Apostoli, di cui ha fatto parte anche la straordinaria figura di San Paolo. Questa dimensione universale della loro episkopè (sorveglianza) è inseparabile dalla dimensione particolare relativa agli uffici loro affidati. 24 Nel caso del Vescovo di Roma — Vicario di Cristo al modo proprio di Pietro come Capo del Collegio dei Vescovi —, 25 lasollicitudo omnium Ecclesiarum acquista una forza particolare perché è accompagnata dalla piena e suprema potestà nella Chiesa: una potestà veramente episcopale, non solo suprema, piena e universale, ma anche immediata, su tutti, sia pastori che altri fedeli. 26 Il ministero del Successore di Pietro, perciò, non è un servizio che raggiunge ogni Chiesa particolare dall'esterno, ma è iscritto nel cuore di ogni Chiesa particolare, nella quale « è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo »,27 e per questo porta in sé l'apertura al ministero dell'unità. Questa interiorità del ministero del Vescovo di Roma a ogni Chiesa particolare è anche espressione della mutua interiorità tra Chiesa universale e Chiesa particolare. 28
L'Episcopato e il Primato, reciprocamente connessi e inseparabili, sono d'istituzione divina. Storicamente sono sorte, per istituzione della Chiesa, forme di organizzazione ecclesiastica nelle quali si esercita pure un principio di primazia. In particolare, la Chiesa Cattolica è ben consapevole della funzione delle sedi apostoliche nella Chiesa antica, specialmente di quelle considerate Petrine — Antiochia ed Alessandria — quali punti di riferimento
della Tradizione apostolica, intorno a cui si è sviluppato il sistema patriarcale; questo sistema appartiene alla guida della Provvidenza ordinaria di Dio sulla Chiesa, e reca in sé, dagli inizi, il nesso con la tradizione petrina.  29
II
L'ESERCIZIO DEL PRIMATO E LE SUE MODALITÀ

7. L'esercizio del ministero petrino deve essere inteso — perché « nulla perda della sua autenticità e trasparenza » 30 — a partire dal Vangelo, ovvero dal suo essenziale inserimento nel mistero salvifico di Cristo e nell'edificazione della Chiesa. Il Primato differisce nella propria essenza e nel proprio esercizio dagli uffici di governo vigenti nelle società umane: 31 non è un ufficio di coordinamento o di presidenza, né si riduce ad un Primato d'onore, né può essere concepito come una monarchia di tipo politico.
Il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell'obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, laepiskopè del Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. 32 Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l'arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio: ne segue anche il carattere martirologico del suo Primato.

8. Le caratteristiche dell'esercizio del Primato devono essere comprese soprattutto a partire da due premesse fondamentali: l'unità dell'Episcopato e il carattere episcopale del Primato stesso. Essendo l'Episcopato una realtà « una e indivisa », 33 il Primato del Papa comporta la facoltà di servire effettivamente l'unità di tutti i Vescovi e di tutti i fedeli, e « si esercita a svariati livelli, che riguardano la vigilanza sulla trasmissione della Parola, sulla celebrazione sacramentale e liturgica, sulla missione, sulla disciplina e sulla vita cristiana »; 34 a questi livelli, per volontà di Cristo, tutti nella Chiesa — i Vescovi e gli altri fedeli — debbono obbedienza al Successore di Pietro, il quale è anche garante della legittima diversità di riti, discipline e strutture ecclesiastiche tra Oriente ed Occidente.

9. Il Primato del Vescovo di Roma, considerato il suo carattere episcopale, si esplica, in primo luogo, nella trasmissione della Parola di Dio; quindi esso include una specifica e particolare responsabilità nella missione evangelizzatrice, 35 dato che la comunione ecclesiale è una realtà essenzialmente destinata ad espandersi: « Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda ». 36
Il compito episcopale che il Romano Pontefice ha nei confronti della trasmissione della Parola di Dio si estende anche all'interno di tutta la Chiesa. Come tale, esso è un ufficio magisteriale supremo e universale;37 è una funzione che implica un carisma: una speciale assistenza dello Spirito Santo al Successore di Pietro, che implica anche, in certi casi, la prerogativa dell'infallibilità.  38 Come « tutte le Chiese sono in comunione piena e visibile, perché tutti i pastori sono in comunione con Pietro, e così nell'unità di Cristo », 39 allo stesso modo i Vescovi sono testimoni della verità divina e cattolica quando insegnano in comunione con il Romano Pontefice.  40

10. Insieme alla funzione magisteriale del Primato, la missione del Successore di Pietro su tutta la Chiesa comporta la facoltà di porre gli atti di governo ecclesiastico necessari o convenienti per promuovere e difendere l'unità di fede e di comunione; tra questi si consideri, ad esempio: dare il mandato per l'ordinazione di nuovi Vescovi, esigere da loro la professione di fede cattolica; aiutare tutti a mantenersi nella fede professata. Come è ovvio, vi sono molti altri possibili modi, più o meno contingenti, di svolgere questo servizio all'unità: emanare leggi per tutta la Chiesa, stabilire strutture pastorali a servizio di diverse Chiese particolari, dotare di forza vincolante le decisioni dei Concili particolari, approvare istituti religiosi sopradiocesani, ecc. Per il carattere supremo della potestà del Primato, non v'è alcuna istanza cui il Romano Pontefice debba rispondere giuridicamente dell'esercizio del dono ricevuto: « prima sedes a nemine iudicatur ». 41 Tuttavia, ciò non significa che il Papa abbia un potere assoluto. Ascoltare la voce delle Chiese è, infatti, un contrassegno del ministero dell'unità, una conseguenza anche dell'unità del Corpo episcopale e del sensus fideidell'intero Popolo di Dio; e questo vincolo appare sostanzialmente dotato di maggior forza e sicurezza delle istanze giuridiche — ipotesi peraltro improponibile, perché priva di fondamento — alle quali il Romano Pontefice dovrebbe rispondere. L'ultima ed inderogabile responsabilità del Papa trova la migliore garanzia, da una parte, nel suo inserimento nella Tradizione e nella comunione fraterna e, dall'altra, nella fiducia nell'assistenza dello Spirito Santo che governa la Chiesa.

11. L'unità della Chiesa, al servizio della quale si pone in modo singolare il ministero del Successore di Pietro, raggiunge la più alta espressione nel Sacrificio Eucaristico, il quale è centro e radice della comunione ecclesiale; comunione che si fonda anche necessariamente sull'unità dell'Episcopato. Perciò, « ogni celebrazione dell'Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l'ordine episcopale, con tutto il clero e con l'intero popolo. Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama », 42 come nel caso delle Chiese che non sono in piena comunione con la Sede Apostolica.

12. « La Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo ». 43 Anche per questo, l'immutabile natura del Primato del Successore di Pietro si è espressa storicamente attraverso modalità di esercizio adeguate alle circostanze di una Chiesa pellegrinante in questo mondo mutevole.
I contenuti concreti del suo esercizio caratterizzano il ministero petrino nella misura in cui esprimono fedelmente l'applicazione alle circostanze di luogo e di tempo delle esigenze della finalità ultima che gli è propria (l'unità della Chiesa). La maggiore o minore estensione di tali contenuti concreti dipenderà in ogni epoca storica dalla necessitas Ecclesiae. Lo Spirito Santo aiuta la Chiesa a conoscere questa necessitas ed il Romano Pontefice, ascoltando la voce dello Spirito nelle Chiese, cerca la risposta e la offre quando e come lo ritiene opportuno.
Di conseguenza, non è cercando il minimo di attribuzioni esercitate nella storia che si può determinare il nucleo della dottrina di fede sulle competenze del Primato. Perciò, il fatto che un determinato compito sia stato svolto dal Primato in una certa epoca non significa da solo che tale compito debba necessariamente essere sempre riservato al Romano Pontefice; e, viceversa, il solo fatto che una determinata funzione non sia stata esercitata in precedenza dal Papa non autorizza a concludere che tale funzione non possa in alcun modo esercitarsi in futuro come competenza del Primato.

13. In ogni caso, è fondamentale affermare che il discernimento circa la congruenza tra la natura del ministero petrino e le eventuali modalità del suo esercizio è un discernimento da compiersi in Ecclesia, ossia sotto l'assistenza dello Spirito Santo e in dialogo fraterno del Romano Pontefice con gli altri Vescovi, secondo le esigenze concrete della Chiesa. Ma, allo stesso tempo, è chiaro che solo il Papa (o il Papa con il Concilio ecumenico) ha, come Successore di Pietro, l'autorità e la competenza per dire l'ultima parola sulle modalità di esercizio del proprio ministero pastorale nella Chiesa universale.
* * *
14. Nel ricordare i punti essenziali della dottrina cattolica sul Primato del Successore di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede è certa che la riaffermazione autorevole di tali acquisizioni dottrinali offre maggior chiarezza sulla via da proseguire. Tale richiamo è utile, infatti, anche per evitare le ricadute sempre nuovamente possibili nelle parzialità e nelle unilateralità già respinte dalla Chiesa nel passato (febronianesimo, gallicanesimo, ultramontanismo, conciliarismo, ecc). E, soprattutto, vedendo il ministero del Servo dei servi di Dio come un grande dono della misericordia divina alla Chiesa, troveremo tutti — con la grazia dello Spirito Santo — lo slancio per vivere e custodire fedelmente l'effettiva e piena unione con il Romano Pontefice nel quotidiano camminare della Chiesa, secondo il modo voluto da Cristo. 44

15. La piena comunione voluta dal Signore tra coloro che si confessano suoi discepoli richiede il riconoscimento comune di un ministero ecclesiale universale « nel quale tutti i Vescovi si riconoscano uniti in Cristo e tutti i fedeli trovino la conferma della propria fede ». 45 La Chiesa Cattolica professa che questo ministero è il ministero primaziale del Romano Pontefice, successore di Pietro, e sostiene con umiltà e con fermezza « che la comunione delle Chiese particolari con la Chiesa di Roma, e dei loro Vescovi con il Vescovo di Roma, è un requisito essenziale — nel disegno di Dio — della comunione piena e visibile ».46 Non sono mancati nella storia del Papato errori umani e mancanze anche gravi: Pietro stesso, infatti, riconosceva di essere peccatore. 47Pietro, uomo debole, fu eletto come roccia, proprio perché fosse palese che la vittoria è soltanto di Cristo e non risultato delle forze umane. Il Signore volle portare in vasi fragili 48 il proprio tesoro attraverso i tempi: così la fragilità umana è diventata segno della verità delle promesse divine e della misericordia di Dio. 49

Quando e come si raggiungerà la tanto desiderata mèta dell'unità di tutti i cristiani? « Come ottenerlo? Con la speranza nello Spirito, che sa allontanare da noi gli spettri del passato e le memorie dolorose della separazione; Egli sa concederci lucidità, forza e coraggio per intraprendere i passi necessari, in modo che il nostro impegno sia sempre più autentico ». 50 Siamo tutti invitati ad affidarci allo Spirito Santo, ad affidarci a Cristo, affidandoci a Pietro.

+ Joseph Card. Ratzinger, 
Prefetto
+ Tarcisio Bertone, Arcivescovo emerito di Vercelli, Segretario
 

Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, 25-V-1995, n. 95.
Il Primato del Successore di Pietro, Atti del Simposio teologico, Roma 2-4 dicembre 1996, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998.
Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale Joseph Ratzinger, in Ibid, p. 20.
Il Primato del Successore di Pietro nel mistero della Chiesa, Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, in Ibid, Appendice, pp. 493-503. Il testo è pubblicato anche in un apposito fascicolo, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Mt 10,2.
Cf. Mc 3,16; Lc 6,14; At 1,13.
Cf. Mt 14,28-31; 16,16-23 e par.; 19,27-29 e par.; 26,33-35 e par.; Lc22,32; Gv 1,42; 6,67-70; 13,36-38; 21,15-19.
La testimonianza per il ministero petrino si trova in tutte le espressioni, pur differenti, della tradizione neotestamentaria, sia nei Sinottici — qui con tratti diversi in Matteo e in Luca, come anche in San Marco —, sia nel corpo Paolino e nella tradizione Giovannea, sempre con elementi originali, differenti quanto agli aspetti narrativi ma profondamente concordanti nel significato essenziale. Questo è un segno che la realtà petrina fu considerata come un dato costitutivo della Chiesa.
Cf. Mt 16,18.
10 Cf. Lc 22,32.
11 Cf. Gv 21,15-17. Sulla testimonianza neotestamentaria sul Primato cf. anche Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, nn. 90ss.
12 S. Ambrogio di Milano, Enarr. in Ps., 40, 30: PL 14, 1134.
13 Cf. ad esempio S. Siricio I, Lett. Directa ad decessorem, 10-11-385: Denz-Hün, n. 181; Conc. di Lione II, Professio fidei di Michele Paleologo, 6-VII-1274: Denz-Hün, n. 861; Clemente VI, Lett. Super quibusdam, 29-IX-1351: Denz-Hün, n. 1053; Conc. di Firenze, BollaLaetentur caeli, 6-VII-1439: Denz-Hün, n. 1307; Pio IX, Lett. Enc. Qui pluribus, 9-XI-1846: Denz-Hün, n. 2781; Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, cap. 2: Denz-Hün, nn. 3056-3058; Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, cap. IlI, nn. 21-23; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 882; ecc.
14 Cf. S. Ignazio d'Antiochia, Epist. ad Romanos, Intr.: SChr 10, 106-107; S. Ireneo di Antiochia, Adversus haereses, III, 3, 2: SChr 211, 32-33.
15 Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 20.
16 Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, proemio: Denz-Hün, n. 3051. Cf.. S. Leone I Magno, Tract. in Natale eiusdem, IV, 2: CCL 138, p. 19.
17 Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23. Cf.. Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, proemio: Denz-Hün, n. 3051; Giovanni Paolo II, Enc. Ut unum sint, n. 88. Pio IX, Lett. del S. Uffizio ai Vescovi d'Inghilterra, 16-IX-1864: Denz-Hün, n. 2888; Leone XIII, Lett. Enc. Satis cognitum, 29-VI-1896: Denz-Hün, nn. 3305-3310.
18 Cf.. Gv 17,21-23; Conc. Vaticano II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 1; Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 8-XII-1975, n. 77: AAS 68 (1976) 69; Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 98.
19 Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 18.
20  Cf. ibidem, n. 23.
21 Cf. Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, cap. 3: Denz-Hün, n. 3061; cf. Dichiarazione collettiva dei Vescovi tedeschi, genn.-febbr. 1875: Denz-Hün, nn. 3112-3113; Leone XIII, Lett. Enc. Satis cognitum, 29-VI-1896: Denz-Hün, n. 3310; Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 27. Come spiegò Pio IX nell’'Allocuzionedopo la promulgazione della Costituzione Pastor aeternus: « Summa ista Romani Pontificis auctoritas, Venerabiles Fratres, non opprimit sed adiuvat, non destruit sed aedificat, et saepissime confirmat in dignitate, unit in caritate, et Fratrum, scilicet Episcoporum, jura firmat atque tuetur » (Mansi 52, 1336 A/B).
22 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 95.
23 2 Cor 11,28.
24 La priorità ontologica che la Chiesa universale, nel suo essenziale mistero, ha rispetto ad ogni singola Chiesa particolare (cf. Congr. per la Dottrina della Fede, Lett. Communìonis notio, 28-V-1992, n. 9) sottolinea anche l'importanza della dimensione universale del ministero di ogni Vescovo.
25 Cf. Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, cap. 3: Denz-Hün, 3059; Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 22; cf. Conc. Di Firenze, Bolla Laetentur caeli, 6-VII-1439: Denz-Hün, n. 1307.
26 Cf. Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, cap. 3: Denz-Hün, nn. 3060.3064.
Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 22.
27 Conc. Vaticano II, Decr. Christus Dominus, n. 11.
28Cf. Congr. per la Dottrina della Fede, Lett. Communionis Notio,n. 13.
29 Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23; Decr.Orientalium Ecclesiarum, nn. 7 e 9.
30 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 93.
31 Cf. ibidem, n. 94.
32 Cf. Dichiarazione collettiva dei Vescovi tedeschi, genn.-febbr. 1875:Denz-Hün, n. 3114.
33 Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, proemio: Denz-Hün, n. 3051.
34 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 94.
35 Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23; Leone XIII, Lett. Enc. Grande munus, 30-IX-1880: ASS 13 (1880) 145; CIC can. 782 § 1.
36 Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, n. 14. Cf. CIC can. 781.
37 Cf. Conc. Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aetemus, cap. 4: Denz-Hün, nn. 3065-3068.
38 Cf. ibidem: Denz-Hün, nn. 3073-3074; Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25; CIC can. 749 § 1; CCEO can. 597 § 1.
39 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 94.
40 Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25.
41 CIC, can. 1404; CCEO, can. 1058. Cf. Conc. Vaticano I, Cost. dogm.Pastor aeternus, cap. 3: Denz-Hün, n. 3063.
42 Congr. per la Dottrina della Fede, Lett. Communionis notio, n. 14. Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1369.
43 Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 48.
44 Cf. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 15.
45Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 97.
46 Ibidem.
47 Cf. Lc 5,8.
48 Cf. 2 Cor 4,7.
49 Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, nn. 91-94.
50 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ut unum sint, n. 102.

AMDG et BVM

65° Anniversario...

65° Anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI: l'omaggio del blog (YouTube)



LINK DIRETTO SU YOUTUBE

Il 29 giugno 1951 l'allora ventiquattrenne Joseph 
Ratzinger veniva ordinato sacerdote a Frisinga 
insieme al fratello maggiore George.
In questo video, realizzato da Gemma, rivediamo le 

immagini di quel giorno così importante 
arricchite dal racconto del Santo Padre e dalle parole 
scritte dall'allora cardinale Ratzinger 
nell'autobiografia "La mia vita". 
Il video è impreziosito anche da altre immagini che 
hanno visto il futuro Benedetto XVI crescere 
come sacerdote e come uomo.
Auguri, Papa Benedetto! 
Ad multos annos! Le vogliamo bene e La abbracciamo.
Il Blog

P.S. un grandissimo ringraziamento a Gemma per il 
lavoro fatto in questa e in tutte le altre 
occasioni :-)

LA CAMPANA

LA CAMPANA
di Cristina Campo

La campana - il cui nome ha origine in quello di Campania felix - nacque, si pensa, per ispirazione di san Paolino, vescovo di Nola, che per primo avrebbe pensato di convocare i fedeli ai templi cristiani con uno strumento di solido bronzo anziché con le antiche raganelle.

Voce del tempio - per il popolo voce di Dio - la campana divenne mediatrice tra il cielo e la terra: strumento di lode e sollecitazione delle forze celesti e insieme oggetto esorcistico per eccellenza, le cui onde sonore creano e dilatano uno spazio privilegiato, spezzando le energie negative e i "tempestosi spiriti" che insidiano l'area del tempio e l'animo dei fedeli. È quindi naturale che la Chiesa cattolica abbia per secoli dedicato, battezzato, consacrato la campana con cura minuziosa e solenne, come una creatura vivente.

È noto che ad ogni campana è legata una nota musicale: un gruppo di campane forma quindi un armonioso concerto, che varia di chiesa in chiesa e si presta a illimitate varietà di combinazioni. È forse meno noto che ogni campana è dedicata al Reden-
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tore, alla Vergine o a un santo, e ne assume il nome: la Redenta, la Gloriosa, la Giovanna. Su ogni campana è un'iscrizione latina in onore di colui o colei al quale è votata, insieme con una formula di intercessione. 

Nelle comunità monastiche la grande campana chiama alla messa, la seconda ai Vespri, le minori alle diverse ore canoniche. Per le campane nuove è usato quasi sempre anche il bronzo delle antiche, cosicché si può dire che ogni campana sopravviva nell'altra, di generazione in generazione.
Sin dalla sua nascita nella fonderia, la campana è circondata di cerimonie. La stessa arte di fonditore di campane è tramandata per secoli nelle famiglie come una vocazione religiosa. "Mentre nell'immane calore del forno di fusione il bronzo si liquefa, formando un lago d'oro, viene offerto nella fonderia il Divino Sacrificio. Poi sulla massa incandescente discende la benedizione sacerdotale e infine, dopo le invocazioni litaniche alle tre Divine Persone, nel momento in cui viene invocata la Madre di Dio - Sancta Maria -il torrente di fuoco comincia a scorrere ed a riempire la grande forma sepolta nel terreno, accompagnato dal mormorio delle preghiere, recitate da tutti i fonditori" (da un'Omelia per la consacrazione di una campana).

Formata, liberata dalla sua cappa esterna e accuratamente rifinita, la campana è trasportata alla chiesa. Avanti che sia issata sul campanile viene sospesa in chiesa o all'aperto per esservi battezzata e consacrata dal vescovo con solenni orazioni ed esorcismi, le cui formule sono raccolte nel Pontificale romano.

Si recitano cinque salmi penitenziali; il pontefice, a capo scoperto, esorcizza l'acqua e il sale, mischiandoli in modum crucis con lunga orazione: per la loro virtù purificatrice, alla voce della campana che ne sarà aspersa, "recedano le forze insidiose, l'ombra degli spettri, l'incursione dei turbini, la percossa delle folgori, la ferita del tuono, la calamità delle
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tempeste, l'infestazione dei rettili e ogni tempestoso spirito"; alla sua dolce voce si levino nella Chiesa dei santi "il cantico nuovo, le modulazioni del salterio, la soavità dell'organo, la giocondità dei cembali", e ne siano invitate "moltitudini d'Angeli". La campana viene poi interamente lavata all'interno e all'esterno: inizia la lustrazione il vescovo con l'olivo o l'issopo, la proseguono i ministri; dopo, con un lino mondo, la si asterge.

Ora, al canto di tre salmi di lode, il pontefice, mitrato, segna la campana di una croce con l'Olio degli Infermi, ricordando, con altra solenne preghiera, le argentee trombe che Mosè prescrisse nel tempo della immolazione sacerdotale; così durante il Divino Sacrificio, alla voce della campana, segnata dal vessillo della croce, pieghino il ginocchio il cielo, la terra e gli inferni. Altre sette croci vengono poi tracciate con lo stesso Olio all'esterno della campana, quattro all'interno col Sacro Crisma. È questa la vera e propria consacrazione della campana, la cui formula è la seguente:

"Sia santificata e consacrata, Signore, questa campana. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In onore di san... Pace a te". La segue una breve preghiera nella quale si impetra che essa spezzi le frecce dei nemici e l'impeto delle pietre, che il mare possa risponderle, come il Mar Rosso nell'interrogazione profetica, volgendo indietro le sue onde e che, per il Sacro Crisma e l'Olio Santo su di essa effusi, chiunque oda il suono della campana sia liberato da ogni tentazione e resti fermo nella fede cattolica.

Nel turibolo vengono poi messi l'incenso, il rimiamo e la mirra: lo si pone sotto la campana, che ne riceva interamente il profumato vapore, e si invoca che, a somiglianza del Cristo addormentato nella barca, lo Spirito Santo, ridestato dalla melodia soave come dalla cetra di Davide, discenda sul popolo in celeste rugiada.
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Ora il diacono, parato di dalmatica bianca, legge il Vangelo di Marta e Maria - il Vangelo della preghiera contemplativa - che chiude la cerimonia della consacrazione della campana.

da C. CAMPO, Sotto falso nome, a cura di M. FARNETTI, II ed., Milano, Adelphi, 1998, pp. 205-208.

SS. Apostolorum Petri et Pauli ~ I. classis

SS. Apostolorum Petri et Pauli ~ I. classisTempora: Feria quarta infra Hebdomadam VI post Octavam Pentecostes

Sancta Missa

Divinum Officium             Kalendarium
Ante Missam



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Incipit
Sacerdos paratus cum ingreditur ad Altare, facta illi debita reverentia, signat se signo crucis a fronte ad pectus, et clara voce dicit:
In nómine Patris,  et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.

2
Inizio
Il Sacerdote pronto quando entra all'Altare, fatta ivi la debita reverenza, si segna con il segno di croce dalla fronte al petto, e dice ad alta voce:
Nel nome del Padre  e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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Deinde, iunctis manibus ante pectus, incipit Antiphonam:
S. Introíbo ad altáre Dei.
M. Ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
Postea alternatim cum Ministris dicit sequentem:
Ps. 42, 1-5. 
S. Iúdica me, Deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab hómine iníquo et dolóso érue me.
M. Quia tu es, Deus, fortitudo mea: quare me reppulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?
S. Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt, et adduxérunt in montem sanctum tuum et in tabernácula tua.
M. Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.
S. Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus: quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?
M. Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutáre vultus mei, et Deus meus.
S. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
M. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper: et in saecula sæculórum. Amen.
Sacerdos repetit Antiphonam:
S. Introíbo ad altáre Dei.
M. Ad Deum, qui lætíficat iuventútem meam.

3
Quindi, con le mani giunte davanti al petto, comincia l'Antifona:
S. Mi accosterò all'altare di Dio.
M. A Dio che dà letizia alla mia giovinezza.
Alternandosi con il ministro e i fedeli, dice:
Ps. 42, 1-5. 
S. Fammi giustizia, o Dio, e separa la mia causa da quella di una nazione non santa, e liberami dall'uomo iniquo e ingannatore.
M. Perché tu, o Dio, sei la mia forza; perché mi hai tu rigettato? e perché me ne vo contristato, mentre il nemico mi affligge?
S. Manda la tua luce e la tua verità: esse mi guidino e mi conducano al tuo santo monte e ai tuoi tabernacoli.
M. E mi accosterò all'altare di Dio; a Dio che dà letizia alla mia giovinezza.
S. Io ti loderò sulla cetra, o Dio, Dio mio. Perché, o anima mia, sei triste? e perché mi conturbi?
M. Spera in Dio, perché io lo loderò ancora: egli salute della mia faccia, e mio Dio.
S. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
M. Come era in principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
Il Sacerdote ripete l'Antifona:
S. Mi accosterò all'altare di Dio.
M. A Dio che dà letizia alla mia giovinezza.

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Signat se, dicens:
V. Adiutórium nostrum  in nómine Dómini.
R. Qui fecit coelum et terram.
Deinde iunctis manibus profunde inclinatus facit Confessionem.
Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Ioánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et opere: Percutit sibi pectus ter, dicens: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Ioánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, orare pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
M. Misereátur tui omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis tuis, perdúcat te ad vitam ætérnam.
Sacerdos dicit: 
S. Amen,
et erigit se. Deinde Ministri repetunt Confessionem: et ubi a Sacerdote dicebatur vobis, fratres, et vos, fratres, a Ministris dicitur tibi, pater, et te, pater. 
M. Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Ioánni Baptístæ, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sanctis, et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatióne, verbo et opere: mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Ioánnem Baptístam, sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et te, pater, orare pro me ad Dóminum, Deum nostrum.
Postea Sacerdos, iunctis manibus, facit absolutionem, dicens:
S. Misereátur nostri vestri omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis nostris vestris, perdúcat nos vos ad vitam ætérnam.
R. Amen.
Signat se signo crucis, dicens: 
S. Indulgéntiam,  absolutionem et remissiónem peccatórum nostrórum tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.

4
Il sacerdote si segna, e anche i fedeli
V. Il nostro aiuto  è nel nome del Signore
R. Che ha fatto il cielo e la terra.
Il sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente e récita il Confíteor, invocando la testimonianza di tutta la Chiesa
Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a voi, o fratelli, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere: Il sacerdote si batte il petto tre volte, dicendo: per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e voi, o fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.
M. Dio onnipotente, abbia pietà di te, e, perdonati i tuoi peccati, ti conduca alla vita eterna. 
Il Sacerdote dice: 
S. Amen,
e si alza. Quindi i Ministri ripetono la Confessione: e dove dal sacerdote veniva detto a voi, fratelli, e voi, fratelli, dai Ministri viene detto a te, padre, e te, padre. 
M. Confesso a Dio onnipotente, alla beata sempre Vergine Maria, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, di aver molto peccato, in pensieri, parole ed opere: ci si batte il petto per tre volte per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. E perciò supplico la beata sempre Vergine Maria, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi, e te, o padre, di pregare per me il Signore Dio nostro. 
Poi il Sacerdote, a mani giunte, fa l'assoluzione, dicendo:
S. Dio onnipotente abbia pietà di noi voi e, rimessi i nostri vostri peccati, ci vi conduca alla vita eterna.
R. Amen.
Si segna col segno di croce, dicendo:
S. Il Signore onnipotente e misericordioso facciamo un segno di croce  ci accordi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei nostri peccati.
R. Amen.

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Et inclinatus prosequitur:
V. Deus, tu convérsus vivificábis nos.
R. Et plebs tua lætábitur in te.
V. Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
R. Et salutáre tuum da nobis.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Et extendens ac iungens manus, clara voce dicit: 
Orémus, ei ascendens ad Altare, dicit secreto: 
Aufer a nobis, quaesumus, Dómine, iniquitátes nostras: ut ad Sancta sanctórum puris mereámur méntibus introíre. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Deinde, manibus iunctis super Altare, inclinatus dicit: 
Orámus te, Dómine, per mérita Sanctórum tuórum, Osculatur Altare in medio quorum relíquiæ hic sunt, et ómnium Sanctórum: ut indulgére dignéris ómnia peccáta mea. Amen.

5
E prosegue inclinato: 
V. Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
R. E il tuo popolo si rallegrerà in Te.
V. Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
R. E da' a noi la tua salvezza.
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con lo spirito tuo.
Allargando e congiungendo mani, il sacerdote dice a voce alta
Preghiamo, Il sacerdote salendo all'Altare, a voce bassa, domanda ancora la purificazione dei peccati: 
Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con ànimo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Quindi, congiunte le mani sopra l'Altare, inchinato, dice:
Ti preghiamo, o Signore, per i mériti dei tuoi Santi bacia l'Altare nel mezzodei quali son qui le relíquie, e di tutti i tuoi Santi: affinché ti degni di perdonare tutti i miei peccati. Amen.

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Introitus
Acts 12:11
Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum: et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum
Ps 138:1-2
Dómine; probásti me et cognovísti me: tu cognovísti sessiónem meam et resurrectiónem meam.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen
Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum: et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum

6
Introito
Acts 12:11
Adesso riconosco veramente che il Signore ha mandato il suo Angelo: e mi ha liberato dalle mani di Erode e da ogni attesa dei Giudei.
Ps 138:1-2
Signore, tu mi scruti e mi conosci: conosci il mio riposo e il mio cammino.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Adesso riconosco veramente che il Signore ha mandato il suo Angelo: e mi ha liberato dalle mani di Erode e da ogni attesa dei Giudei.

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Kyrie
Qua finita, iunctis manibus, accedit ad medium altaris et, alternatim cum Ministris, dicit:
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Christe, eléison.
M. Christe, eléison.
S. Kýrie, eléison.
M. Kýrie, eléison.
S. Kýrie, eléison.

7
Kyrie
Finita la quale si reca a mani giunte in mezzo all'Altare e, alternandosi con il ministro e i fedeli, dice:
S. Signore, abbi pietà
M. Signore, abbi pietà
S. Signore, abbi pietà
M. Cristo, abbi pietà.
S. Cristo, abbi pietà.
M. Cristo, abbi pietà.
S. Signore, abbi pietà
M. Signore, abbi pietà
S. Signore, abbi pietà

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Gloria
Postea in medio Altaris extendens et iungens manus, caputque aliquantulum inclínans, dicit, si dicendum est, Glória in excélsis Deo, et prosequitur iunctis manibus. Cum dicit Adorámus te, Grátias agimus tibi, et Iesu Christe, et Suscipe deprecatiónem, inclinat caput; et in fine dicens: Cum Sancto Spíritu, signat se a fronte ad pectus.
Gloria in excelsis Deo Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis. Laudámus te. Benedícimus te. Adorámus te. Glorificámus te. Grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam. Dómine Deus, Rex coeléstis, Deus Pater omnípotens. Dómine Fili unigénite, Iesu Christe. Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris. Qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram. Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis. Quóniam tu solus Sanctus. Tu solus Dóminus. Tu solus Altíssimus, Iesu Christe. Cum Sancto Spíritu  in glória Dei Patris. Amen.

8
Gloria
Il sacerdote, in mezzo all'Altare, allargando e congiungendo le mani, col capo un po' inchinato, dice:
Gloria a Dio nell'alto dei cieli. E pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi Ti lodiamo. Ti benediciamo. chiniamo il capo Ti adoriamo. Ti glorifichiamo. chiniamo il capo Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Iddio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, chiniamo il capo Gesù Cristo. Signore Iddio, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati del mondo, chiniamo il capo accogli la nostra supplica. Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Poiché Tu solo il Santo. Tu solo il Signore. Tu solo l'Altissimo, chiniamo il capoGesù Cristo. Con lo Spirito Santo  ci segniamo nella gloria di Dio Padre. Amen.

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Oratio
Deinde osculatur Altare in medio, et versus ad populum dicit: 
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spiritu tuo.
Postea dicit: Orémus, et Orationes, unam aut plures, ut ordo Officii postulat. Sequitur Epistola, Graduale, Tractus, vel Allelúia cum Versu, aut Sequentia, prout Tempus aut qualitas Missæ postulat.
Orémus.
Deus, qui hodiérnam diem Apostolórum tuórum Petri et Pauli martýrio consecrásti: da Ecclésiæ tuæ, eórum in ómnibus sequi præcéptum; per quos religiónis sumpsit exórdium.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.

9
Colletta
Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo, si volge ai fedeli e dice
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Il sacerdote recita le orazioni, una o più come richiesto dall'Ordine dell'Ufficio:
Preghiamo.
O Dio, che consacrasti questo giorno col martirio dei tuoi Apostoli Pietro e Paolo: concedi alla tua Chiesa di seguire in ogni cosa i precetti di coloro, per mezzo dei quali ebbe principio la religione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

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Lectio
Léctio Actuum Apostolórum.
Act 12:1-11
In diébus illis: Misit Heródes rex manus, ut afflígeret quosdam de ecclésia. Occidit autem Iacóbum fratrem Ioánnis gládio. Videns autem, quia placeret Iudaeis, appósuit, ut apprehénderet et Petrum. Erant autem dies azymórum. Quem cum apprehendísset, misit in cárcerem, tradens quatuor quaterniónibus mílitum custodiéndum, volens post Pascha prodúcere eum pópulo. Et Petrus quidem servabátur in cárcere. Orátio autem fiébat sine intermissióne ab ecclésia ad Deum pro eo. Cum autem productúrus eum esset Heródes, in ipsa nocte erat Petrus dórmiens inter duos mílites, vinctus caténis duábus: et custódes ante óstium custodiébant cárcerem. Et ecce, Angelus Dómini ástitit: et lumen refúlsit in habitáculo: percussóque látere Petri, excitávit eum, dicens: Surge velóciter. Et cecidérunt caténæ de mánibus eius. Dixit autem Angelus ad eum: Præcíngere, et cálcea te cáligas tuas. Et fecit sic. Et dixit illi: Circúmda tibi vestiméntum tuum, et séquere me. Et éxiens sequebátur eum, et nesciébat quia verum est, quod fiébat per Angelum: existimábat autem se visum vidére. Transeúntes autem primam et secundam custódiam, venérunt ad portam férream, quæ ducit ad civitátem: quæ ultro apérta est eis. Et exeúntes processérunt vicum unum: et contínuo discéssit Angelus ab eo. Et Petrus ad se revérsus, dixit: Nunc scio vere, quia misit Dóminus Angelum suum, et erípuit me de manu Heródis et de omni exspectatióne plebis Iudæórum.
R. Deo gratias.

10
Epistola
Lettura degli Atti degli Apostoli.
Act 12:1-11
In quei giorni: Il re Erode mise le mani su alcuni membri della Chiesa per maltrattarli. Uccise di spada Giacomo, fratello di Giovanni. E, vedendo che ciò piaceva ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano allora i giorni degli azzimi. Arrestatolo, lo mise in prigione, dandolo in custodia a quattro squadre di quattro soldati ciascuna, volendo farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Pietro, dunque, era custodito nella prigione; ma la Chiesa faceva continua orazione a Dio per lui. Ora, la notte precedente al giorno che Erode aveva stabilito per farlo comparire innanzi al popolo, Pietro, legato da due catene, dormiva fra due soldati, e le sentinelle alla porta custodivano la prigione. Ed ecco apparire un Angelo del Signore e una gran luce splendere nella cella. Toccando Pietro al fianco, lo riscosse, dicendo: Alzati in fretta. E gli caddero le catene dalle mani. L’Angelo gli disse: Mettiti la cintura e infílati i sandali. Pietro obbedí. E l’Angelo: Buttati addosso il mantello e séguimi. Ed egli uscí e lo seguí, senza rendersi conto di quel che l’Angelo gli faceva fare, parendogli un sogno. Oltrepassata la prima e la seconda guardia, giunsero alla porta di ferro che mette in città, ed essa si aprí da sé davanti a loro. E usciti, si avviarono per una strada, e improvvisamente l’Angelo partí da lui. Pietro, allora, tornato in sé, disse: Adesso riconosco davvero che il Signore ha mandato il suo Angelo e mi ha liberato dalle mani di Erode, e da ogni attesa dei Giudei.
R. Grazie a Dio.

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Graduale
Ps 44:17-18
Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui. Dómine.
V. Pro pátribus tuis nati sunt tibi fílii: proptérea pópuli confítebúntur tibi. Allelúia, allelúia.
Matt 18:18
Tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam. Allelúia.

11
Gradual
Ps 44:17-18
Li costituirai príncipi sopra tutta la terra: essi ricorderanno il tuo nome, o Signore.
V. Ai padri succederanno i figli; perciò i popoli Ti loderanno. Alleluia, alleluia.
Matt 18:18
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Allelúia.

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Evangelium
Si vero Sacerdos sine Diacono et Subdiacono celebrat, delato libro ad aliud cornu Altaris, inclinatus in medio, iunctis manibus dicit:
Munda cor meum, ac labia mea, omnípotens Deus, qui labia Isaíæ Prophétæ cálculo mundásti igníto: ita me tua grata miseratióne dignáre mundáre, ut sanctum Evangélium tuum digne váleam nuntiáre. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Iube, Dómine, benedícere. Dóminus sit in corde meo et in lábiis meis: ut digne et competénter annúntiem Evangélium suum. Amen.
Deinde, conversus ad librum, iunctis manibus, dicit: 
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Et pronuntians: Inítium, sive Sequéntia sancti Evangélii, signat librum, et se in fronte, ore et pectore, et legit Evangelium, ut dictum est. Quo finito, respondet Minister: Laus tibi, Christe, et Sacerdos osculatur Evangelium, dicens: per evangelica dicta, ut supra.
Sequéntia  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
R. Gloria tibi, Domine!
Matt 16:13-19
In illo témpore: Venit Iesus in partes Cæsaréæ Philippi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Ioánnem Baptístam, alii autem Elíam, álii vero Ieremíam aut unum ex Prophétis. Dicit illis Iesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Iesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Iona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.
R. Laus tibi, Christe!
S. Per Evangelica dicta, deleantur nostra delicta.

12
Vangelo
Il sacerdote, posto in mezzo all'Altare, aspetta che il ministro ponga il Messale dal lato del Vangelo, rimanendo lì, congiunge le mani sul petto, alza gli occhi a Dio e, riabbassandoli, profondamente inchinato, a voce bassa dice:
Mondami il cuore e le labbra, o Dio onnipotente, che mondasti con acceso carbone le labbra del profeta Isaia; con la tua benigna misericordia degnati di mondarmi in modo che io possa annunziare degnamente il tuo santo Vangelo. Per il Cristo nostro Signore. Amen.
Degnati, o Signore, di benedirmi. Il Signore mi sia nel cuore e sulle labbra: affinché in un modo degno e conveniente io annunzi il suo Vangelo. Amen.
Detto questo, il sacerdote va al Messale e, rimanendovi rivolto, dice a voce alta
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Quindi il sacerdote, col pollice della mano destra, traccia un segno di croce, prima sul Messale, all'inizio del Vangelo che si deve leggere, poi su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo:
Séguito  del S. Vangelo secondo Matteo.
R. Gloria a Te, o Signore!
Matth 16:13-19
In quel tempo: Gesú, venuto nei dintorni di Cesarea di Filippo, cosí interrogò i suoi discepoli: Gli uomini chi dicono che sia il Figlio dell’uomo? Essi risposero: Alcuni dicono che è Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora Geremia o qualche altro profeta. Disse loro Gesú: E voi, chi dite che io sia? Simone Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente. E Gesú: Beato sei tu, Simone figlio di Giona, perché non la carne o il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Io darò a te le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto anche nei cieli.
R. Lode a Te, o Cristo.
S. Per questi evangelici detti siano perdonati i nostri peccati. 

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Credo
Deinde ad medium Altaris extendens, elevans et iungens manus, dicit, si dicendum est, Credo in unum Deum, et prosequitur iunctis manibus. Cum dicit Deum, caput Cruci inclinat: quod similiter facit, cum dicit Iesum Christum, et simul adorátur. Ad illa autem verba Et incarnátus est, genuflectit usque dum dicatur Et homo factus est. In fine ad Et vitam ventúri saeculi, signat se signo crucis a fronte ad pectus. 
Credo in unum Deum, Patrem omnipoténtem, factórem coeli et terræ, visibílium ómnium et in visibílium. Et in unum Dóminum Iesum Christum, Fílium Dei unigénitum. Et ex Patre natum ante ómnia saecula. Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum verum de Deo vero. Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem ómnia facta sunt. Qui propter nos hómines et propter nostram salútem descéndit de coelis. Hic genuflectitur Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex María Vírgine: Et homo factus est. Crucifíxus étiam pro nobis: sub Póntio Piláto passus, et sepúltus est. Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras. Et ascéndit in coelum: sedet ad déxteram Patris. Et íterum ventúrus est cum glória iudicáre vivos et mórtuos: cuius regni non erit finis. Et in Spíritum Sanctum, Dóminum et vivificántem: qui ex Patre Filióque procédit. Qui cum Patre et Fílio simul adorátur et conglorificátur: qui locútus est per Prophétas. Et unam sanctam cathólicam et apostolicam Ecclésiam. Confíteor unum baptísma in remissiónem peccatórum. Et exspécto resurrectiónem mortuórum. Et vitam ventúri saeculi. Amen.

13
Credo 
Il sacerdote, in mezzo all'Altare, allarga, eleva e congiunge le mani, e dice il Credo. 
Credo chiniamo la testa in un solo Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili.
E in un solo Signore, chiniamo la testa Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio. Nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre: per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. ci inginocchiamo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria: e si è fatto uomo. ci rialziamo Fu crocifisso per noi: sotto Ponzio Pilato morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture. È salito al cielo: siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita: e procede dal Padre e dal Figlio. E con il Padre e il Figlio è chiniamo la testa adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei Profeti. Credo la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica. Confesso un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti. E la vita  del mondo che verrà. facciamo il segno di croce. Amen.

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Offertorium
Deinde osculatur Altare, et versus ad populum, dicit: 
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Postea dicit: Orémus, et Offertorium. 
Orémus
Ps 44:17-18
Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui, Dómine, in omni progénie et generatióne.

14
Offertorio
Il sacerdote, baciato l'Altare in mezzo e congiunte le mani sul petto, si volge verso i fedeli, e allargando e congiungendo le mani dice:
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Poi a mani giunte si volge all'Altare, allarga e congiunge le mani, china il capo alla Croce e dice Preghiamo e l'Antifona dell'Offertorio.
Preghiamo
Ps 44:17-18
Li costituirai príncipi su tutta la terra: essi ricorderanno il tuo nome, o Signore, di generazione in generazione.

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Quo dicto, si est Missa sollemnis, Diaconus porrigit Celebranti Patenam cum Hostia: si privata, Sacerdos ipse accipit Patenam cum Hostia, quam offerens, dicit:
Suscipe, sancte Pater, omnipotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi, et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen.

15
Detta l'Antifona, il sacerdote prende la patena con l'ostia e tenendole alzate fino al petto con entrambe le mani, elevati gli occhi a Dio e subito riabbassandoli, dice:
Accetta, Padre santo, onnipotente eterno Iddio, questa ostia immacolata, che io, indegno servo tuo, offro a Te Dio mio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese e negligenze mie, e per tutti i circostanti, come pure per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti, affinché a me ed a loro torni di salvezza per la vita eterna. Amen. 

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Deinde faciens crucem cum eadem Patena, deponit Hostiam super Corporale. Diaconus ministrat vinum, Subdiaconus aquam in Calice: vel si privata est Missa, utrumque infundit Sacerdos, et aquam miscendam in Calice benedicit signo crucis, dicens:
Deus, qui humánæ substántiæ dignitátem mirabíliter condidísti, et mirabílius reformásti: da nobis per huius aquæ et vini mystérium, eius divinitátis esse consórtes, qui humanitátis nostræ fíeri dignátus est párticeps, Iesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus: per ómnia saecula sæculórum. Amen.

16
Fatto un segno di croce con la patena, il sacerdote depone l'ostia sul corporale. Il diacono - o il ministro - mesce il vino nel calice; il suddiacono - o il ministro - mesce l'acqua; quindi il sacerdote, li benedice con un segno di croce, e dice:
O Dio, che in modo meraviglioso creasti la nobile natura dell'uomo, e più meravigliosamente ancora l'hai riformata, concedici di diventare, mediante il mistero di quest'acqua e di questo vino, consorti della divinità di Colui che si degnò farsi partecipe della nostra umanità, Gesù Cristo tuo Figlio, Nostro Signore, che è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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Postea accipit Calicem, et offert dicens:
Offérimus tibi, Dómine, cálicem salutáris, tuam deprecántes cleméntiam: ut in conspéctu divínæ maiestátis tuæ, pro nostra et totíus mundi salute, cum odóre suavitátis ascéndat. Amen.
Deinde facit signum crucis cum Calice, et illum ponit super Corporale, et Palla cooperit: tum, iunctis manibus super Altare, aliquantulum inclinatus, dicit:
In spíritu humilitátis et in ánimo contríto suscipiámur a te, Dómine: et sic fiat sacrifícium nostrum in conspéctu tuo hódie, ut pláceat tibi, Dómine Deus.
Erectus expandit manus, easque in altum porrectas iungens, elevátis ad coelum oculis et statim demissis, dicit:
Veni, sanctificátor omnípotens ætérne Deus: Benedicit Oblata, prosequendo:et bene  dic hoc sacrifícium, tuo sancto nómini præparátum.

17
Il sacerdote, stando in mezzo all'Altare, prende il calice, con la destra sul nodo sotto la coppa e con la sinistra alla base, lo tiene elevato, alza gli occhi a Dio, e lo offre dicendo:
Ti offriamo, o Signore, questo calice di salvezza, e scongiuriamo la tua clemenza, affinché esso salga come odore soave al cospetto della tua divina maestà, per la salvezza nostra e del mondo intero. Amen.
Quindi, fatto un segno di croce col calice, lo poggia sul corporale e lo copre con la palla; poi, congiunte le mani sopra l'Altare, un po' inchinato, dice sottovoce:
Con spirito di umiltà e con animo contrito, possiamo noi, o Signore, esserti accetti, e il nostro sacrificio si compia oggi alla tua presenza in modo da piacere a Te, o Signore Dio.
Il sacerdote si erge, eleva gli occhi al cielo, allarga le mani, le alza, le congiunge sul petto, e un po' curvato dice: 
Vieni, Dio eterno, onnipotente, santificatore, benedice con la mano destra l'ostia e il calice insieme, mentre tiene la sinistra poggiata sull'Altare e  benedici questo sacrificio preparato nel tuo santo nome. 

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Sacerdos lavat manus, dicens:
Ps. 25, 6-12. 
Lavábo inter innocéntes manus meas: et circúmdabo altáre tuum. Dómine: Ut áudiam vocem laudis, et enárrem univérsa mirabília tua. Dómine, diléxi decórem domus tuæ et locum habitatiónis glóriæ tuæ. Ne perdas cum ímpiis, Deus, ánimam meam, et cum viris sánguinum vitam meam: In quorum mánibus iniquitátes sunt: déxtera eórum repléta est munéribus. Ego autem in innocéntia mea ingréssus sum: rédime me et miserére mei. Pes meus stetit in dirécto: in ecclésiis benedícam te, Dómine.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen

18
Intanto il sacerdote si lava le mani, dicendo:
Ps. 25, 6-12. 
Laverò fra gli innocenti le mie mani: ed andrò attorno al tuo altare, o Signore: Per udire voci di lode, e per narrare tutte quante le tue meraviglie. O Signore, ho amato lo splendore della tua casa, e il luogo ove abita la tua gloria. Non perdere insieme con gli empi, o Dio, l'anima mia, né la mia vita con gli uomini sanguinari: Nelle cui mani stanno le iniquità: e la cui destra è piena di regali. . Io invece ho camminato nella mia innocenza: riscàttami e abbi pietà di me. Il mio piede è rimasto sul retto sentiero: ti benedirò nelle adunanze, o Signore.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

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Deinde, aliquantulum inclinatus in medio Altaris, iunctis manibus super eo, dicit:
Súscipe, sancta Trinitas, hanc oblatiónem, quam tibi offérimus ob memóriam passiónis, resurrectiónis, et ascensiónis Iesu Christi, Dómini nostri: et in honórem beátæ Maríæ semper Vírginis, et beáti Ioannis Baptistæ, et sanctórum Apostolórum Petri et Pauli, et istórum et ómnium Sanctórum: ut illis profíciat ad honórem, nobis autem ad salútem: et illi pro nobis intercédere dignéntur in coelis, quorum memóriam ágimus in terris. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

19
Quindi, un po' inchinato in mezzo all'Altare, con le mani giunte poggiate su di esso, il sacerdote dice:
Accetta, o Santissima Trinità, questa offerta che ti facciamo in memoria della passione, risurrezione e ascensione di nostro Signore Gesù Cristo, e in onore della beata sempre Vergine Maria, di san Giovanni Battista, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, di questi [martiri le cui reliquie sono nell'Altare], e di tutti i Santi, affinché ad essi sia d'onore e a noi di salvezza, e si degnino d'intercedere per noi in Cielo, mentre noi facciamo memoria di loro in terra. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

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Postea osculatur Altare, et versus ad populum extendens, et iungens manus, voce paululum elevata, dicit:
S. Oráte, fratres: ut meum ac vestrum sacrifícium acceptábile fiat apud Deum Patrem omnipoténtem.
Minister, seu circumstantes respondent: alioquin ipsemet Sacerdos:
M. Suscípiat Dóminus sacrifícium de mánibus tuis vel meis ad laudem et glóriam nominis sui, ad utilitátem quoque nostram, totiúsque Ecclésiæ suæ sanctæ.
Sacerdos submissa voce dicit: 
S. Amen.
Deinde, manibus extensis, absolute sine Orémus subiungit Orationes secretas.

Secreta
Hóstias, Dómine, quas nómini tuo sacrándas offérimus, apostólica prosequátur orátio: per quam nos expiári tríbuas et deféndi.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.

20
Il sacerdote bacia l'Altare, si volge verso i fedeli, allarga e congiunge le mani, e a voce alta dice:
S. Pregate, fratelli, e prosegue a voce bassa, volgendosi di nuovo all'Altare affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente.
Il ministro e i fedeli rispondono:
M. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa.
Il Sacerdote dice a voce bassa: 
S. Amen.
Quindi, allargate le mani, senza dire Oremus, récita le orazioni segrete. 

Secreta
Le offerte, o Signore, che Ti presentiamo, affinché siano consacrate al tuo nome, vengano accompagnate dalla preghiera degli Apostoli, mediante la quale Tu ci conceda perdono e protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

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Praefatio
Quibus finitis, cum pervenerit ad conclusionem, clara voce dicit: Per ómnia saecula sæculórum, cum Præfatione, ut in sequentibus. Præfationem incipit ambabus manibus positis hinc inde super Altare: quas aliquantulum elevat, cum dicit: Sursum corda. Iungit eas ante pectus, et caput inclinat, cum dicit: Grátias agamus Dómino, Deo nostro. Deinde disiungit manus, et disiunctas tenet usque ad finem Præfationis: qua finita, iterum iungit eas, et inclinatus dicit: Sanctus. Et cum dicit: Benedíctus, qui venit, signum crucis sibi producit a fronte ad pectus.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habémus ad Dóminum.
V. Grátias agámus Dómino, Deo nostro.
R. Dignum et iustum est.

de Apostolis
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor ætérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti præésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

21
Prefatio
Quindi, allargate le mani, senza dire Oremus, récita le orazioni segrete. Giunto alla conclusione, a voce alta dice: Per tutti i secoli dei secoli. Finiti i quali, il sacerdote, in mezzo all'Altare, con le mani allargate e poggiate su di esso, dice a voce alta tutto il Prefazio. Alza le mani allargate, all'altezza del petto, con le palme che si guardano, quando dice: In alto i cuori. Congiunge le mani sul petto, china il capo, quando dice: Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. Il sacerdote allarga le mani, con le palme che si guardano, e le tiene così fino alla fine del Prefazio. Quando dice Sanctus, congiunge le mani sul petto e prosegue a voce più bassa. Quando dice Benedictus qui venit, si rialza e si segna.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
R. È cosa degna e giusta.

degli Apostoli
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli esérciti I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

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Canon
Finita præfatione, sacerdos extendens, elevans aliquantulum et iungens manus, elevansque ad cælum oculos, et statim demittens, profunde inclinatus ante Altare, manibus super eo positis, dicit :
Te igitur, clementíssime Pater, per Iesum Christum, Fílium tuum, Dóminum nostrum, súpplices rogámus, ac pétimus, osculatur Altare et, iunctis manibus ante pectus, dicit: uti accepta habeas et benedícas, Signat ter super Hostiam et Calicem simul, dicens: hæc  dona, hæc  múnera, hæc sancta sacrifícia illibáta, Extensis manibus prosequitur: in primis, quæ tibi offérimus pro Ecclésia tua sancta cathólica: quam pacificáre, custodíre, adunáre et régere dignéris toto orbe terrárum: una cum fámulo tuo Papa nostro Benedicto et Antístite nostro nomen Episcopi et ómnibus orthodóxis, atque cathólicæ et apostólicae fídei cultóribus. 

22
Canone
Te dunque, o clementissimo Padre, per Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore, noi supplichiamo e preghiamo bacia l'Altare e, congiunte le mani davanti al petto, prosegue di aver grati e di benedire fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice, dicendo questi  doni, questi  regali, questi  santi ed illibati sacrifici allargate le mani, prosegue che noi ti offriamo, anzitutto per la tua santa Chiesa Cattolica, affinché ti degni pacificarla, custodirla, riunirla e governarla in tutto il mondo, insieme con il tuo servo e Papa nostro , e col nostro Vescovo , e con tutti i veri credenti e seguaci della cattolica ed apostolica fede.

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Commemoratio pro vivis
Meménto, Dómine, famulórum famularúmque tuarum N. et N. Iungit manus, orat aliquantulum pro quibus orare intendit: deinde manibus extensis prosequitur: et ómnium circumstántium, quorum tibi fides cógnita est et nota devótio, pro quibus tibi offérimus: vel qui tibi ófferunt hoc sacrifícium laudis, pro se suísque ómnibus: pro redemptióne animárum suárum, pro spe salútis et incolumitátis suæ: tibíque reddunt vota sua ætérno Deo, vivo et vero.

23
Meménto dei vivi díttici
Ricordati, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. congiunge le mani e prega un po’ per coloro per i quali intende pregare; quindi stende le mani e proseguee di tutti i circostanti, di cui conosci la fede e la devozione, pei quali ti offriamo o che ti offrono questo sacrificio di lode, per sé e per tutti i loro cari, a redenzione delle loro ànime, per la sperata salute e incolumità; e rendono i loro voti a Te, o eterno Iddio vivo e vero. 

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Communicántes, et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis Dei et Dómini nostri Iesu Christi: sed et beati Ioseph, eiusdem Virginis Sponsi,
et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Iacóbi, Ioánnis, Thomæ, Iacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Ioánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Iungit manus Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

24
Uniti in comunione e venerando anche la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Genitrice del nostro Dio e Signore Gesú Cristo e poi del beato Giuseppe Sposo della stessa Vergine,
e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Congiunge le mani Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

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Tenens manus expansas super Oblata, dicit:
Hanc igitur oblatiónem servitutis nostræ, sed et cunctae famíliæ tuæ,
quaesumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi, et in electórum tuórum iúbeas grege numerári. Iungit manus Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.

25
tiene le mani allargate sulle offerte
Ti preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia;
fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti.
Congiunge le mani Per Cristo nostro Signore. Amen. 
Quam oblatiónem tu, Deus, in ómnibus, quaesumus, Signat ter super Oblata, bene  díctam, adscríp  tam, ra  tam, rationábilem, acceptabilémque fácere dignéris: Signat semel super Hostiam, ut nobis Cor pus, et semel super Calicem, et San  guis fiat dilectíssimi Fílii tui, Iungit manus, Dómini nostri Iesu Christi. La quale offerta Tu, o Dio, dégnati, te ne supplichiamo, di rendere in tutto e per tutto fa tre segni di croce sopra le offerte bene  detta, ascrit  ta, ratifi  cata, ragionevole e accettabile fa un segno di croce sull'ostia affinché diventi per noi il Cor  po e uno sul calice e il San  gue del tuo dilettissimo Figlio congiunge le mani nostro Signore Gesù Cristo.
Qui prídie quam paterétur, Accipit Hostiam, accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas, Elevat oculos ad coelum, elevátis óculis in coelum ad te Deum, Patrem suum omnipoténtem, Caput inclinat, tibi grátias agens, Signat super Hostiam, bene  dixit, fregit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et manducáte ex hoc omnes. Il Quale nella vigilia della Passione prende l'ostia preso del pane nelle sue sante e venerabili mani alza gli occhi al cielo, alzati gli occhi al cielo, a Te Dio Padre suo onnipotente china il capo rendendoti grazie, fa un segno di croce sull'ostia lo bene  disse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e mangiatene tutti: 

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Tenens ambabus manibus Hostiam inter indices et pollices, profert verba consecrationis secrete, distincte et attente super Hostiam, et simul super omnes, si plures sint consecrandæ.

HOC EST ENIM CORPUS MEUM.

Quibus verbis prolatis, statim Hostiam consecratam genuflexus adorat: surgit, ostendit populo, reponit super Corporale, et genuflexus iterum adorat: nec amplius pollices et indices disiungit, nisi quando Hostia tractanda est, usque ad ablutionem digitorum.

28
Tenendo con ambo le mani l’ostia tra gli indici e i pollici, dice sull’ostia le parole della consacrazione: distintamente e accuratamente; così come sulle altre ostie, se ve ne sono da consacrare.

QUESTO È IL MIO CORPO.

Dette queste parole, subito genuflette e adora l’Ostia consacrata: si rialza, La eleva per mostrarLa ai fedeli, La ripone sul corporale, e, genuflesso La adora ancora. Non disgiunge più gli indici dai pollici fino all’abluzione delle dita, tranne che non debba prendere l’Ostia.

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Tunc, detecto Calice, dicit:
Símili modo postquam coenátum est, Ambabus manibus accipit Calicem,accípiens et hunc præclárum Cálicem in sanctas ac venerábiles manus suas: item Caput inclinat, item tibi grátias agens, Sinistra tenens Calicem, dextera signat super eum, bene  dixit, dedítque discípulis suis, dicens: Accípite, et bíbite ex eo omnes.

29
Quindi, preso il calice, dice: v. Nello stesso modo, dopo aver cenato con ambo le mani prende il calice, preso nelle sue sante e venerabili mani anche questo glorioso calice: di nuovo china il capo rendendoti grazie, tenendo con la sinistra il calice, vi traccia sopra un segno di croce lo bene  disse, e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e bevetene tutti: 

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Profert verba consecrationis super Calicem, attente, continuate, et secrete, tenens illum parum elevatum.

HIC EST ENIM CALIX SANGUINIS MEI, NOVI ET AETERNI TESTAMENTI: MYSTERIUM FIDEI: QUI PRO VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDETUR IN REMISSIONEM PECCATORUM.


Quibus verbis prolatis, deponit Calicem super Corporale, et dicens secrete:
Hæc quotiescúmque fecéritis, in mei memóriam faciétis.
Genuflexus adorat: surgit, ostendit populo, deponit, cooperit, et genuflexus iterum adorat.

30
dice le parole della consacrazione sul calice: accuratamente e senza interruzione; tenendolo un po’ elevato

QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE, DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA: MISTERO DI FEDE: IL QUALE PER VOI E PER MOLTI SARÀ SPARSO IN REMISSIONE DEI PECCATI.


dette queste parole, depone il Calice sul corporale, e dice:
Ogni qual volta farete questo, lo fate in memoria di me.
genuflesso adora il Calice: si rialza, Lo eleva per mostrarLo ai fedeli, Lo depone, Lo copre, e, genuflesso Lo adora ancora.

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Deinde disiunctis manibus dicit:
Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiusdem Christi Fílii tui, Dómini nostri, tam beátæ passiónis, nec non et ab ínferis resurrectiónis, sed et in coelos gloriósæ ascensiónis: offérimus præcláræ maiestáti tuæ de tuis donis ac datis, Iungit manus, et signat ter super Hostiam, et Calicem simul, dicens: hóstiam  puram, hóstiam sanctam, hóstiam  immaculátam, Signat semel super Hostiam, dicens: Panem sanctum vitæ ætérnæ, et semel super Calicem, dicens: et Calicem salútis perpétuæ.

31
Quindi, allargate le mani, dice:
Onde anche noi tuoi servi, o Signore, come pure il tuo santo popolo, ricordando la beata Passione del medesimo Cristo tuo Figlio, nostro Signore, e certo anche la sua Risurrezione dagli inferi e la sua gloriosa Ascensione in cielo: offriamo all'eccelsa tua maestà, delle cose che ci hai donate e date congiunge le mani e fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice, e dicel'Ostia  pura, l'Ostia  santa, l'Ostia  immacolata, traccia un segno di croce sull'Ostia, e dice il Pane  santo della vita eterna e un segno di croce sul Calice, dicendo e il Calice  della perpetua salvezza. 

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Extensis manibus prosequitur:
Supra quæ propítio ac seréno vultu respícere dignéris: et accépta habére, sicúti accépta habére dignátus es múnera púeri tui iusti Abel, et sacrifícium Patriárchæ nostri Abrahæ: et quod tibi óbtulit summus sacérdos tuus Melchísedech, sanctum sacrifícium, immaculátam hóstiam.

32
allargate le mani, prosegue: v. Su questi doni, con propizio e sereno volto, dégnati di guardare e di gradirli, come ti degnasti gradire i doni del tuo giusto servo Abele e il sacrificio del nostro Patriarca Abramo e quello che ti offrì il tuo sommo sacerdote Melchisedech, santo sacrificio, immacolata ostia. 

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Profunde inclinatus, iunctis manibus et super Altare positis, dicit:
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: iube hæc perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divínæ maiestátis tuæ: ut, quotquot Osculatur Altare, ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Iungit manus, et signat semel super Hostiam, et semel super Calicem, Cor  pus, et Sán  guinem sumpsérimus, Seipsum signat, dicens:omni benedictióne coelésti et grátia repleámur. Iungit manus. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

33
molto inchinato, congiunge le mani, le poggia sull’Altare, e dice:
Supplici ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che questi doni, per le mani dell'Angelo tuo santo, vengano portati sul tuo sublime altare, al cospetto della tua divina maestà, affinché quanti bacia l'Altare, partecipando a questo altare, riceveremo il sacrosanto congiunge le mani e traccia un segno di croce prima sull'Ostia e poi sul Calice Cor  po e San  gue del Figlio tuo, veniamo ricolmi si segna d'ogni celeste benedizione e grazia. congiunge le mani Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

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Commemoratio pro defunctis
Meménto étiam, Dómine, famulórum famularúmque tuárum N. etN., qui nos præcessérunt cum signo fídei, et dórmiunt in somno pacis.Iungit manus, orat aliquántulum pro iis defunctis, pro quibus orare intendit, deinde extensis manibus prosequitur: Ipsis, Dómine, et ómnibus in Christo quiescéntibus locum refrigérii, lucis pacis ut indúlgeas, deprecámur. Iungit manus, et caput inclinat, dicens: Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

34
Memento dei morti díttici
Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N.che ci hanno preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace. Congiunge le mani, prega un po’ per i defunti per i quali intende pregare, quindi, allargate le mani, prosegue: Ad essi, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, noi ti supplichiamo di concedere, benigno, il luogo del refrigerio, della luce e della pace. congiunge le mani e china il capo Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

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Manu dextera percutit sibi pectus, elata aliquantulum voce dicens:
Nobis quoque peccatóribus Extensis manibus ut prius, secrete prosequitur:fámulis tuis, de multitúdine miseratiónum tuárum sperántibus, partem áliquam et societátem donáre dignéris, cum tuis sanctis Apóstolis et Martýribus: cum Ioánne, Stéphano, Matthía, Bárnaba, Ignátio, Alexándro, Marcellíno, Petro, Felicitáte, Perpétua, Agatha, Lúcia, Agnéte, Cæcília, Anastásia, et ómnibus Sanctis tuis: intra quorum nos consórtium, non æstimátor mériti, sed véniæ, quaesumus, largítor admítte. Iungit manus. Per Christum, Dóminum nostrum. 

35
con la destra si percuote il petto, ed elevata un poco la voce, dice:
E anche a noi peccatori allarga le mani e sottovoce prosegue: servi tuoi, che speriamo nella moltitudine delle tue misericordie, dégnati di dare qualche parte e società coi tuoi santi Apostoli e Martiri: con Giovanni, Stefano, Mattia, Bárnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino, Pietro, Felícita, Perpetua, Ágata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia, e con tutti i tuoi Santi; nel cui consorzio ti preghiamo di accoglierci, non guardando al merito, ma elargendoci la tua grazia. congiunge le mani. Per Cristo nostro Signore. 

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Per quem hæc ómnia, Dómine, semper bona creas, Signat ter super Hostiam, et Calicem simul, dicens: sancti  ficas, viví  ficas, bene  dícis et præstas nobis.
Discooperit Calicem, genuflectit, accipit Hostiam inter pollicem et indicem manus dexteræ: et tenens sinistra Calicem, cum Hostia signat ter a labio ad labium Calicis, dicens:
Per ip  sum, et cum ip  so, et in ip  so, Cum ipsa Hostia signat bis inter se et Calicem, dicens: est tibi Deo Patri  omnipotenti, in unitáte Spíritus  Sancti,
Elevans parum Calicem cum Hostia, dicit:
omnis honor, et glória.
ponit Hostiam, Calicem Palla cooperit, genuflectit, surgit, et dicit intellegibili voce vel cantat:
Per omnia saecula saecolorum.
R. Amen.

36
Per mezzo del quale, o Signore, Tu crei sempre tutti questi beni fa tre croci sull'Ostia e sul Calice insieme, dicendo: li santi  fichi, vivi  fichi, bene dici e li procuri a noi.
scopre il Calice, genuflette, prende l’Ostia tra l’indice e il pollice della mano destra e, tenendo il Calice con la sinistra, con l’Ostia fa tre segni di croce sui bordi del Calice, dicendo:
Per mezzo di  Lui e con  Lui e in  Lui, con la stessa Ostia fa due segni di croce tra sé stesso e il Calice viene a Te, Dio Padre  onnipotente, nell'unità dello Spirito  Santo
eleva un po’ il Calice con l'Ostia
ogni onore e gloria.
ripone l’Ostia, copre il Calice con la palla, genuflette, si rialza, e a voce alta dice o canta:
Per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

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Preparatio Communionis
Iungit manus.
Orémus: Præcéptis salutáribus móniti, et divína institutione formati audemus dicere:
Extendit manus.
Pater noster, qui es in caelis, Sanctificetur nomen tuum. Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in coelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie. Et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Et ne nos inducas in tentationem:
R. Sed libera nos a malo.
S. Sacerdos secrete dicit : Amen.

37
Comunione
Preghiamo Esortati da salutari precetti e ammaestrati da un'istruzione divina, osiamo dire: allarga le mani
Padre nostro, che sei nei cieli Sia santificato il tuo nome Venga il tuo regno Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non c'indurre in tentazione.
R. Ma liberaci dal male.
S. sottovoce Amen.

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Deinde manu dextera accipit inter indicem et medium digitos Patenam, quam tenens super Altare erectam, dicit secrete:
Líbera nos, quaesumus, Dómine, ab ómnibus malis, prætéritis, præséntibus et futúris: et intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque Andréa, et ómnibus Sanctis, Signat se cum Patena a fronte ad pectus, da propítius pacem in diébus nostris: Patenam osculatur, ut, ope misericórdiæ tuæ adiúti, et a peccáto simus semper líberi et ab omni perturbatióne secúri.
Submittit Patenam Hostiæ, discooperit Calicem, genuflectit, surgit, accipit Hostiam, et eam super Calicem tenens utraque manu, frangit per medium, dicens:
Per eúndem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum.
Et mediam partem, quam in dextera manu tenet, ponit super Patenam. Deinde ex parte, quæ in sinistra remanserat, frangit particulam, dicens:
Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus.
Aliam mediam partem, quam in sinistra manu habet, adiungit mediæ super Patenam positæ, et particulam parvam dextera retinens super Calicem, quem sinistra per nodum infra cuppam tenet, dicit intellegibili voce vel cantat:
V. Per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.
Cum ipsa particula signat ter super Calicem, dicens:
Pax Domini sit semper vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.

38
Il sacerdote prende la patena fra l'indice e il medio della destra, la tiene diritta sull’Altare, e dice sottovoce:
Liberaci, te ne preghiamo, o Signore, da tutti i mali passati, presenti e futuri: e per intercessione della beata e gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio, e dei tuoi beati Apostoli Pietro e Paolo, e Andrea, e di tutti i Santi si fa il segno di croce con la patena concedi benigno la pace nei nostri giorni bacia la patena: affinché, sostenuti dalla tua misericordia, noi siamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento.
sottopone la patena all’Ostia, scopre il Calice, genuflette, si alza, prende l’Ostia e, tenendola sul Calice con due mani, la spezza per metà, dicendo:
Per il medesimo Gesù Cristo nostro Signore, tuo Figlio
ripone sulla patena la metà dell’Ostia che ha nella destra, stacca una particella dall’altra metà che tiene con la sinistra, e dice:
Che è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo
unisce la metà che ha nella sinistra con quella che si trova sulla patena, tiene con la destra la particella, sopra il Calice, che tiene con la sinistra, per il nodo sotto la coppa, e dice a voce alta o canta:
V. Per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Il sacerdote, con la particella dell’Ostia, fa tre segni di croce sul Calice, e augura la pace ai fedeli:
La pace  del Signore sia  sempre con  voi.
R. E con il tuo spirito. 

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Particulam ipsam immittit in Calicem, dicens secrete:
Haec commíxtio, et consecrátio Córporis et Sánguinis Dómini nostri Iesu Christi, fiat accipiéntibus nobis in vitam ætérnam. Amen.
Cooperit Calicem, genuflectit, surgit, et inclinatus Sacramento, iunctis manibus, et ter pectus percutiens, intellegibili voce dicit:

39
lascia cadere la particella dell’Ostia nel Calice, e dice sottovoce:
Questa mescolanza e consacrazione del Corpo e del Sangue di nostro Signore Gesú Cristo giovi per la vita eterna a noi che la riceviamo. Amen.
Il sacerdote copre il Calice, genuflette, si alza, e, inchinatosi al Sacramento, congiunge le mani e battendosi il petto per tre volte, dice a voce alta:
I fedeli accompagnano il sacerdote in questa triplice invocazione: recitando o cantando e battendosi tre volte il petto

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Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem.

40

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona noi la pace. 

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Deinde, iunctis manibus super Altare, inclinatus dicit secrete sequentes Orationes:
Dómine Iesu Christe, qui dixísti Apóstolis tuis: Pacem relínquo vobis, pacem meam do vobis: ne respícias peccáta mea, sed fidem Ecclésiæ tuæ; eámque secúndum voluntátem tuam pacifícáre et coadunáre dignéris: Qui vivis et regnas Deus per ómnia saecula sæculórum. Amen.

41
Il sacerdote congiunge le mani sull’Altare e, inchinato, dice sottovoce le seguenti orazioni:
Signore Gesú Cristo, che dicesti ai tuoi Apostoli: Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non guardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e degnati di pacificarla e di riunirla secondo la tua volontà. Tu che sei Dio e vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dómine Iesu Christe, Fili Dei vivi, qui ex voluntáte Patris, cooperánte Spíritu Sancto, per mortem tuam mundum vivificásti: líbera me per hoc sacrosánctum Corpus et Sánguinem tuum ab ómnibus iniquitátibus meis, et univérsis malis: et fac me tuis semper inhærére mandátis, et a te numquam separári permíttas: Qui cum eódem Deo Patre et Spíritu Sancto vivis et regnas Deus in saecula sæculórum. Amen.Signore Gesú Cristo, Figlio del Dio vivente, Tu che per volontà del Padre, con la cooperazione dello Spirito Santo, con la tua morte hai restituito al mondo la vita, liberami, mediante questo sacrosanto Corpo e Sangue tuo, da tutte le mie iniquità, e da tutti i mali: e rendimi sempre fedele ai tuoi comandamenti, e non permettere che io mai mi separi da Te, che sei Dio e vivi e regni con lo stesso Dio Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Percéptio Córporis tui, Dómine Iesu Christe, quod ego indígnus súmere præsúmo, non mihi provéniat in iudícium et condemnatiónem: sed pro tua pietáte prosit mihi ad tutaméntum mentis et córporis, et ad medélam percipiéndam: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia saecula sæculórum. Amen.La comunione del tuo Corpo, Signore Gesú Cristo, ch'io indegno ardisco ricevere, non mi torni a delitto e condanna; ma per la tua bontà mi giovi a difesa dell'anima e del corpo e come spirituale medicina, Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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Genuflectit, surgit, et dicit:
Panem coeléstem accipiam, et nomen Dómini invocábo.
Deinde parum inclinatus, accipit ambas partes Hostiæ inter pollicem et indicem sinistræ manus, et Patenam inter eundem indicem et medium supponit, et dextera tribus vicibus percutiens pectus, elata aliquantulum voce, ter dicit devote et humiliter: 
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.
V. Dómine, non sum dignus, Et secrete prosequitur: ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea.

44
Il sacerdote genuflette, si alza, e dice:
Riceverò il pane del cielo e invocherò il nome del Signore
detto questo, con la mano destra prende dalla patena, con riverenza, le due parti dell’Ostia e le pone fra il pollice e l’indice della mano sinistra, e mette la patena fra lo stesso indice e il medio, tenendo la stessa mano sinistra tra il petto e il Calice, quindi, un po’ inchinato, si percuote tre volte il petto con la destra e per tre volte ripete a voce chiara:
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita.
V. Signore, non son degno e prosegue sottovoce che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita. 

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Postea dextera se signans cum Hostia super Patenam, dicit:
Corpus Dómini nostri Iesu Christi custódiat ánimam meam in vitam ætérnam. Amen.
Et se inclinans, reverenter sumit ambas partes Hostiæ: quibus sumptis, deponit Patenam super Corporale, et erigens se iungit manus, et quiescit aliquantulum in meditatione Sanctissimi Sacramenti. 

45
Poi, prende dalla mano sinistra, con l’indice e il pollice della mano destra, le parti dell’ Ostia e con esse si segna, sulla patena, e dice:
Il Corpo di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Amen.
e, inchinatosi, con i gomiti poggiati sull’Altare, consuma con riverenza entrambe le parti dell’Ostia, quindi depone la patena sul corporale, si alza, congiunge gli indici e i pollici, e, congiunte le mani davanti al viso, si sofferma un po’ nella meditazione del SS. Sacramento.

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Deinde discooperit Calicem, genuflectit, colligit fragmenta, si quæ sint, extergit Patenam super Calicem, interim dicens:
Quid retríbuam Dómino pro ómnibus, quæ retríbuit mihi? Cálicem salutáris accípiam, et nomen Dómini invocábo. Laudans invocábo Dóminum, et ab inimícis meis salvus ero.
Accipit Calicem manu dextera, et eo se signans, dicit:
Sanguis Dómini nostri Iesu Christi custódiat ánimam meam in vitam ætérnam. Amen.
Et sinistra supponens Patenam Calici, reverenter sumit totum Sanguinem cum particula. Quo sumpto, si qui sunt communicandi, eos communicet, antequam se purificet

46
Scoperto il Calice, genuflette, si rialza, prende la patena, esamina il corporale, e, se ve ne sono, raccoglie i frammenti con la patena, dicendo:
Che renderò io al Signore per tutte le cose che ha dato a me? Prenderò il Calice della salute e invocherò il nome del Signore. Lodandolo invocherò il Signore e sarò salvo dai miei nemici.
prende il Calice con la destra e si segna con esso, dicendo:
I fedeli si segnano insieme al sacerdote: è un sacramentale che concorre a cancellare i peccati veniali.
Il Sangue di nostro Signore Gesú Cristo custodisca l'anima mia per la vita eterna. Amen.
poi, sottoponendo con la sinistra la patena al Calice, prende con riverenza tutto il Sangue unitamente alla particella. Assunto il quale, se ci sono fedeli da comunicare, li comunichi prima di purificarsi.

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Communio


Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi, salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me. Passio Christi, conforta me. O bone Iesu, exaudi me. Intra tua vulnera absconde me. Ne permittas me separari a te. Ab hoste maligno defende me. In hora mortis meae voca me. Et iube me venire ad te, Ut cum Sanctis tuis laudem te. In saecula saeculorum. Amen. 

47
Communio


Anima di Cristo, santíficami. Corpo di Cristo, sàlvami. Sangue di Cristo, inébriami. Acqua del fianco di Cristo, làvami. Passione di Cristo, confòrtami. O buon Gesú, esaudíscimi. Nascòdimi fra le tue piaghe. Non perméttere che mi separi da Te. Diféndimi dal nemico maligno. Chiàmami nell’ora della mia morte. E comanda che io venga da Te. Affinché Ti lodi con i tuoi Santi. Nei secoli dei secoli. Amen 

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Postea dicit:
Quod ore súmpsimus, Dómine, pura mente capiámus: et de munere temporáli fiat nobis remédium sempitérnum.
Interim porrigit Calicem ministro, qui infundit in eo parum vini, quo se purificat: deinde prosequitur:
Corpus tuum, Dómine, quod sumpsi, et Sanguis, quem potávi, adhaereat viscéribus meis: et præsta; ut in me non remáneat scélerum mácula, quem pura et sancta refecérunt sacraménta: Qui vivis et regnas in saecula sæculórum. Amen.
Abluit et extergit digitos, ac sumit ablutionem: extergit os et Calicem, quem, plicato Corporali, operit et collocat in Altari ut prius: deinde prosequitur Missam.

48
Poi dice:
Ciò che con la bocca abbiamo ricevuto, fa, o Signore, che l'accogliamo con anima pura, e da dono temporaneo ci diventi rimedio sempiterno.
intanto, porge il Calice al ministro, che vi versa un po’ di vino, perché si purifichi, e prosegue:
O Signore, il tuo Corpo che ho ricevuto e il tuo Sangue che ho bevuto, aderiscano all'intimo dell'ànima mia; e fa che non rimanga macchia alcuna di peccato in me, che questi puri e santi sacramenti hanno rinnovato, o Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
(Il sacerdote lava ed asciuga le dita, e beve l’abluzione; poi si asciuga la bocca, deterge il Calice, che copre col corporale ripiegato, e lo colloca in mezzo all’Altare. Il ministro porta il Messale dal lato dell’Epistola. Quindi il sacerdote, a mani giunte, legge l’antifona della Comunione.

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Communio
Matt 16:18
Tu es Petrus, ei super hanc petram aedificabo Ecclésiam meam.

49
Communio
Matth 16:18
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

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Postcommunio
Dicta antiphona ad Communionem, osculatur altare, et versus ad populum dicit :
S. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Deinde, reversus ad altare, dicit :
Orémus.
Quos coelésti, Dómine, alimento satiásti: apostólicis intercessiónibus ab omni adversitáte custódi.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.

50
Postcommunio
Bacia l'Altare 
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Preghiamo.
Quelli, o Signore, che Tu saziasti di un alimento celeste, per intercessione degli Apostoli, proteggili contro ogni avversità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

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Conclusio
Dicto, post ultimam Orationem, 
S. Dóminus vobíscum.
M. Et cum spíritu tuo,
dicit pro Missæ qualitate, vel Ite, Missa est, vel Benedicámus Dómino. Deo grátias.

51
Conclusione
Detto ciò, dopo l'ultima Orazione,
S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
dice secondo il tipo di Messa, o Andate, la Messa è finita, o Benediciamo il Signore. Rendiamo grazie a Dio.

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V. Ite, Missa est.
R. Deo gratias.

52
V. Andate, la Messa è finita.
R. Rendiamo grazie a Dio.

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Tunc celebrans inclinat se ante medium altaris, et manibus iunctis super illud, dicit secrete:
Pláceat tibi, sancta Trínitas, obséquium servitútis meæ: et præsta; ut sacrifícium, quod óculis tuæ maiestátis indígnus óbtuli, tibi sit acceptábile, mihíque et ómnibus, pro quibus illud óbtuli, sit, te miseránte, propitiábile. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.

53
O santa Trinità, Ti piaccia l'omaggio della mia servitù, e concedi che questo sacrificio, offerto da me, indegno, agli occhi della tua Maestà, a Te sia accetto, ed a me e a quelli per i quali l'ho offerto, torni giovevole, per tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Deinde osculatur Altare: et elevatis oculis, extendens, elevans et iungens manus, caputque Cruci inclínans, dicit: 
Benedícat vos omnípotens Deus,
et versus ad populum, semel tantum benedícens, etiam in Missis sollemnibus; In Missa Pontificali ter benedicitur, ut in Pontificali habetur. Deinde prosequitur: 
Pater, et Fílius,  et Spíritus Sanctus.
R. Amen.

54
Quindi, baciato l’Altare, alzati gli occhi al cielo, allarga ed eleva e congiunge le mani, china il capo alla Croce, e dice a voce alta:
Vi benedica Dio onnipotente
a mani giunte, con gli occhi bassi, si volge verso i fedeli e, con la mano sinistra sul petto, alza la destra con le dita unite e benedice i fedeli, dicendo:
Padre, Figlio  e Spirito Santo.
R. Amen.

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Deinde sacerdos in cornu Evangelii, iunctis manibus dicit:
V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
Et signans signo crucis primum Altare vel librum, deinde se in fronte, ore et pectore, dicit:
Initium  sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
R. Gloria tibi, Domine!
Ioann. 1, 1-14. 
Iunctis manibus prosequitur:
In princípio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in princípio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil, quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hóminum: et lux in ténebris lucet, et ténebræ eam non comprehendérunt.
Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Ioánnes. Hic venit in testimónium, ut testimónium perhibéret de lúmine, ut omnes créderent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimónium perhibéret de lúmine.
Erat lux vera, quæ illúminat omnem hóminem veniéntem in hunc mundum. In mundo erat, et mundus per ipsum factus est, et mundus eum non cognóvit. In própria venit, et sui eum non recepérunt. Quotquot autem recepérunt eum, dedit eis potestátem fílios Dei fíeri, his, qui credunt in nómine eius: qui non ex sanguínibus, neque ex voluntáte carnis, neque ex voluntáte viri, sed ex Deo nati sunt.Genuflectit dicens: Et Verbum caro factum est, Et surgens prosequitur: et habitávit in nobis: et vídimus glóriam eius, glóriam quasi Unigéniti a Patre, plenum grátiæ et veritatis.
R. Deo gratias.
Finito Evangelio sancti Ioannis, discedens ab Altari, pro gratiarum actione dicit Ant. Trium puerórum, cum reliquis, ut habetur in principio Missalis.

55
Quindi il Sacerdote nell'angolo del Vangelo
S. Il Signore sia con voi.
M. E con il tuo spirito.
fa un segno di croce sull’Altare o sulla Cartagloria, poi tre segni di croce su sé stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto - lo stesso fanno i fedeli -, e dice:
Inizio  del santo Vangelo secondo Giovanni.
R. Gloria a Te, o Signore!
Joann. 1, 1-14. 
e congiunte le mani, prosegue:
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato fatto di tutto ciò che è stato creato. in Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. e la luce splende tra le tenebre, e le tenebre non la compresero. Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne in testimonio, per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era egli la luce, ma per rendere testimonianza alla luce. Era la luce vera, che illumina tutti gli uomini che vengono in questo mondo. Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio, essi che credono nel suo nome: i quali non da sangue, né da voler di carne, né da voler di uomo, ma da Dio sono nati. ci inginocchiamo E il Verbo si fece carne ci alziamo e abitò fra noi; e abbiamo contemplato la sua gloria: gloria come dal Padre al suo Unigénito, pieno di grazia e di verità.
R. Grazie a Dio.
Finito il Vangelo di san Giovanni, scendendo dall'Altare, dice per ringraziamento l'Antifona dei Tre fanciulli con il resto, come scritto all'inizio del Messale.

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Oratio Leonis XIII

S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus.
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

O. Salve Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae. Ad te suspiramus gementes et fientes in hac lacrymarum valle. Eia ergo, Advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tui, nobis, post hoc exilium, ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
S. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
O. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

S. Orémus. Deus, refúgium nostrum et virtus, populum ad te clamantem propitius respice; et intercedente gloriosa, et immaculata Virgine Dei Genitrice Maria, cum beato Ioseph, eius Sponso, ac beatis Apostolis tuis Petro et Paulo, et omnibus Sanctis, quas pro conversione peccatorum, pro libertate et exaltatione sanctae Matris Ecclesiae, preces effundimus, misericors et benignus exaudi. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

O. Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae Caelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum.
O. Miserere nobis.

56
Preghiera di Leone XIII

S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
S. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesú.
O. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

O. Salve, Regina, Madre di misericordia. Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, il frutto benedetto del ventre tuo: Gesú. O clemente, O pia, O dolce Vergine Maria!
S. Prega per noi, o santa Madre di Dio
O. Affinché diventiamo degni delle promesse del Cristo.

S. Preghiamo. O Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, intercedendo l’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, insieme col beato Giuseppe, suo Sposo, e i beati suoi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

O. O San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro la malizia e le insidie del diavolo. Che Dio lo sòggioghi: chiediamo supplicando; e tu, principe della milizia celeste, caccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime vanno errando per il mondo. Amen.

S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
S. Cuore sacratissimo di Gesú
O. Abbi pietà di noi.
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