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domenica 2 giugno 2013

BENEDETTO XVI, * ANGELUS *


"HOC EST ENIM CORPUS MEUM"



BENEDETTO XVI ANGELUS -  Castel Gandolfo  -  Domenica, 18 settembre 2005

<<Cari fratelli e sorelle!

Mentre l’Anno dell’Eucaristia si avvia al termine, vorrei riprendere un tema particolarmente importante, che stava tanto a cuore anche al venerato mio predecessore Giovanni Paolo II: la relazione tra la santità, via e meta del cammino della Chiesa e di ogni cristiano, e l'Eucaristia.


In particolare, il mio pensiero va quest'oggi ai sacerdoti, per sottolineare che proprio nell'Eucaristia sta il segreto della loro santificazione. In forza della sacra Ordinazione, il sacerdote riceve il dono e l'impegno di ripetere sacramentalmente i gesti e le parole con i quali Gesù, nell'Ultima Cena, istituì il memoriale della sua Pasqua. Tra le sue mani si rinnova questo grande miracolo d'amore, del quale egli è chiamato a diventare sempre più fedele testimone e annunciatore (cfr Lett. ap. Mane nobiscum Domine, 30). Ecco perché il presbitero dev'essere prima di tutto adoratore e contemplativo dell'Eucaristia, a partire dal momento stesso in cui la celebra. Sappiamo bene che la validità del Sacramento non dipende dalla santità del celebrante, ma la sua efficacia, per lui stesso e per gli altri, sarà tanto maggiore quanto più egli lo vive con fede profonda, amore ardente, fervido spirito di preghiera.

Durante l'anno, la Liturgia ci presenta come esempi santi ministri dell'Altare, che hanno attinto la forza dell'imitazione di Cristo dalla quotidiana intimità con lui nella celebrazione e nell'adorazione eucaristica. 

Qualche giorno fa abbiamo fatto memoria di san Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli alla fine del quarto secolo. Fu definito "bocca d'oro" per la sua straordinaria eloquenza; ma venne anche chiamato "dottore eucaristico", per la vastità e la profondità della sua dottrina sul santissimo Sacramento. La "divina liturgia" che più viene celebrata nelle Chiese orientali porta il suo nome, e il suo motto: "basta un uomo pieno di zelo per trasformare un popolo", evidenzia quanto efficace sia l'azione di Cristo attraverso i suoi ministri. 

Nella nostra epoca, spicca poi la figura
 di san Pio da Pietrelcina, ….
Celebrando la santa Messa, egli riviveva con tale fervore il mistero del Calvario da edificare la fede e la devozione di tutti. Anche le stigmate, che Dio gli donò, erano espressione di intima conformazione a Gesù crocifisso. 

Pensando ai sacerdoti innamorati dell'Eucaristia, non si può inoltre


 dimenticare san Giovanni Maria Vianney, umile parroco di Ars ai tempi della rivoluzione francese. Con la santità della vita e lo zelo pastorale, egli riuscì a fare di quel piccolo paese un modello di comunità cristiana animata dalla Parola di Dio e dai Sacramenti.

Ci rivolgiamo ora a Maria, pregando in modo speciale per i sacerdoti del mondo intero, affinché traggano da questo Anno dell'Eucaristia il frutto di un rinnovato amore al Sacramento che celebrano. Per intercessione della Vergine Madre di Dio, possano sempre vivere e testimoniare il mistero che è posto nelle loro mani per la salvezza del mondo.>>
VALE! Ad multos annos!


domenica 24 febbraio 2013

BENEDETTO XVI ANGELUS Piazza San Pietro Domenica, 24 febbraio 2013



ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 24 febbraio 2013

Cari fratelli e sorelle!

Grazie per il vostro affetto! Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo.
L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).

Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale.
Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione.
«L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).

Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.

SIT NOMEN VIRGINIS MARIAE
BENEDICTUM!