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lunedì 2 ottobre 2017

Angelo di Dio. "Ha dato ordine ai suoi Angeli per te" Sal 90,11.



Sermone di san Bernardo Abate
Sul Salmo Qui habitat.

"Ha dato ordine ai suoi Angeli per te" Sal 90,11
Meravigliosa degnazione, e tenerezza di carità veramente grande! 
Difatti: Chi? a chi? per chi? che cosa ha ordinato? Consideriamolo attentamente, fratelli, e fissiamocelo bene in mente questo ordine sì importante. 
Chi ha dato l'ordine? di chi sono gli Angeli? a chi obbediscono essi? la volontà di chi eseguiscono? «Egli ha dato ordine ai suoi Angeli per te, che ti custodiscano in tutte le tue vie» Sal 90,11. Né indugiano, anzi ti portano nelle loro mani. 

La sovrana Maestà dunque ha ordinato agli Angeli, e ai suoi Angeli. Cioè a quegli spiriti sublimi, altrettanto beati che vicini a lui e uniti e veramente famigliari, ha dato ordine per te. Chi sei tu? «Cos'è l'uomo che tu ti ricordi di lui? o il figlio dell'uomo da farne conto?» Sal 8,5; 143,4. Come se «l'uomo non fosse putredine, e il figlio dell'uomo un verme!» Gb 25,6. Ma qual ordine pensi ch'egli abbia dato per te? Che ti custodiscano.


Quanto rispetto ti deve imprimere questa parola, quanta devozione ispirare, quanta confidenza infondere ! Rispetto per la sua presenza, devozione per la benevolenza, confidenza per la custodia. Cammina con cautela, perché gli Angeli, secondo ch'è stato loro ordinato, ti accompagnano in tutte le tue vie. In qualsiasi dimora, in qualsiasi angolo, porta rispetto al tuo Angelo. Tu non osare in sua presenza ciò che non oseresti davanti a me. Dubiti forse della sua presenza, perché non lo vedi? Che (faresti) se lo udissi? che se lo toccassi? che se lo sentissi? Bada che non soltanto colla vista si comprova la presenza delle cose.



Pertanto, fratelli, amiamo in Dio con tenero affetto i suoi Angeli, coi quali dobbiamo essere un giorno suoi coeredi, e che intanto il Padre ha posto accanto a noi come guide e protettori. Di che temere con tali custodi? Essi non possono essere né superati né sedotti, e meno ancora possono sedurci, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti: di che paventiamo? Basta che li seguiamo, siamo attaccati ad essi, e allora saremo sotto la protezione del Dio del cielo. Ogni volta dunque che ti senti stretto da violenta tentazione e minacciato da grave tribolazione, invoca il tuo custode, la tua guida, il tuo aiuto nella necessità e nella tribolazione; gridagli forte e digli; «Signore salvaci, siamo perduti» Mt 8,25.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.




Lettura del santo Vangelo secondo Matteo
Matt 18:1-10
In quell'occasione: S'accostarono a Gesù i discepoli, e gli dissero: Chi, secondo te, è il più grande nel regno dei cieli? Eccetera.

Omelia di sant'Ilario Vescovo
Comm. su Matteo, can. 18 dopo il principio



Il Signore ci insegna che solo riprendendo la natura di bambini entreremo nel regno dei cieli: cioè, distruggendo colla semplicità del bambino i vizi dei corpi e delle anime nostre. 


Egli poi chiama bambini tutti quelli che credono per la fede alla sua parola. I pargoli infatti obbediscono al padre, amano la madre, non sanno desiderare male al prossimo, non si curano delle ricchezze; non insolentiscono, non odiano, non mentono, credono a ciò che si dice, e quello che odono lo credono vero. 

Quindi bisogna ritornare alla semplicità dei pargoli; perché in questo stato, portiamo in noi l'immagine dell'umiltà del Signore.



«Guai al mondo per gli scandali» Mt18,7. L'umiliazione della passione è scandalo per il mondo. Ecco quel che sopratutto trattiene gli uomini nell'ignoranza, il non voler riconoscere sotto la ignominia della croce il Signore dell'eterna gloria. 


E che di più pericoloso per il mondo, che il non aver ricevuto Cristo? E perciò ha detto esser necessario che vi siano degli scandali; perché, per realizzare il mistero che ci deve rendere la vita eterna, l'umiliazione della croce deve essere completa in lui.


«Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccini che credono in me» Mt 18,10. A quelli principalmente che veramente hanno creduto nel Signore, egli ha imposto il vincolo strettissimo del mutuo amore. Gli Angeli dei piccini infatti vedono Dio ogni giorno: «perché il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto» Mt 18,11. Così il Figlio dell'uomo salva, gli Angeli vedono Dio, e gli Angeli dei piccini presiedono alle preghiere dei fedeli. 


Che gli Angeli presiedano è dottrina certissima. Gli Angeli dunque offrono ogni giorno a Dio le preghiere dei piccini salvati da Cristo. Perciò è pericoloso disprezzare colui, i cui desideri e domande sono rapportate a Dio eterno e invisibile mediante l'ambito ministero degli Angeli, che formano la sua corte.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


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AVE MARIA PURISSIMA!

domenica 29 giugno 2014

– Buongiorno, signor parroco e compagnia.


Carissimo Amico/a

«Andavo per un sentiero incassato ed ombroso della mia campagna, narra un sacerdote contemporaneo, quando incontrai, dietro una macchia, una vecchina che custodiva le sue pecore, curva sul bastone:– Buongiorno, Catina.
– Buongiorno, signor parroco e compagnia.
– Ma come, nonnina? Sono solo, dove vede la compagnia?
Si raddrizza, e vedo il suo viso solcato di rughe e gli occhi chiari ancora belli. Mi dice seriamente:
– E che ne fa dell'angelo custode?
– Scusi, nonna. Stavo per dimenticare l'angelo custode; grazie di avermelo ricordato».


Cinque volte la giorno


Monsignor Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, scriveva ad una delle sue nipoti, religiosa, chiamata suor Angela: «Il tuo nome di religione deve incoraggiarti ad intrattenere rapporti familiari con il tuo angelo custode, ed altresì con tutti gli angeli custodi delle persone che conosci ed a cui vuoi bene nella Santa Chiesa e nella tua Congregazione. Che consolazione sentire presso di sè questo celeste custode, questa guida dei nostri passi, questo testimone delle nostre azioni più intime. Io stesso recito la preghiera «Angelo di Dio, che sei il mio custode» almeno cinque volte al giorno, e spesso mi intrattengo spiritualmente con lui, sempre nella calma e nella pace» (3 ottobre 1948).

All'uomo di oggi, abituato alle discipline scientifiche, ripugna ammettere l'esistenza di quel che non cade sotto i sensi e sfugge alla sperimentazione. Eppure il 'Credo' che recitiamo a Messa afferma che Dio è il Creatore del cielo e della terra, delle cose visibili ed invisibili. La professione di fede del Concilio Latera-
nense IV (1215) afferma che Dio ha, «fin dal principio del tempo, creato dal nulla l'uno e l'altro ordine di creature, quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli ed il mondo terrestre; e poi l'essere umano, partecipe dell'uno e dell'altro, composto di anima e di corpo». Questo è l'insegnamento costante della Chiesa.
L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede, vale a dire una verità rivelata da Dio. La fede nelle verità che Dio ci ha voluto rivelare è più certa di qualsiasi conoscenza umana, poichè si basa sulla testimonianza stessa di Dio, che non può nè ingannarsi nè ingannarci. La Scrittura, Parola di Dio (conservata, trasmessa e spiegata dalla Chiesa), afferma chiaramente l'esistenza degli angeli. Esistono fin dalla creazione (ved. Giobbe 38, 7, ove gli angeli sono chiamati «figli di Dio») e lungo tutta la storia della salvezza: chiudono il paradiso terrestre, proteggono Lot, salvano Agar ed il suo bambino, trattengono la mano di Abramo; la legge viene comunicata per mano loro, guidano il popolo di Dio, annunciano nascite e vocazioni, assistono i profeti, per citare soltanto alcuni esempi. In particolare, è l'angelo Gabriele che annuncia la nascita del Precursore (San Giovanni Battista) e quella dello stesso Gesù (ved. Catechismo della Chiesa Cattolica [CCC], 332).

Cristo è il Re degli angeli. Sono stati creati da lui e per lui (ved. Col. 1,16). Dall'Incarnazione all'Ascensione, la sua vita è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli. Cantano quando nasce, ed annunciano ai pastori la Buona Novella dell'Incarnazione. Proteggono l'infanzia di Cristo, lo servono nel deserto, lo confortano durante l'Agonia. Fanno conoscere alle pie donne la Risurrezione. Al ritorno di Cristo, saranno lì, al servizio del suo giudizio (ved. CCC, 333).

La vita di tutta la Chiesa e di ciascun uomo beneficia del potente aiuto degli angeli. Dall'infanzia fino alla morte, la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. «Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita» (San Basilio, PG 29, 656B).


Un bellissimo segreto


«La fede ci insegna, diceva Papa Giovanni XXIII che nessuno di noi è solo. Non appena l'anima è creata da Dio per un nuovo essere umano, soprattutto quando la grazia dei sacramenti lo avvolge con la sua luce ineffabile, un angelo, che fa parte delle sante falangi degli spiriti celesti, viene chiamato per rimanergli accanto durante tutto il suo pellegrinaggio terrestre. Nel corso di una conversazione che ebbi con l'illustre Pontefice Pio XI, lo sentii esporre un bellissimo segreto, per confermare che la protezione dell'angelo custode dà sempre gioia, aggiusta tutte le difficoltà, riduce gli ostacoli. Quando mi capita, mi confidava Pio XI, di dover parlare con qualcuno che so negato per il ragionamento e con cui è necessario far appello ad una certa forma di persuasione, raccomando allora al mio angelo custode di informare di tutto l'angelo custode della persona che devo incontrare. In questo modo, una volta realizzata l'intesa fra i due spiriti superiori, il colloquio si svolge nelle migliori condizioni e si trova facilitato» (9 settembre 1962).

Padre Pio aveva l'abitudine di dire ai suoi amici: «Quando avete bisogno della mia preghiera, rivolgetevi al mio angelo custode, tramite il vostro». Infatti, gli angeli custodi sono messaggeri sicuri e veloci. Un aneddoto illustrerà questa verità: un pullman di pellegrini, in viaggio alla volta di San Giovanni Rotondo, luogo di residenza di Padre Pio, affronta, di notte, sugli Appennini, uno spaventoso temporale. Dapprima presi dal panico in mezzo ai lampi, i passeggeri si ricordano del consiglio del Padre, ed invocano il suo angelo. Grazie al suo soccorso, escono indenni dal frangente. Il giorno dopo, prima ancora che avessero il tempo di raccontargli le peripezie del viaggio, il religioso li accoglie sorridendo: «Ebbene, figlioli miei, questa notte mi avete svegliato e costretto a pregare per voi...». L'angelo custode aveva fedelmente eseguito la sua missione.
Il compito degli angeli non è solo quello di distogliere da noi i mali fisici. Ci guidano verso la pratica di tutte le virtù, sulla via che conduce alla perfezione. Sono sempre occupati a procurarci l'eterna salvezza ed a ferci vivere nell'amicizia di Dio. In questa loro opera, il loro amore per noi è puro, forte e costante. Fedeli alla loro missione, non diminuiscono il loro impegno e non ci abbandonano, anche se abbiamo la grande sventura di distoglierci da Dio attraverso il peccato grave. Così, come raccomanda San Bernardo: «Abbiamo una devozione ed una riconoscenza particolare per simili custodi: non manchiamo di amarli, di onorarli, tanto quanto possiamo, tanto quanto dobbiamo... Tutte le volte che ci sentiamo spinti da qualche tentazione violenta, e minacciati da qualche grande prova, invochiamo l'Angelo che ci custodisce, che ci guida, che ci assiste nelle nostre necessità e nelle nostre afflizioni... Prendiamo, insomma, l'abitudine di intrattenerci con i nostri buoni Angeli, in una familiarità particolare. Pensiamo a loro; rivolgiamoci a loro, con preghiere fervide e continue, poichè ci sono sempre vicini per difenderci e consolarci» (Sermone 12 sul Salmo 90, nn. 7, 9 e 10).


Rifiuto totale


Se la Rivelazione divina ci dà la consolazione di esser circondati da angeli potenti che ci proteggono, essa ci mostra anche altri spiriti, che sono i nostri nemici, impegnati a distoglierci da Dio con tutti i mezzi.
Questi spiriti, chiamati demoni o diavoli, il cui capo è Satana o Lucifero, sono angeli che Dio aveva creato buoni come gli altri: «Il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi», afferma il Concilio Lateranense IV. La Scrittura parla infatti di un peccato di questi angeli (ved. 2 Pt 2, 4). Tale peccato consiste nella libera scelta di questi spiriti creati, che hanno radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio ed il suo regno. Così sono incorsi nella dannazione eterna. È il carattere irrevocabile della scelta degli angeli, e non un difetto della misericordia divina, a far sì che il loro peccato non possa esser perdonato. «Non c'è possibilità di pentimento per essi dopo la caduta, come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte», dice San Giovanni Damasceno (De fide orthodoxa, 2, 4).

Fin dall'inizio dell'umanità, i demoni si sono sforzati di ispirare agli uomini il loro proprio spirito di ribellione contro Dio, per farli cadere nell'inferno. Si trova un riflesso della loro ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: Diventerete come Dio (Gen. 3, 5). Così, Satana porta l'uomo a trasgredire i divini comandamenti. Si sforza di far nascere la ribellione in colui che soffre (ved. Giobbe 1, 11; 2, 5-7); è all'origine della morte, che è entrata nel mondo insieme al peccato (ved. Sap. 2, 24). Nemico di Dio e della verità, si accanisce soprattutto ad impedire la predicazione della verità evangelica. Secondo Origene, Lucifero è rappresentato nell'Antico Testamento dal Faraone d'Egitto che, oberando gli Ebrei di lavoro e vietando loro di offrire il sacrificio a Dio, vuole impedire alle anime di alzare gli occhi al cielo, assorbendole nel desiderio e nella preoccupazione delle cose terrene. Perchè vuole soprattutto che nessuno cerchi il Creatore, che nessuno si ricordi del cielo, che è la vera patria di ciascuno (ved. Homiliae in Exodum, 2).


Il padre della menzogna


Fra i nomi che il Signore dà al demonio, nel Vangelo, quello che lo caratterizza forse maggiormente è quello di padre della menzogna (Giov. 8, 44). Esso è infatti l'ingannatore per eccellenza. Offre agli uomini una felicità illusoria e passeggera (ricchezze; onori; lussuria, sotto varie forme: masturbazione, fornicazione, adulterio, libera unione, contraccezione, omosessualità, ecc.). Per ingannare meglio, si sforza di passare inosservato, di far credere che non esiste, come ci ricorda Papa Giovanni Paolo II: «Le impressionanti parole dell'Apostolo San Giovanni: Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (1 Giov. 5, 19), alludono alla presenza di Satana nella storia dell'umanità, una presenza che aumenta man mano che l'uomo e l'umanità si allontanano da Dio. L'influenza dello spirito maligno può «nascondersi» in modo più profondo e più efficace: farsi ignorare corrisponde ai suoi «interessi». L'abilità di Satana nel mondo è quella di portare gli uomini a negare la sua esistenza in nome del razionalismo o di un qualsiasi altro sistema di pensiero che cerca tutte le scappatoie possibili per non ammettere la sua opera» (3 agosto 1986). Papa Paolo VI diceva, il 15 novembre 1972: «Una delle più grandi necessità della Chiesa, oggi, è quella di difendersi contro quel male che chiamiamo il demonio... È il nemico numero uno, il tentatore per eccellenza. Sappiamo che quest'essere oscuro ed inquietante esiste veramente e che è sempre all'opera con una scaltrezza traditrice. È il nemico occulto che semina l'errore e l'infelicità nella storia umana... È il seduttore perfido ed astuto che sa insinuarsi in noi attraverso i sensi, l'immaginazione, la concupiscenza, la logica utopistica, i contatti sociali disordinati, per introdurre nei nostri atti deviazioni tanto nocive quanto apparentemente conformi alle nostre strutture fisiche o psichiche, o alle nostre aspirazioni istintive e profonde».
Certo, non bisogna vedere il diavolo dappertutto; tutti i peccati non sono direttamente dovuti alla sua azione: la nostra natura decaduta ed il mondo che ci circonda, in quanto sottomesso al potere del demonio (ved. 1 Giov. 5,19), ci portano sufficientemente al male da soli. «È comunque vero, tuttavia, che colui che non bada a se stesso con un certo rigore, si espone all'influenza del mistero di iniquità di cui parla San Paolo e compromette la propria salvezza» (Paolo VI, ibid.). Ma se Dio concede qualche potere al demonio sulla terra, se gli permette di tentarci, è per darci l'occasione di vincerlo, di guadagnare meriti per il cielo, e perchè Egli può far nascere il bene dal male.
Il combattimento contro il diavolo assume talvolta aspetti spettacolari come nella vita di Sant'Antonio il Grande.


Le lotte del Signore


Antonio è un giovane Egizio del terzo secolo. Avendo sentito, un giorno, i consigli di Gesù al giovane ricco: Se vuoi essere perfetto, va'vendi quanto hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Matt. 19, 16-21), distribuisce ai poveri tutti i suoi beni e si consacra ad una vita da asceta, nella preghiera continua e nell'esercizio delle virtù.
Ma il diavolo non è d'accordo. Prova, prima di tutto, a fargli abbandonare il suo modo di vita austero, attraverso il ricordo dei suoi beni, la preoccupazione per la sorella, l'amore del denaro, il desiderio di gloria e degli altri piaceri della vita; infine, l'apparente asprezza della virtù, e le dure fatiche che essa esige. Ma, vedendo che non ottiene nulla, affronta il giovane con suggestioni oscene. Questi, raddoppia le preghiere ed i digiuni. Il Nemico assume allora l'aspetto di una donna, per sedurlo, ma egli pensa a Cristo che ha nel cuore: medita ora sulla nobiltà della filiazione divina attraverso la grazia, ora sulla minaccia del fuoco che non si estingue e sul tormento del verme che non muore (ved Marco 9, 47), e vince così la tentazione.

Il demonio non si dà per vinto. Con il permesso divino, tormenta fisicamente Sant'Antonio, produce un chiasso orribile, che spaventa i testimoni, ed affligge il corpo del generoso atleta di Cristo di piaghe e dolori talmente vivi, che ne rimane come morto. Altre volte, è sotto l'apparenza di bestie feroci che gli spiriti maligni lo assalgono: leoni, orsi, leopardi, tori, serpenti, scorpioni, lupi... Sferzato e pungolato da essi, Antonio prova dolori sempre più violenti. Il che non gli impedisce di prendersi gioco degli assalitori: «Se aveste un qualsiasi potere, basterebbe che uno solo di voi venisse, ma il Signore vi ha tolto la forza, allora provate a spaventarmi con il numero. È un segno della vostra debolezza, il fatto che imitiate l'aspetto delle bestie feroci».
Queste dimostrazioni spettacolari del demonio non devono impressionarc al punto da produrre nelle nostre anime sentimenti di terrore, poco compatibili con la fiducia dovuta al Cuore di Gesù. Il diavolo non ha assolutamente nessun potere senza il permesso di Dio, che non lascerà mai che il nostro Nemico ci tenti al di là delle nostre forze. Secondo il paragone di San Cesario, il demonio è simile ad un cane legato alla catena. Può abbaiare molto forte, far baccano, ma non può mordere, cioè nuocere alla nostra anima, salvo se consentiamo volontariamente alla tentazione (Sermone, 121). D'altro canto, la potenza degli angeli che ci custodiscono prevale ampiamente su quella degli spiriti maligni.

Dopo i furiosi assalti che ha subito vittoriosamente, Antonio è riconfortato da una visione di Nostro Signore. Il monaco gli dice: «Dove eri, Signore? Perchè non sei apparso fin dall'inizio per far cessare i miei dolori? – Ero accanto a te, Antonio, aspettavo di vederti lottare. Poichè hai resistito, e con l'aiuto della mia grazia non sei stato vinto, sarò sempre il tuo soccorso e ti renderò celebre ovunque». Riconfortato nell'anima e nel corpo, il santo si rialza e riprende la sua vita da asceta, aspettando nuove prove e nuove vittorie (ved. Vita di Sant'Antonio, di Sant'Atanasio).

Le lotte sostenute dal Padre dei monaci contro il demonio, sotto un aspetto straordinario, rappresentano quelle che dobbiamo noi stessi condurre nella vita di tutti giorni, in modo meno spettacolare. Il demonio tenta talvolta proponendo piaceri sensuali. Altre volte, immerge l'uomo nelle tenebre, lo turba, lo assorbe in questioni basse e terrene, lo porta alla tristezza, alla diffidenza, alla pigrizia, allo scoraggiamento ed alla disperazione. Quest'ultimo modo di tentazione è abituale nei riguardi di quelle anime che progrediscono nel servizio di Dio. Per vincere le tentazioni, bisogna reagire concedendo più tempo e maggior attenzione alla preghiera o alla meditazione, facendo qualche piccolo sacrificio ed esaminando con cura la propria coscienza. Lungi dal nuocere, le suggestioni diaboliche diventano allora occasione di merito e di progresso nella virtù.


Un angelo di luce


Capita anche che il demonio si presenti a noi in modo seducente, come successe a Padre Maria Eugenio (1894-1967). Questo carmelita predicava un giorno un ritiro in un convento di Carmelitane. Lo si avverte che una suora di clausura desidera incontrarlo nel parlatorio. Vi si reca e si trova di fronte ad una religiosa che assomiglia perfettamente a Santa Teresa di Gesù Bambino. Essa comincia a fare un'infinità di complimenti al Padre, elogiandolo per le sue prediche, assicurandogli che diventerà un gran predicatore, ecc. Più essa parla, e più egli si sente male a suo agio. Si decide a farle una domanda: «Sorella, che cos'è l'umiltà?» A queste parole, la religiosa sparisce come per incanto; Padre Maria Eugenio riconosce allora il demonio. Così talvolta, esso si trasforma in angelo di luce e suggerisce dapprima all'anima pensieri buoni e santi, ma che si concludono con il turbamento, l'inquietudine e l'orgoglio. La vigilanza sui nostri pensieri, anche buoni, e l'umiltà sono mezzi sicuri per premunirci contro tali stratagemmi infernali. Il fatto di aprire la propria anima ad una guida spirituale può pure essere di gran soccorso (ved. Sant'Ignazio, Esercizi Spirituali, 326).

Dio custodisce e governa con la sua provvidenza tutto ciò che ha creato. Si cura di tutto, dalle minime cose fino ai più grandi eventi del mondo e della storia. Il suo disegno è quello di farci giungere all'eterna beatitudine, nel suo regno, dove condivideremo la sua stessa vita in una felicità perfetta. Per questo, si serve di tutte le creature. Fa parte del suo disegno provvidenziale far concorrere al nostro bene gli assalti dei demoni ed i soccorsi degli angeli buoni. Preghiamo dunque la Santa Vergine, che ha schiacciato la testa del serpente, San Giuseppe, Terrore dei demoni, San Michele e gli angeli custodi, di aiutarci a discernere le tentazioni diaboliche ed a seguire solo le ispirazioni celesti. Così, guidati dallo Spirito Santo, potremo compiere, un giorno dopo l'altro, la volontà divina.
È la grazia che chiediamo a Dio, per Lei e per tutti coloro che Le sono cari. Non dimentichiamo i Suoi defunti nelle nostre preghiere.
Dom Antoine Marie osb

AVE MARIA PURISSIMA!

giovedì 7 novembre 2013

Padre Pio!

San Pio, prega per noi!

Una donna era seduta sul piazzale della chiesa dei cappuccini. La Chiesa era chiusa. Era tardi. La donna pregava col pensiero, e ripeteva col cuore: "Padre Pio, aiutami! Angelo mio, va a dire al Padre che mi venga in aiuto, altrimenti mia sorella muore!". Dalla finestra di sopra, sentì la voce del Padre: "Chi mi chiama a quest'ora? Che cosa c'é? La donna disse della malattia della sorella, Padre Pio si recò in bilocazione e guarì la malata.
Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed avrai subito la risposta".

San Michele Arcangelo
prega per noi!

mercoledì 2 ottobre 2013

Cebù e Manila. "Sono con voi gli Angeli Custodi, che vi conducono nella luce, così che il mio giardino sia presto tutto fiorito."



Cebù (Filippine), 2 ottobre 1980. Festa dei Santissimi Angeli Custodi.


Un grande disegno su questo popolo.


«Guarda questo immenso arcipelago e vedi come, in maniera straordinaria, la mia Opera si è anche qui diffusa.
Contempla le mie meraviglie in ogni parte del mondo; ti ho anche svelato tempi e luoghi in cui si sta realizzando il trionfo del mio Cuore Immacolato.
Guarda il cuore e l'anima di tutti questi miei figli: sono così fedeli a Gesù, devoti verso di Me e tanto uniti alla Chiesa. Per mezzo di essi la Luce del mio Cuore si diffonde in tutte le nazioni di questo continente.

Ho un grande disegno su questo popolo. Mi è gradito per la sua semplicità, la sua religiosità, la
grande povertà, la sua umiltà e pazienza.
Sono la Mamma di tutti i popoli. Io guardo al cuore delle nazioni, per cogliervi i semi di bene e farli fiorire nel giardino del mio Cuore Immacolato, affinché possa salvarne in maggior numero, nel momento della prova decisiva, quando alcune di esse scompariranno dalla faccia della terra.

Guardo con tenerezza e con gioia a questi miei figli, e ti conduco in mezzo a loro per fare Cenacoli di preghiera e per rinnovare insieme la consacrazione al mio Cuore Immacolato.

La tua venuta è segno della mia particolare presenza accanto a loro. Dona, a Me tutte le corone di fiori profumati con cui ti cingono. E' segno della grande corona di amore, che ormai i figli da ogni parte del mondo mi offrono, per togliermi la dolorosa corona di spine. Sono con voi gli Angeli Custodi, che vi conducono nella luce, così che il mio giardino sia presto tutto fiorito.

Allora la Chiesa e il mondo vedranno il capolavoro di amore, che per ora custodisco gelosamente nel mio Cuore Immacolato» .



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Manila (Filippine), 13 ottobre 1980. Anniversario ultima apparizione di Fatima.


Non peccate più.


«In questo giorno vi raccogliete qui, in un Cenacolo di preghiera, e ricordate la mia ultima apparizione nella Cova da Iria confermata dal miracolo del sole. Da questa terra, da Me prediletta, per l'amore e la devozione con cui sono amata e venerata, rivolgo ancora al mondo l'appello angosciato, che rivolsi nello stesso giorno a Fatima e che riassume, in poche parole, il messaggio che dal Cielo sono venuta a comunicarvi.
Non peccate più.
Non offendete più mio Figlio Gesù, che è già troppo offeso. Ritornate a Dio per mezzo della vostra conversione, sulla strada della preghiera e della penitenza.

Purtroppo questo mio messaggio è rimasto inascoltato. Così l'umanità ha continuato a
percorrere la strada della ribellione a Dio, del rifiuto ostinato della sua legge di amore.

Si è giunti persino alla negazione del peccato, a giustificare anche i più gravi disordini morali, in nome di una libertà falsamente intesa. Così Satana, il mio Avversario, è riuscito a farvi cadere nella sua seduzione.

Da molti si è persa la coscienza del peccato; perciò esso viene sempre più commesso e giustificato. E' quasi scomparso il senso del pentimento, che è il primo passo da compiere sulla via della conversione.
Anche nelle nazioni di più antica tradizione cristiana si è persino legittimato il grande delitto della uccisione dei bambini ancora nel seno della madre. Questo delitto grida vendetta al cospetto di Dio.

Questa è l'ora della giustizia e della misericordia. Questa è l'ora del castigo e della salvezza.
La Mamma Celeste intercede presso Dio per voi, perché mai, come in questi momenti, siete
così minacciati e così vicini alla prova suprema.

Per questo vi supplico di pentirvi e di ritornare a Dio. Per mezzo vostro, figli da Me prediletti e a Me consacrati, Apostoli miei in questi ultimi tempi, voglio che questo angosciato appello raggiunga gli estremi confini della terra.

Da questa nazione benedetta, su cui ho un grande disegno di amore e di luce, tutti vi raccolgo
nel rifugio del mio Cuore Immacolato».


"Io guardo al cuore delle nazioni, per cogliervi i semi di bene e farli fiorire nel giardino del mio Cuore Immacolato"


L'ATTUALITA' DEGLI ANGELI


ANCHE OGGI 
-come nel Vangelo e Atti degli Apostoli- 
IL SIGNORE OPERA MERAVIGLIE 
ATTRAVERSO I SUOI ANGELI

5,17Si levò allora il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di gelosia, 18e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. 19Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: 20«Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita».



12,6In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. 7Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. 8L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». 9Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.



10,3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». 4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. 5Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro. 

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LITANIE DEI SANTI ANGELI*
Signore, abbi pietà di noi
Gesù Cristo, abbi pietà di noi
Signore, abbi pietà di noi
Gesù Cristo, ascoltaci
Gesù Cristo, esaudisci
Padre celeste, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Figlio redentore del mondo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, che sei Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, Regina degli Angeli, prega per noi.
San Michele, Principe della milizia celeste,
prega per noi.
San Gabriele, inviato da Dio alla più pura delle vergini,
prega per noi.
San Raffaele, conduttore del giovane e virtuoso Tobia,
prega per noi.
Santi Angeli custodi, nostri protettori, nostri consiglieri, nostre guide,
pregate per noi.

Coro dei Serafini, prega per noi
Coro dei Cherubini, prega per noi
Coro dei Troni, prega per noi
Coro delle Dominazioni, prega per noi
Coro delle Virtù, prega per noi
Coro delle Potenze, prega per noi
Coro dei Principati, prega per noi
Coro degli Arcangeli, prega per noi
Coro degli Angeli, prega per noi
Santi Angeli, che siete sempre alla presenza dell' Altissimo ed eseguite i suoi ordini, pregate per noi.
Santi Angeli, che cantate senza sosta le lodi di Dio tre volte Santo, pregate per noi.
Santi Angeli, che non respirate che la gloria del Signore e che bruciate del fuoco del suo amore, pregate per noi.
Santi Angeli, che vegliate sulla felicità degli imperi e sulla salvezza delle anime, pregate per noi.
Santi Angeli, che gustate una gioia tutta celeste alla conversione di un peccatore, pregate per noi.
Santi Angeli, che presentate all' Onnipotente le nostre preghiere e i nostri voti, pregate per noi.
Santi Angeli, che volate in nostro soccorso quando siamo in pericolo, pregate per noi.
Santi Angeli, che ci sostenete nella lotta, pregate per noi.
Santi Angeli, che ci proteggete soprattutto negli assalti quotidiani del nemico,pregate per noi.
Santi Angeli, che portate le nostre anime in seno al Dio della misericordia, pregate per noi.
Santi Angeli, che lavorate senza sosta per portarci alla vera felicità con voi, pregate per noi.
Per il ministero dei tuoi santi Angeli, aiutaci e liberaci, o Signore.
Da tutti i mali che noi soffriamo per le nostre iniquità, aiutaci e liberaci, o Signore.
Dagli sforzi degli spiriti delle tenebre, così moltiplicati ai giorni nostri, aiutaci e liberaci, o Signore.
Da tutti i pericoli che ci minacciano, ma soprattutto dalla morte eterna, aiutaci e liberaci, o Signore.
Per l' intercessione dei tuoi santi Angeli, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Signore.

V/ Canteremo la tua grandezza alla presenza dei tuoi Angeli, mio Dio!
R/ Ti adoreremo nel tuo santo Tempio e benediremo il tuo Nome!

 PREGHIAMO
O Dio, che, per una ineffabile provvidenza, ti degni di inviare i tuoi Angeli per custodirci, facci la grazia di provare quaggiù gli effetti della loro potente protezione, e di partecipare un giorno alla felicità di cui essi gioiscono nell' eternità. Ti scongiuriamo per i meriti del nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te nell' unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

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Litanie all'Angelo Custode*
(Per il Primo lunedì d'ogni mese)
24750I



Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, abbiate pietà di noi.
Signore, abbiate pietà di noi.
Gesù Cristo, ascoltateci.
Gesù Cristo, esauditeci.
Padre Celeste che siete Dio, esauditeci.
Figliuolo di Dio, Redentore del mondo, esauditeci.
Spirito Santo che siete Dio, esauditeci.
SS.ma Trinità che siete un Dio solo, esauditeci.
S. Maria Regina degli Angeli, pregate per noi.
S. Angelo che mi guidate, reggetemi voi
" che mi avvisate "
" che mi consigliate "
" mio tutore "
" mio procuratore "
" mio fedele amico "
" che mi consolate nelle pene "
" mio fratello carissimo "
" mio pastore vigilante "
" testimonio delle mie azioni "
" mio aiuto nelle tentazioni "
" che presentate a Dio le mie preghiere "
" che intercedete per me "
" che mi sostenete nelle mie spirituali aridità "
" che presiedete alle mie azioni "
" che mi difendete nei perigli "
" che mi ammaestrate "
" mio conservatore "
" che per me supplicate al Signore, "
" che sciogliete le mie dubbiezze, "

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo,
 perdonateci, o
Signore.

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo, 
esauditeci, o
Signore.

Agnello di Dio che togliete i peccati del mondo, 
abbiate pietà di noi,
Signore.


V. Pregate per noi, o S. Angelo Custode.
R. Affinché ci rendiamo degni di partecipare alle promesse di Gesù Cristo.

PREGHIERA

Onnipotente ed Eterno Iddio, il quale per un disegno tutto speciale della ineffabile vostra bontà avete dato a tutti i fedeli, fin dalla loro nascita, un particolare Angelo Custode a fin di conservare i loro corpi e più le loro anime; concedetemi di grazia che io teneramente ami e fedelmente segua quello che voi nella vostra infinita misericordia m'avete assegnato, affinché io dalla vostra grazia aiutata/o, e dalla sua diligenza soccorsa, meriti come lui di vedere e contemplare in unione di tutti gli angeli, l'immensa gloria, con cui voi compensate gli eletti nella celeste patria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

* Estratto da: Serva di Dio Madre M. Agostina di Gesù, Manuale di preghiere

Viva il Signore: l'Angelo suo ci custodisce!

Santi Angeli Custodi 
Santi Angeli Custodi - Memoria (2 ottobre)
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popoloeletto.
Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.
Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos = messaggero.
Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione.
Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli.
Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l'aspetto estetico e formale.
Martirologio Romano: Memoria dei Santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.
 
La memoria dei Santi Angeli, oggi espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, comeAngeli Custodi, si celebra dal 1670 il 2 ottobre, data fissata da papa Clemente X (1670-1676); la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio.
Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano?
Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli, ha costituito una scienza propria detta “angiologia”; e tutti i Padri della Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta.
Come si vede la materia è così vasta e profonda, che è impossibile in questa scheda succinta, poter esporre esaurientemente l’argomento, ci limiteremo a dare qualche cenno essenziale.
Esistenza e creazione
La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del cielo e della terra a benedire il Signore: “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Col. 1.16) si dice: “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”.
Quindi anche gli angeli sono stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile; certamente prima dell’uomo, perché alla cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri progenitori.
Spiritualità
La spiritualità degli angeli, è stato oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa; San Giustino e Sant' Ambrogio attribuivano agli angeli un corpo, non come il nostro, ma luminoso, imponderabile, sottile; San Basilio e Sant' Agostino furono esitanti e si espressero non chiaramente; San Giovanni Crisostomo, San Gerolamo, San Gregorio Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità; il già citato Concilio Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono spirito senza corpo.
L’angelo per la sua semplicità e spiritualità è immortale e immutabile, privo di quantità non può essere localmente presente nello spazio, però si rende visibile in un luogo per esplicare il suo operato; non può moltiplicarsi entro la stessa specie e San Tommaso d’Aquino afferma che tante sono le specie angeliche quanti sono gli stessi angeli, l’uno diverso dall’altro.
Nella Bibbia si parla di angeli come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo Testamento essi appaiono chiaramente come puri spiriti.
Nella credenza ebraica essi furono talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.
Intelligenza e volontà
L’Angelo in quanto essere spirituale non può essere sprovvisto della facoltà dell’intelligenza e della volontà; anzi in lui debbono essere molto più potenti, in quanto egli è puro di spirito; sulla prontezza e infallibilità dell’intelligenza angelica, come pure sull’energia, la tenace volontà, la libertà superiore, il grande Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa Theologica”, alla quale si rimanda per un approfondimento.
Elevazione
La Sacra Scrittura suggerisce più volte che gli Angeli godono della visione del volto di Dio, perché la felicità alla quale furono destinati gli spiriti celesti, sorpassa le esigenze della natura ed è soprannaturale.
E nel Nuovo Testamento frequentemente viene stabilito un paragone fra uomini, Santi e angeli, come se la meta cui sono destinati i primi, altro non sia che una partecipazione al fine già conseguito dagli angeli buoni, i quali vengono indicati come ‘santi’, “figli di Dio”, ‘angeli di luce’ e che sono “innanzi a Dio”, “al cospetto di Dio o del suo trono”; tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine; essi furono santificati nell’istante stesso della loro creazione.
Caduta
Il Concilio Lateranense IV, definì come verità di fede che molti Angeli, abusando della propria libertàcaddero in peccato e diventarono cattivi.
San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza altrui.
Altri peccati non poté commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio, la disperazione.
Ancora San Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.
La tradizione cristiana ha dato il nome di Lucifero al più bello e splendente degli angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e precipitato dal cielo nell’inferno; l’orgoglio di Lucifero per la propria bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di angeli.
Contro di lui si schierarono altri angeli dell’esercito celeste capeggiati da Michele, ingaggiando una grande e primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu precipitato dal cielo; egli divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e simbolo della più sfrenata superbia.
Il nome Lucifero e la sua identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta Isaia (14, 12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV), come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del capo degli angeli.
“Come sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora!
Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni!
Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”
L’esercito celeste
La figura dell’Angelo come simbolo delle gerarchie celesti, in genere appare fin dai primi tempi del cristianesimo, collocandosi in prosecuzione della tradizione ebraica e come trasformazione dei tipi precristiani delle Vittorie e dei Geni alati, che avevano anche la funzione mediatrice, tra le supreme divinità e il mondo terrestre.
Attraverso l’insegnamento del “De celesti hierarchia” dello pseudo Dionigi l’Areopagita, essi sono distribuiti in tre gerarchie, ognuna delle quali si divide in tre cori.
La prima gerarchia comprende i serafini, i cherubini e i troni; la seconda le dominazioni, le virtù, le potestà; la terza i principati, gli arcangeli e gli angeli.
I cori si distinguono fra loro per compiti, colori, ali e altri segni identificativi, sempre secondo lo pseudo Areopagita, i più vicini a Dio sono i serafini, di colore rosso, segno di amore ardente, con tre paia di ali; poi vengono i cherubini con sei ali cosparse di occhi come quelle del pavone; le potestà hanno due ali dai colori dell’arcobaleno; i principati sono angeli armati rivolti verso Dio e così via.
Più distinti per la loro specifica citazione nella Bibbia, sono gli Arcangeli, i celesti messaggeri, presenti neimomenti più importanti della Storia della Salvezza; Michele presente sin dai primordi a capo dell’esercito del cielo contro gli angeli ribelli, apparve anche a Papa San Gregorio Magno sul Castel S. Angelo a Roma, lasciò il segno della sua presenza nel Santuario di Monte S. Angelo nel Gargano; Gabriele il messaggero di Dio, apparve al profeta Daniele; a Zaccaria annunciante la nascita di San Giovanni Battista, ma soprattutto portò l’annuncio della nascita di Cristo alla Vergine Maria; Raffaele è citato nel Libro di Tobia, fu guida e salvatore dai pericoli del giovane Tobia, poi non citato nella Bibbia, c’è Uriele, nominato due volte nel quarto libro apocrifo di Ezra, il suo nome ricorre con frequenza nelle liturgie orientali, Sant' Ambrogio lo poneva fra gli arcangeli, accompagnò il piccolo San Giovanni Battista nel deserto, portò l’alchimia sulla terra.
L’angelo nell’arte
Ricchissima è l’iconografia sugli angeli, la cui condizione di esseri spirituali, senza età e sesso, ha fatto sbizzarrire tutti gli artisti di ogni epoca, nel raffigurarli secondo la dottrina, ma anche con il proprio estro artistico.
Gli artisti, specie i pittori, vollero esprimere nei loro angeli un sovrumano stato di bellezza, avvolgendoli a volte in vesti sacerdotali o in classiche tuniche, a volte come genietti dell’arte romana, quasi sempre con le ali e con il nimbo (nuvoletta); dal secolo IV e V li ritrassero in aspetto giovanile, efebico, solo nell’epoca barocca apparirà il tipo femminile.
Gli angeli furono raffigurati non solo in atteggiamento adorante, come nelle magnifiche Natività o nelle Maestà medioevali, ma anche in atteggiamento addolorato e umano nelle Deposizioni, vedasi i gesti di disperazione per la morte di Gesù, degli angeli che assistono alla deposizione dalla croce, nel famoso dipinto di Giotto “Compianto di Cristo morto” (Cappella degli Scrovegni, Padova).
Poi abbiamo angeli musicanti e che cantano in coro, che suonano le trombe (tubicini); gli angeli armati in lotta con il demonio; angeli che accompagnano lo svolgersi delle opere di misericordia, ecc.
L’angelo nella Bibbia
Specifici episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, indicano la presenza degli Angeli: la lotta con l’angelo di Giacobbe (Genesi 32, 25-29); la scala percorsa dagli angeli, sognata da Giacobbe (Genesi, 28, 12); i tre angeli ospiti di Abramo (Genesi, 18); l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto.
L’annuncio ai pastori della nascita di Cristo; l’angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino; gli angeli che adorano e servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto; l’angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne, la resurrezione di Cristo; la liberazione di San Pietro, dal carcere e dalle catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica dell’Apocalisse di San Giovanni Evangelista.
L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode, l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Il nome di ‘angelo’ nel discorrere corrente, ha assunto il significato di persona di eccezionale virtù, di bontà, di purezza, di bellezza angelica e indica perfezione(Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
 
Il nuovo Calendario universale della Chiesa ha conservato, a questa data, non la festa, ma la memoria degli Angeli Custodi.
Abbiamo già parlato, il 5 maggio, dell'unico Santo che ripete, nei calendari, il nome di Angelo, il carmelitano Martire in Sicilia.
Ma tra i moltissimi fedeli che ripetono questo nome così diffuso non mancheranno quelli che preferiscono celebrare il loro onomastico nel giorno dedicato proprio agli Angeli, non di nome ma di fatto.
Un tempo questa festa veniva celebrata il 29 settembre, insieme con quella di San Michele, custode e protettore per eccellenza.
Tre giorni fa, a quella data, abbiamo ricordato i tre Arcangeli principali, e diciamo così prototipi, ognuno con il loro nome: Michele, Gabriele e Raffaele.
L'uso di una festa particolare dedicata agli Angeli Custodi si diffuse nella Spagna nel '400, e nel secolo successivo in Portogallo, più tardi ancora in Austria. Nel 1670, il Papa Clemente X ne fissò la data al 2 ottobre.
La devozione per gli Angeli è più antica di quella per i Santi: prese particolare importanza nel Medioevo quando i monaci solitari ricercarono la compagnia di queste invisibili creature e le sentirono presenti nella loro vita di silenzioso raccoglimento.
Dopo il concilio di Trento, la devozione per gli Angeli fu meglio definita e conobbe nuova diffusione. Nella vita attuale, però, gli uomini trascurano sempre di più la propria angelica compagnia, e non avvertono ormai la presenza di un puro spirito, testimone costante dei pensieri e delle azioni umane.
Di solito si parla dell'Angelo Custode soltanto ai bambini, e per questo anche l'iconografia si è fissata sulla figura dell'Arcangelo Raffaele, che guida e conduce il giovane Tobiolo.
Gli adulti, invece, dimenticano facilmente il loro adulto testimone e consigliere, il loro invisibile compagno di viaggio, il muto testimone della loro vita. E anche questo aumenta il senso della desolazione e addirittura dell'angoscia che caratterizza il nostro tempo, nel 4uale si sono lasciate cadere, come infantili fantasie, tante consolanti e sostenitrici verità di fede.
Infatti verità di fede che ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angiolo Custode, che lo accompagna, lo ispira e lo guida, per tutta la vita, fino alla morte, esemplare perfetto della condotta che si dovrebbe tenere nei riguardi di Dio e degli uomini.
L'Angiolo Custode è dunque il luminoso specchio sul quale ogni cristiano dovrebbe riflettere la propria condotta giornaliera.
Per questo la Chiesa ha dettato una delle più belle preghiere che dice: "Angiolo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste.
Così sia". (Fonte: Archivio Parrocchia)
Giaculatoria. - Santi Angeli Custodi, pregate per noi.