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martedì 8 maggio 2018

8 maggio: NOSTRA SIGNORA MEDIATRICE DI TUTTE LE GRAZIE


die 8 aut 31 Maji

B. MARIAE VIRGINIS

OMNIUM GRATIARUM MEDIATRICIS



Introitus Hebr. 4, 16
ADEÁMUS cum fidúcia ad thronum grátiae, ut misericórdiam consequámur, et grátiam inveniámus in auxílio opportúno. (T. P. Allelúja, allelúja.) Ps. 120, 1 Levávi óculos meos in montes: unde véniet auxílium mihi. V/. Glória Patri.


Oratio


DÓMINE Jesu Christe, noster apud Patrem mediátor, qui beatíssimam Vírginem matrem tuam, matrem quoque nostram et apud te mediatrícem constitúere dignátus es: concéde propítius ; ut quisquis ad te benefícia petitúrus accésserit, cuncta se per eam impetrásse laetétur: Qui vivis et regnas cum eódem Deo Patre.


Léctio Isaíae Prophétae.

Isai. 55, 1-3 et 5


OMNES sitiéntes, veníte ad aquas: et qui non habétis argéntum, properáte, émite et comédite: veníte, émite absque argénto et absque ulla commutatióne vinum et lac. Quare appénditis argéntum non in pánibus, et labórem vestrum non in saturitáte ? audíte, audiéntes me, et comédite bonum, et delectábitur in crassitúdine ánima vestra. Inclináte aurem vestram, et veníte ad me: audíte, et vivet ánima vestra. Ecce gentem, quam nesciébas, vocábis: et gentes, quae te non cognovérunt, ad te current propter Dóminum Deum tuum, et Sanctum Israël, quia glorificávit te.


Graduale Eccli. 24, 25-26 In me grátia omnis viae et veritátis, in me omnis spes vitae et virtútis. V/. Transíte ad me, omnes qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini.
Allelúja, allelúja. V/. Salve, Mater misericórdiae, Mater spei et grátiae, o María. Allelúja.



Post Septuagesimam, omissis Allelúja et Versu sequenti, dicitur

Tractus Ap. 22, 16-17 Ego sum radix et genus David, stella pléndida et matutína. V/. Et spíritus et sponsa dicunt: Veni. Et qui audit, dicat: Veni. V/. Et qui sitit, véniat ; et qui vult, accípiat aquam vitae gratis.

Tempore autem Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:


Allelúja, allelúja. V/. Isai. 60, 4 Leva in circúitu óculos tuos, et vide: omnes isti congregáti sunt, venérunt tibi. Allelúja. V/. Fílii tui de longe vénient, et fíliae tuae de látere surgent. Allelúja.




+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.

Joann. 19, 25-27


IN illo témpore: Stabant juxta crucem Jesu mater ejus, et soror matris ejus María Cléophae, et María Magdaléne. Cum vidísset ergo Jesus matrem, et discípulum stantem, quem diligébat, dicit matri suae: Múlier, ecce fílius tuus. Deínde dicit discípulo: Ecce mater tua. Et ex illa hora accépit eam discípulus in sua.


Credo.


Offertorium Jerem. 18, 20 Recordáre, Virgo Mater, in conspéctu Dei, ut loquáris pro nobis bona, et ut avértat indignatiónem suam a nobis. (T. P. Allelúja.)



Secreta


MATRIS tuae ac mediatrícis nostrae précibus, Dómine, quaésumus: haec hostiárum oblátio nosmetípsos, tua grátia largiénte, tibi perfíciat munus aetérnum: Qui vivis.


Praefatio de beata Maria Virgine Et te in Festivitáte.


Communio Esther 15, 17 Valde mirábilis es, o María, et fácies tua plena est gratiárum. (T. P. Allelúja.)



Postcommunio


SUBVÉNIAT nobis, Dómine, beátae Maríae Matris tuae ac nostrae mediatrícis orátio: ut per haec sacrosáncta commércia, tua grátia largiénte, ad redemptiónis aetérnae proficiámus augméntum: Qui vivis.


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AMDG et DVM

venerdì 17 febbraio 2017

Corredentrice e Mediatrice e Avvocata

!QUÉ HERMOSA ERES VIRGENCITA!
Maria Santissima Nostra Signora di Guadalupe,
La Perfetta

SONO MATURI I TEMPI PER IL QUINTO DOGMA SU MARIA (!?)
Il titolo sarebbe ''Co-redentrice e insieme Mediatrice e Avvocata dell'umanità'', dopo i 4 già proclamati: Madre di Dio (410), Verginità perpetua (553), Immacolata Concezione (1854), Assunzione in cielo in corpo e anima (1950)

Il vescovo di Haarlem-Amsterdam, monsignor Joseph Punt, nel maggio 2002, approva ufficialmente le apparizioni di Amsterdam. 

Nei messaggi affidati alla veggente Ida Peerdeman, la Madonna avrebbe chiesto in maniera esplicita un nuovo dogma, che dovrebbe attribuirle il titolo di Maria Corredentrice, Mediatrice e Avvocata. La "Signora di Tutti i Popoli", come si definisce, promette solennemente che «Ella salverà il mondo sotto questo titolo» (20 marzo 1953). 
Descrive inoltre cosa accadrà: «Quando il dogma, l'ultimo dogma della storia mariana, sarà proclamato, allora la Signora di Tutti i Popoli donerà la Pace, la vera Pace al mondo» (31 maggio 1954). 

In realtà questo eventuale quinto dogma, su cui si discute da molti anni, suscita le forti critiche di alcuni settori della Chiesa, i quali ritengono la parola "corredenzione" equivoca e poco adatta per descrivere in modo teologicamente corretto la posizione unica di Maria nel piano salvifico, preoccupati che l'incomparabile, unico ruolo di Gesù come divino Redentore possa esserne sminuito [stiano tranquilli questi critici: Gesù non si offende: Egli rimane sempre quello che è: ossia "generato non creato", mentre Maria è "generata ma creata" degna Figlia del Padre come Suo Figlio... e quindi divina avendo partorito un Dio, come professiamo nel Credo: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Ecco l'importanza della Divina Immacolata Concezione!]; gli stessi critici temono inoltre [al solito] che possa compromettere il già difficile dialogo ecumenico con le altre denominazioni cristiane. C'è infine da sottolineare che difficilmente un dogma verrà mai proclamato a causa di una rivelazione privata.

TRA I "SOSTENITORI", PADRE PIO E MADRE TERESA

Il termine "corredenzione" esprime la particolare cooperazione della Beata Vergine Maria all'opera di redenzione compiuta da Gesù Cristo. Non è una dottrina ancora compiutamente definita e accettata: è infatti oggetto di dibattito tra i teologi. 
Alla base della corredenzione di Maria ci sono i punti dottrinali seguenti: Maria, in quanto Madre di Cristo, è partecipe della Sua vita e delle Sue opere; nel disegno di Dio Padre, Maria è associata a Cristo per il trionfo sul peccato così come "Eva" fu associata ad Adamo nel peccato originale; Maria è stata associata alla Passione e morte di Gesù, partecipandovi con il suo dolore di madre.

Riguardo all'uso del termine "corredentrice" da parte del Magistero recente, gli oppositori alla definizione del nuovo dogma fanno notare che tale termine è sì presente in alcuni documenti pontifici, ma essi sono marginali e quindi privi di peso dottrinale. Nei documenti fondamentali di carattere mariano di qualche rilievo dottrinale, il termine "corredentrice" è assente. 
Nella lista dei sostenitori del dogma di Corredentrice, Mediatrice e Avvocata ci sono nomi importanti come Vincenzo Pallotti, Anna Caterina Emmerich, Leopoldo Mandic, Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Padre Pio e Madre Teresa. 

C'è chi fa notare che lo stesso  Giovanni Paolo Il ha usato più volte il titolo "corredentrice", ad esempio durante l'udienza generale dell'8 settembre 1982 («Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell'umanità»). 
Ma è anche vero che l'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger, riferì al giornalista tedesco Peter Seewald, nel libro Dio e il mondo, che la collaborazione di Maria nel piano salvifico «viene meglio espressa tramite altri titoli, mentre la formula "Corredentrice" si allontana troppo dal linguaggio e dagli scritti dei Padri della Chiesa e per questo suscita dei fraintendimenti». J. Ratzinger da Prefetto  Dio lo volle Papa e, checché ne pensino gli antichi Padri della Chiesa allora reticenti in questo tema, da Papa quale è non avrà alcuna difficoltà a proclamare l'ultimo divino dogma della nostra divina Madre Maria. Veni Sancte Spiritus!

Una riflessione mi ha sempre affascinato. Mi domando: perché non tener conto delle letture bibliche che la liturgia antica usava e usa con insistenza nelle sante Messe della Beata Vergine Maria? Un motivo ci deve essere se ha scelto passi come questi presi dal Libro della Sapienza, citato come Eccli. 24, 14-16 (= 9-12): Lectio libri Sapientiæ.  <<Ab initio et ante sæcula creata sum, et usque ad futurum sæculum non desinam, et in habitatione sancta coram ipso ministravi. Et sic in Sion firmata sum, et in civitate sanctificata similiter requievi, et in Jerusalem potestas mea. Et radicavi in populo honorificato, et in parte Dei mei hereditas illius, et in plenitudine sanctorum detentio mea. 
[9]Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
[10]Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
[11]Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
[12]Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità. >>

Ricordo benissimo che il Cardinale Mario Luigi Ciappi O.P., teologo personale del Santo Padre negli anni novanta, ha sempre dato molta importanza alle letture bibliche  usate nella liturgia delle Messe Mariane, e da esse ricavava tantissime argomentazioni per magnificare la Vergine Divina nella Santa Chiesa e nell'umanità.

Realizzandosi il piano celeste "gli uomini vedranno la Potenza del Signore e ne saranno fortemente impressionati, e nonostante tutto dovranno piegarsi dinnanzi a questa meravigliosa realtà come fu detto “Alla fine, il Cuore Immacolato di Gesù ed il Cuore Immacolato di Maria, trionferanno!”. Tale sarà la meravigliosa realtà della Chiesa rinnovata. E’ per questo allora che la vera Chiesa sarà così bella, come non lo è mai stata, perché verrà invasa dal fremito dello Spirito Santo e sarà totalmente carismatica. Così si compirà l’evento/avvento del Regno di Cristo e Maria sulla terra auspicato da tanto tempo e da tante anime. In altre parole, sarà il divino intermediario ritorno di Cristo e la conclusione perfetta della grande lotta e della più grande battaglia tra le forze oscure del male e le Potenze della Luce.

Purtroppo numerosi mariologi [un poco o abbastanza allergici a certe cose!...] pur non avendo difficoltà a venerare la Madonna col titolo di "Corredentrice", non vedono la necessità di un'altra definizione dommatica. 
Altri invece pur aperti al dogma, lo ritengono inopportuno per l'immediato futuro.

Insomma la discussione teologica rimane vivissima. E occorrono più che mai ginocchia adoranti e mani strette al santo Rosario per accelerare la sospirata dichiarazione pontificia. Canteremo allora il Magnificat perfetto all'Altissimo Dio Uno e Trino indissolubilmente unito al suo Giglio ch'è Maria.
C'è infine chi ipotizza come il Santo Padre potrebbe chiedere a tutti i vescovi del mondo la loro opinione al riguardo, e poi decidere. Come fece il beato Pio IX per il dogma dell'Immacolata Concezione.

Nota di BastaBugie: ecco il video del 1950 della proclamazione da parte di papa Pio XII del dogma dell'Assunta (assunzione al cielo in corpo e anima della Beata Vergine Maria)

https://www.youtube.com/watch?v=33NADLqHKkg
AVE MARIA PURISSIMA!

giovedì 20 ottobre 2016

*LA GLORIA DEL OLIVO: BENEDICTO XVI Pastor que da la vida por sus ovejas

Maria Santissima Nostra Signora di Guadalupe, La Perfetta

LA GLORIA DEL OLIVO: BENEDICTO XVI 
 14-10-2016 


Señor mío, esta noche del viernes 14-de octubre del 2016, poco antes del comienzo de mi oración y encuentro contigo, me llevas al encuentro espiritual con el papa Benedicto XVI, siendo conducida por Tu Santo y Divino Espíritu, me unes a él, principalmente, en un acto de despedida, también de agradecimiento por su pontificado y servicio como Tu Vicario aquí en Tu Iglesia. 

Al mismo tiempo, ha sido un encuentro de unión mística de su Iglesia para dar continuidad a lo que él termina. Habiéndolo Tu purificado y llevado a una preparación para este final de su carrera y misión aquí en la tierra, en paz está ya su alma aguardando solamente el día y la hora que Tú ya le tienes destinada para cumplir con su última encomienda, antes de dar la vida por ti, en testimonio de la Verdad por amor a la cruz. 

Él sabe que su hora esta ya próxima, y por eso has permitido este encuentro de almas que Tú, mi Dios, ya habías venido preparando, en días pasados, en mis ofrecimientos por el papa Benedicto XVI. 
Amén  

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Yo conozco todos los caminos del hombre y el fondo de vuestros corazones, voy preparando todos los acontecimientos a fin de que todo se cumpla como os lo he anunciado y en Mi Voluntad. 

Próxima está ya la hora para Mi Benedicto, alma víctima del Amor Santo; por eso, Yo he deseado esta unión de almas víctimas, encuentro de despedida, siendo también un acto de agradecimiento y un pacto de amor, entre Mi Vicario y vosotras, almas unidas místicamente a Él, Pastor que da la vida por sus ovejas; y también de agradecimiento, por parte de Benedicto, con vuestra alma que generosamente asume y tomáis como propio parte de su sufrimiento en su martirio, al igual que otros de mi profetas y almas victimas por amor y fidelidad a Benedicto XVI. Lo mismo es para los dos pilares que ahora sostienen a Mi Iglesia, Juan de Dios Mi ungido, y Joseph. 

El alma de Benedicto comunica a vuestra alma en esta unión mística, unas palabras para su Rebaño y vos, como mensajera, debéis comunicar y hacer llegar su mensaje. 

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Benedicto XVI 

La paz y el amor de Dios Padre, Dios Hijo y Dios Espíritu Santo esté con todos vosotros, pueblo de Dios, rebaño fiel del PASTOR Eterno de las almas, Jesucristo, el Señor. 

El Señor me eligió como Pastor de Su Rebaño aquí en la tierra, Vicario de Su Iglesia, llevando el emblema LA GLORIA DEL OLIVO; y es ahora, al final de mi carrera, cuando ya mis días están contados, que Jesucristo Misericordioso ha tenido gran Misericordia de mí, su siervo, pues postrado me he encontrado yo a los pies de Mi Salvador; y ante todos vosotros, hermanos míos, me reconozco un gran pecador, habiendo sucumbido a numerosos engaños, tentaciones y trampas del enemigo del alma, que nos sabe bien poner en el camino mientras vamos peregrinos en esta tierra. 

Mi corazón siempre fue recto, siempre fue para el Señor, quien me llamó a servirle y ser pescador de hombres, Jesucristo Salvador, Rey de Reyes, Señor de Señores y Rey de la Gloria. 

Como mi antecesor, Juan Pablo II, yo también llegué a comprender las palabras proféticas para este final de los tiempos: MEXICO SIEMPRE FIEL; lugar en donde quiso establecer su casita la Santísima Virgen María, la Guadalupana, que como a Juan Diego ME SALIÓ AL ENCUENTRO a mi llegada a esta tierra mexicana, porque no sólo el Tepeyac es de María sino toda la nación que tanto la venera. 

Fue como si el Tepeyac, tierra de gracia y bendición, tierra de Santos Mártires, me estuviese revelado a Mi, Siervo de Dios, mi Calvario, porque la Gracia de la gran Madre de Dios me salió al encuentro, y desde ahí marcó, en mi alma, el principio del final de mi misión como Vicario de Cristo. 

Todo estaba ya dicho y elegido por el Cielo, y el que tiene todo el poder, el honor y la gloria, pero mi hora aún no estaba señalada; y la señaló el mismo Dios por medio de la Santísima Virgen María; y el día de mi renuncia a la falsa Iglesia, a la Iglesia apóstata, así lo quiso y lo permitió en mi el Altísimo, a fin de dar todo cumplimiento a este final de los tiempos y a todas la profecías y apariciones de la Santísima Virgen María en el mundo entero. 

EL OLIVO ES EL SEÑOR, EL HIJO DE DIOS, que quiso entregarse en la Cruz para salvarnos y darnos vida eterna. Hay que pasar y subir al Calvario para darle Gloria a Dios, al Señor que nos eligió para completar en nosotros su Obra Divina. 

El Señor, que es siempre fiel, bondadoso y rico en Misericordia, me ha sumergido con Él en sus agonías, en su Pasión dolorosa, que debo yo también, al igual que el Divino Maestro, culminar en el monte calvario, en el huerto de los olivos, en donde he estado este tiempo y en donde debe terminar mis días en esta tierra de paso, para luego ir al encuentro definitivo con el Señor, por la eternidad, donde Él me espera, habiendo sido purificada mi alma por mis numerosos pecados y negligencias en la misión que el Señor me confió. Pueda yo, hermanos míos, darle LA GLORIA AL OLIVO, AL SEÑOR, AL PASTOR SUPREMO DE LAS ALMAS. 

He sufrido con gozo y paz esta purificación para mi propia alma y por el rebaño que se me ha confiado y el depósito de la fe. La Santísima Virgen María ha sido mi fiel compañera del calvario, y lo será hasta mi último suspiro, que será en la cruz del Señor, dando un Verdadero testimonio del amor a la Cruz, para que también cada uno de vosotros, mis hermanos en la Fe, sigan no mis pasos sino los de Aquél que me llamó a servirle, AL HIJO DE DIOS VIVO, DEL DIOS VERDADERO, que murió y resucitó en la cruz por mi, pobre pecador, e indigno siervo suyo, y por cada uno de vosotros, mis queridos hermanos. 

No desfallezcáis, porque ahora, comenzando conmigo como Pastor y Vicario de Cristo, es nuestra pasión, la pasión de la Iglesia de Cristo; tenéis a María como LA CORREDENTORA, SEÑORA Y ABOGADA, MEDIADORA DE TODAS LAS GRACIAS, caminemos, pues, de la mano de MARIA, LA MADRE DE DIOS ALTISIMO, LA QUE ES CORREDENTORA EN ESTA HORA, CORREDENTORA DE LA VERDADERA IGLESIA, la que ahora está escondida conmigo, la que persevera en la verdad, la que va rumbo al calvario. 

YO, BENEDICTO XVI, VICARIO DE CRISTO, último Papa y Pastor universal del Rebaño de Cristo, declaro ya desde ahora, a vosotros Iglesia, que EL TRIUNFO YA ES DE MARIA, LA CORREDENTORA, la que en estos tiempos guía y lleva a la Iglesia al monte Calvario, a dar la vida y morir por Cristo Jesús. 

Mis días están ya contados y voy gustoso a dar la vida por Mi Salvador, pidiendo, al que me llamó, a darle Honor y Gloria: que mi purificación, mi martirio del alma, que ya he padecido por tres años y medio en este exilio, sirva para rescate de las almas que Dios Misericordioso me confió a mi, indigno siervo suyo. 

Agradezco a cada uno de vosotros, mis hermanos, los que amáis al Señor y buscáis de todo corazón la verdad, dar testimonio de quien es la Verdad y la Vida, la Luz del mundo y sal de la tierra, JESUCRISTO, CAMINO, VERDAD Y VIDA, ÚNICO medio y camino para la salvación del alma. Sólo por Él se llega al PADRE Y AL CONOCIMIENTO DE LA VERDAD; Y LA VERDAD ES UNA, COMO UNO SOLO ES EL SEÑOR. 
El que nos espera a cada uno en la Cruz, en el huerto de los olivos, en el monte calvario. 

La oración nos une en la Voluntad  Divina, único medio de salvación. Vayamos, pues, hermanos míos al encuentro de Jesús en compañía de María, la Santísima Madre del Salvador; Ella la elegida desde siempre, LA CORREDENTORA EN ESTA HORA. 

Reciban mi Bendición. 

BENEDICAT VOS OMNIPOTENS DEUS, PATER, ET FILIUS ET SPIRITUS SANCTUS. 

Amén, amén, amén.

AVE MARIA PURISSIMA
NOSTRA DIVINA MEDIATRICE 
E CORREDENTRICE 

mercoledì 24 giugno 2015

Dice Maria:


Dice Maria:

«Se la mia presenza aveva santificato il Battista, non aveva levato ad Elisabetta la condanna venuta da Eva.
"Tu darai dei figli con dolore " aveva detto l'Eterno. Io sola, senza macchia e che non avevo avuto coniugio umano, fui esente dal generare con dolore. La tristezza e il dolore sono i frutti della colpa. Io, che ero l'Incolpevole, dovetti conoscere anche il dolore e la tristezza, perché ero la Corredentrice. Ma non conobbi lo strazio del generare. No. Non conobbi questo strazio.

Ma credimi, o figlia, che non vi fu né vi sarà mai strazio di puerperio simile al mio di Martire di una Maternità spirituale che si è compita sul più duro letto, quello della mia croce, ai piedi del patibolo del Figlio che mi moriva. 
E quale la madre che si trovi costretta a generare in tal modo? A mescolare lo strazio delle viscere, che si lacerano per i rantoli della sua Creatura morente, a quello delle viscere che si convellono per dover superare l'orrore di dover dire: "Vi amo. Venite a me che vi son Madre "agli uccisori del Figlio nato dal più sublime amore che abbia mai visto il Cielo, dall'amore di un Dio con una vergine, dal bacio di Fuoco, dall'abbraccio di Luce che si fecero Carne, e di un seno di donna fecero il Tabernacolo di Dio?

" Quanto dolore per esser madre! "dice Elisabetta. Tanto! Ma un nulla rispetto al mio.
"Lasciami mettere le mani sul tuo seno". Oh! se nel vostro soffrire mi chiedeste sempre questo!
Io sono l'eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel seno mio, come tu lo hai visto lo scorso anno, come Ostia nell'ostensorio. (23 giugno 1943, ne “I quaderni del 1943”) 

Chi viene a me, Lui trova. Chi a me si appoggia, Lui tocca. Chi a me si volge, con Lui parla. Io sono la sua veste. Egli è l'anima mia. Più, più ancora unito, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che mi cresceva in seno, il Figlio mio è unito alla sua Mamma. E si assopisce ogni dolore, e fiorisce ogni speranza, e fluisce ogni grazia a chi viene a me e mi posa il suo capo sul seno.

Io prego per voi. Ricordatevelo. La beatitudine d'esser nel Cielo, vivente nel raggio di Dio, non mi smemora dei miei figli che soffrono sulla terra. Ed io prego. Tutto il Cielo prega. Poiché il Cielo ama. Il Cielo è carità che vive. E la carità ha pietà di voi. Ma, non ci fossi che io, vi sarebbe già sufficiente preghiera per i bisogni di chi spera in Dio. Poiché io non cesso di pregare per voi tutti, santi e malvagi, per dare ai santi la gioia, per dare ai malvagi il pentimento che salva.

Venite, venite, o figli del mio dolore. Vi attendo ai piedi della Croce per darvi grazia».

AVE MARIA PURISSIMA!


martedì 27 gennaio 2015

Maria SS.ma «è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» (n. 62). Al titolo di mediatrice, possiamo aggiungere quello di co-redentrice? la risposta è affermativa.




Padre Georges Cottier O.P., teologo della Casa Pontificia. Maria SS «è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice». Al titolo di mediatrice, possiamo aggiungere quello di co-redentrice?

Maria corredentrice

Padre Georges Cottier O.P., teologo della Casa Pontificia
Congregazione per il Clero
Teleconferenze - Mariologia - 29/5/2002

 
Nel bel capitolo conclusivo della Constituzione Conciliare Lumen gentium sulla Chiesa, dedicato alla Vergine Maria, leggiamo: «Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col  Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr.  Gv 19,25), soffrendo profondamento col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr.  Gv 19, 26-27)» (n. 58).
Queste linee di grande intensità sono l’eco di una lunga tradizione autenticata dal Magistero. La Madre del Figlio di Dio fatto uomo è consacrata, sotto la croce, Madre del suo Corpo Mistico. Quindi sarà proclamata Madre della Chiesa da Paolo VI. Questo titolo illumina il senso dell’«intima unione» di Maria con la Chiesa, dove occupa, «in modo eminente e singolare» il «primo posto» (cfr. n. 63). È nella sua persona che la Chiesa ha già raggiunto quella perfezione che la rende senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5, 27). Della Chiesa è il modello (typus). Si deve ritenere sia che Maria non è fuori dalla Chiesa, dal momento che è il suo membro eminente e esemplare, sia che esercita sulla Chiesa una funzione materna. Il mistero della Chiesa et il mistero di Maria s’includono e s’illuminano reciprocamente.

Come spiegarlo? Il Concilio, dopo aver ricordato le parole dell’Apostolo (1 Tim 2, 5-6): «Poiché non vi è che un solo Dio, uno solo è anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto», e aggiunge che «la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia» (n.60).

La vita di grazia, partecipazione alla vita divina, esiste in principio e in pienezza in Cristo, Capo del Corpo Mistico, per essere comunicata al suo Corpo, che è la Chiesa. Con questa comunicazione il Cristo attira la Chiesa e ogni suo membro ad assimilarsi a Lui, a conformarsi a Lui e a partecipare al dono di se stesso al Padre, tramite il quale ha salvato l’umanità. Unico mediatore: il dono di se stesso è totalmente, infinitamente sufficiente per la salvezza del mondo. Che ne renda partecipe la sua Chiesa, questo è un segno del suo amore e della profondità dell’unione alla quale l’introduce. Come ogni vita, la vita della grazia è feconda, essa porta il suo frutto in abbondanza. Una legge si verifica qui sia per la Chiesa che per Maria, in proporzione ai suoi singolari privilegi.

Il testo del Concilio, che abbiamo citato, lo rileva con forza: Sotto la croce, Maria soffre profondamente col suo Unigenito; si associa con animo materno al suo sacrificio; amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata: che significano queste affermazioni se non che Maria ha una parte attiva nel mistero della Passione e nell’opera della Redenzione?

Il Concilio stesso lo precisa: la madre del divino Redentore fu «generosamente associata alla sua opera a un titolo assolutamente unico»: «(...)soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia» (n.61).
«Dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna».

Per questo Maria «è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» (n. 62).
Al titolo di mediatrice, possiamo aggiungere quello di co-redentrice? Alla luce di quanto precede, la risposta è affermativa. Infatti, il Concilio stesso per evitare qualsiasi falsa interpretazione, aggiunge che l’impiego di questi titoli, è legittimo se però va inteso «in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore» (ibid).

Si rileverà che questo titolo di co-redentrice non figura nel testo conciliare. Si può pensare che questa assenza voluta obbediva ad una motivazione ecumenica. L’uso del termine necessitava di ulteriori sviluppi[1].

È vero che, se il termine di co-redenzione doveva evocare una giustapposizione e un’addizione all’opera redentrice del Salvatore, doveva essere respinto con vigore. È in quanto predestinata, suscitata, contenuta dal sacrificio redentore di Cristo, in modo subordinato, partecipato, in totale dipendenza da Lui, che s’intende la co-redenzione di Maria sotto alla Croce, così come è pienamente compenetrata dall’intercessione del Figlio nella gloria, la sua mediazione d’intercessione al cielo.

Il Concilio ha enunciato il principio che, traducendo una intuizione della fede, regola tutta la riflessione teologica in questo campo: «Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla médiazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita» (n. 60).
Alla luce di questo principio, comprendiamo in che senso Maria, a titolo unico, è co-redentrice, e come in modo proporzionale la Chiesa è co-redentrice. Comprendiamo ancora in che senso, la vocazione di tutti i battezzati alla santità  li porta a partecipare al mistero della salvezza. Ognuna di queste participazioni è come un’epifania della fecondità della Croce di Gesù.


Note:

[1]Ciò, logicamente, rileviamolo, vale anche per il termine mediatrice, ma lì c’è l’autorità di una tradizione liturgica.


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AMDG et BVM

giovedì 4 dicembre 2014

In quanto Corredentrice, Maria è Mediatrice universale delle grazie che vengono dal Figlio.

        Maria nelle rivelazioni di Santa Brigida di Svezia

“La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del «genio femminile» apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e a tutte le nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità; ringrazia per tutti i frutti di santità femminile”. Con queste parole, contenute nella Lettera Mulieris Dignitatem, il Beato Papa Giovanni Paolo II ha tessuto un altissimo elogio della donna e delle immense energie di bene di cui ella dispone.

Ai popoli dell’Europa ha voluto additare l’esempio di una di loro, proclamandola Compatrona del continente europeo. Si tratta di Brigida di Svezia di cui l’attuale Pontefice, Benedetto XVI, ha tracciato un interessante ritratto nella sua catechesi del 27 ottobre 2010.
 Visse in un’epoca tormentata per la Chiesa, il secolo XIV, quando il Papa si era allontanato da Roma e viveva ad Avignone mentre guerre, povertà e malattie decimavano la popolazione di molti paesi dell’Europa e la immiserivano. Brigida era svedese ed apparteneva ad una nobile famiglia. Con suo marito Ulf formò una famiglia veramente cristiana dove si pregava ogni giorno con fervore e ci si dedicava insieme alle opere di carità. Rimasta vedova, si spogliò dei suoi beni materiali e si dedicò ad una vita di penitenza e di orazione. Pellegrina in Italia e in Terra Santa, era assetata di Dio che volle arricchirla di carismi straordinari, visioni e locuzioni interiori che furono trascritte dai suoi confessori in un testo che appartiene ai grandi capolavori della storia della spiritualità cristiana, intitolato “Rivelazioni”.

Leggendo queste pagine si ricava un grande beneficio perché, in forma dialogica, le Tre Persone divine e la Madonna stessa intervengono ad illustrare i grandi misteri della nostra fede, soprattutto quello della Passione del Signore per la quale Brigida nutrì una devozione speciale. Con la sue sofferenze fisiche e morali, con la sua agonia e con la sua morte Cristo è il Redentore e, strettamente associata a Lui, Maria è Correndentrice.

Anche se i teologi “professionisti” a volte sono eccessivamente titubanti nell’attribuire questo titolo alla Madonna, i mistici, illuminati in modo speciale da Dio, non hanno alcuna esitazione ad esporre il ruolo unico ed eccellente svolto da Maria durante la Passione del Figlio. È il caso di santa Brigida che nelle sue Rivelazioni ascolta la Vergine riferirle: “Dico con una certa audacia che il dolore di Cristo era il mio dolore e che il suo cuore era il mio cuore. Come Adamo ed Eva vendettero il mondo per un frutto, così mio Figlio ed io abbiamo redento il mondo quasi con un solo cuore”. Per questo motivo, santa Brigida raccomanda la devozione ai dolori di Maria che, come leggiamo nelle Rivelazioni, furono profetizzati dalle parole di Simeone, il sacerdote che nel tempio di Gerusalemme, accogliendo la Sacra Famiglia, disse: “E a te, Maria, una spada trafiggerà l’anima”.

In quanto Corredentrice, Maria è Mediatrice universale delle grazie che vengono dal Figlio. Anche se la Chiesa tuttavia non ha ancora proclamato ufficialmente questo dogma (preghiamo perché avvenga quanto prima), molti santi, tra cui la nostra Brigida, hanno intuito questa bellissima e consolante verità. Nelle sue esperienze mistiche, la santa svedese ha ascoltato Cristo dire a sua Madre: “Io sento tanta dolcezza nelle tue parole che non posso rifiutare ciò che mi domandi perché anche tu vuoi solamente ciò che io voglio”.

I mistici parlano con dei simboli molto belli. Con uno di essi, che ritroviamo nelle Rivelazioni, completiamo questa presentazione del pensiero mariologico di santa Brigida: “Io sono Colei – dice Maria –, che veglia sul mondo in continua preghiera, come l’arcobaleno che sta in cielo al di sopra delle nubi. Io mi considero un arco celeste che si china verso gli abitanti del mondo, interessandomi, con la mia preghiera sia dei buoni che dei cattivi”.

Riconoscendo la santità di Brigida, la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore.
                                                                                      
Beato Papa Giovanni Paolo II


Quando mio Figlio veniva flagellato e colpito, era come se il mio cuore fosse flagellato e colpito. Nella passione io gli ero vicina e non mi separavo da lui.
                                                                                             
Santa Brigida di Svezia 

                                                
IMMAGINE: 
Raffigurazione della nobile svedese: nata nel 1303 e morta a Roma nel 1373, è stata canonizzata nel 1391.

sabato 31 maggio 2014

Magnificat. Festa della Visitazione: " Fate anche voi come faceva la Madonna; fate tutte le cose con perfezione esteriore ed interiore, perché questo vale più che far miracoli, più che le austerità corporali! ".


Festa della Visitazione

Oggi la Chiesa celebra la festa della Visitazione di Maria SS. a santa Elisabetta.. Francesco di Sales, pur facendo rinnovare i voti delle sue Suore nella festa della Presentazione, volle che la Congregazione fosse intitolata a questo Mistero. Perché? Il primo motivo è che, da principio, egli intendeva fondare una Congregazione di Suore attive, dedite alla visita e alla cura dei bisognosi; quindi diede loro per Protettrice la Madonna nella sua visita a S. Elisabetta dove Ella esercitò in particolare l'umiltà e la carità. Inoltre S. Francesco di Sales, anche quando la Congregazione fu di clausura, con il conservarle questo titolo, volle significare che le Suore della Visitazione dovevano imitare la Madonna nel condurre una vita ordinaria, cioè senza asprezze di penitenze esteriori, ma impreziosita da tutte le virtù interiori.

In quei tre mesi, infatti, la Madonna condusse una vita esternamente ordinaria, ma non in modo ordinario. Faceva ciò che fanno le buone donne quando vanno ad assistere le vicine in simili circostanze: tutti i servizi di casa. S. Francesco di Sales volle dunque dire alle sue Suore: " Fate anche voi come faceva la Madonna; fate tutte le cose con perfezione esteriore ed interiore, perché questo vale più che far miracoli, più che le austerità corporali! ".

Anche voi dovete santificarvi per questa via: far tutte le cose bene ed unicamente per amor di Dio. Se uno stesse tre mesi in Comunità facendo così, si farebbe da tutti amare e avanzerebbe nella perfezione assai più che facendo cose straordinarie. È tanto difficile che noi facciamo bene tutte le cose, con retta intenzione!... No, non è il far molto che importa, ma il far tutto bene. Penso che, quando sarete in Missione dovrete aver pena di non aver fatto bene tutte le cose.

Secondo il Ven. Da Ponte (991) questo Mistero ci dà ancora due importanti insegnamenti. Il primo è che Maria SS. è il canale di tutte le grazie. Iddio avrebbe potuto santificare direttamente Giovanni Battista; no, volle farlo per mezzo di Maria. Fu infatti al suono della voce di Lei, che salutava S. Elisabetta, che Giovanni restò santificato. Vedete la potenza di Maria SS.!

Quando dunque avete qualche tentazione, ricorrete alla Madonna e ditele: "O Maria, voi avete fatto un lungo viaggio per recarvi a purificare Giovanni Battista dal peccato originale, veni te pure da me, in mio aiuto!". Ricorriamo a Lei con fiducia, tanto più che queste sono proprio le grazie ch'Ella desidera maggiormente di fare.

Il secondo ammaestramento è sul come noi, ad imitazione di Maria SS., dobbiamo combattere le tentazioni di vanagloria. Proclamata da Elisabetta " la benedetta fra le donne ", Ella non negò i doni ricevuti, le grandi cose che Iddio aveva operato in Lei, ma di tutto diede onore e gloria a Dio.

Ciò Ella fece col canto del Magnificat, sul quale voglio pure fermare brevemente la vostra attenzione. Tutti i giorni lo si recita, sovente lo si canta, ma forse non lo si considera abbastanza. 
Il P. Didon scrive: " Il Magnificat sorpassa ogni umana capacità...; è il più splendido grido di letizia che sia uscito da cuore umano. Maria SS. non pensa che alla propria bassezza e non si esalta che in Dio. Predice la sua gloria, ma in ciò non vede che il trionfo di Dio " (992). 
Adolfo Cellini (Scuola Cattolica, 1 nov. 1916) scrive: " Il concetto principale dell'Inno consiste nella sovranità assoluta di Dio e nella nullità ed essenziale dipendenza di ogni essere creato da Lui ". Ciò è il fondamento di tutta la morale del Vangelo: Dio è tutto, l'uomo niente; ma questo niente può divenire qualcosa inabissandosi nella sua nullità, bramoso unicamente e sommamente di glorificare Dio in tutto e sempre.

Il Magnificat consta di dieci versetti. Cornelio A Lapide (993) divide l'Inno in tre parti. 
La prima va dal v. 46 al 49: in essi Maria esalta i benefici conferiti da Dio a Lei sola, specialmente la Divina Maternità: L'anima mia magnifica il Signore... Perché?... Perché ha rivolto il suo sguardo sulla sua ancella... Il Signore guardò alla bassezza, alla nullità della sua serva, la esaltò, fece cose meravigliose in lei, sì che tutte le generazioni, piene di ammirazione, la grideranno beata!

La seconda parte va dal v. 50 al 53. In essi Maria esalta i benefici elargiti da Dio agli uomini lungo tutti i secoli: Et misericordia eius a progenie in progenies...; prima al popolo eletto, poi ai gentili e a tutti quelli che temono il Signore. Il Signore fece opere potenti col suo braccio. E quali opere? Quella di umiliare i superbi e di esaltare gli umili; quella di saziare tutti coloro che sono affamati di giustizia e di verità. Esurientes implevit bonis. Qui c'è il passato per il presente e per il futuro; è una forma ebraica. Vuol dire: il Signore è sempre pronto a ricolmare di beni quelli che lo desiderano.

La terza parte consta degli ultimi due versetti (54lss). In essi Maria torna al beneficio sovrano della Redenzione incominciata in se stessa con il concepimento di Gesù, ed estesa a tutte le generazioni future, conforme a ciò che il Signore aveva promesso ad Abramo: che in lui tutte le generazioni sarebbero state benedette, perché dalla sua progenie sarebbe nato il Redentore.


Procuriamo di meditare sovente questa magnifica preghiera, che serve ad eccitare in noi la divozione alla Madonna; recitare o cantare il Magnificat con lo spirito e con l'entusiasmo con cui Ella lo disse, rivestendoci dei suoi stessi sentimenti. Sono parole della S. Scrittura; queste poi sono del Signore, ispirate direttamente alla Madonna. Ogni parola si può dire un sacramentale: luce, verità e vita!

Beato Giuseppe Allamano: La Vita Spirituale


AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 15 novembre 2013

La Mia amata Madre


Il ruolo della Madre di Dio 
nella Seconda Venuta di Cristo.

La Mia amata Madre, che era stata incaricata di prendere il Calice dell’accettazione della Mia esistenza nel momento della concezione per annunciare un nuovo inizio per l’umanità, sarà ugualmente annunciatrice della mia Seconda Venuta.
Grazie alla Mia Misericordia riscatterò tutti coloro che si rivolgono a Me. Mia Madre, inviata dal Padre Eterno per portare la redenzione e la salvezza al mondo, Mi sosterrà questa seconda volta.
La Mia amata Madre, l’Angelo della Luce, trionferà ora portando la Mia Misericordia e annunciando la Mia seconda Venuta sulla terra. La mia devota Madre, l’Immacolata Concezione, contribuirà come Mediatrice a preparare il mondo per la Mia Seconda Venuta. Ella già da diversi secoli ha preparato l’umanità, ma ora, negli ultimi 100 anni, ha tentato di infondere nei vostri cuori l’amore per accendere l’amore talvolta stagnante che voi avete per Me e il Mio Eterno Padre.
Ci fu un tempo in cui Mia Madre, per manifestazione divina, attirava l’attenzione di tutta la terra. Purtroppo, dopo Fatima e Garabandal, pochi dei Miei sacerdoti prendono sul serio le sue apparizioni divine. Neanche i suoi veggenti, questi rari eletti, sono presi sul serio. Questa volta, all’inizio dell’anno 2011, molti, molti cambiamenti stanno per aver luogo nel mondo. Questo perché il mondo, figli Miei, come lo conoscevate una volta, è sul punto di cambiare.
Benedictus Qui venit in nomine Domini!

lunedì 7 ottobre 2013

Il dovere di «camminare dritti secondo la verità del Vangelo» (Gal. 2, 14) prevale sull’altro di obbedire e tacere.






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La stessa persona del Papa che, in quanto Vicario di Cristo, è la più nobile delle creature è strumento e non fine, e come tale deve essere usato, se non vogliamo capovolgere il rapporto tra i mezzi e il fine. È importante sottolinearlo in un momento i cui soprattutto tra i cattolici più devoti, c’è tanta confusione a questo proposito. 

Il Catechismo ci insegna che al Papa si deve obbedire, perché l’obbedienza è una virtù morale che ci lega alla volontà del superiore, e tra tutte le autorità sulla terra non ve ne è una più alta del Papa. Ma anche l’obbedienza al Papa è uno strumento, e non un fine.

L’obbedienza nella Chiesa comporta per il suddito il dovere di compiere non la volontà del superiore, ma unicamente quella di Dio. Per questo l’obbedienza non è mai cieca e incondizionata. Essa ha i suoi limiti nella Volontà di Dio, che si esprime nella legge naturale e divina e nella Tradizione della Chiesa, di cui il Papa è custode e non creatore.

La tendenza oggi così diffusa di infallibilizzare ogni parola e comportamento del Papa nasce da una mentalità storicista e immanentista, che cerca il divino negli uomini e nella storia e che è incapace di giudicare gli uomini e la storia alla luce di quella legge divina e naturale, che è il riflesso diretto di Dio. Alla Chiesa di Cristo che trascende la storia si sostituisce quella modernista che nella storia vive immersa. Al magistero perenne si sostituisce quello “vivente”, espresso da un insegnamento pastorale, evocativo e allusivo, che ogni giorno si trasforma e ha la sua regula fidei nel soggetto dell’autorità e non nell’oggetto della verità trasmessa.

Sbaglia chi usa nei confronti del Papa parole sarcastiche o irriverenti. Ma il doveroso ossequio che va prestato al Vicario di Cristo non è rivolto all’uomo, ma a Colui che egli rappresenta. All’uomo, al dottore privato, si può persino, in casi eccezionali, resistere. I cattolici fedeli si sono gloriati dei titoli di “papalini” o di “papisti” a loro spregiativamente attribuiti dai nemici della Chiesa. Ma nessun vero cattolico è mai caduto nella “papolatria”, che consiste nel divinizzare il Vicario di Cristo fino al punto di sostituirlo a Cristo stesso. La papolatria esprime la confusione dei mezzi con il fine ed è un atteggiamento psicologico a cui soggiace un errore dottrinale.

Il teologo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996), in un suo saggio su Potere e obbedienza nella Chiesa (Segno, Roma 1996), ci ricorda che ......... il dovere di «camminare dritti secondo la verità del Vangelo» (Gal. 2, 14) prevale sull’altro di obbedire e tacere.

L’autorità umana cessa ‒ quanto al suo esercizio ‒ quando oltrepassa i suoi confini e offende la verità o non la difende come e quanto necessario perché non sia tradita. «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (At. 5, 29), aveva dichiarato Pietro davanti al Sinedrio di Gerusalemme. Anche san Tommaso,... d’accordo con  sant’Agostino, ritiene che non si deve mai rinunciare alla verità per timore di uno scandalo: «Veritas numquam dimittenda est propter timorem scandali» (Super epistolam B. Pauli ad Galatas 2, 11-14, lect. 3, n. 80). Contro l’obbedienza si può peccare per eccesso, obbedendo nelle cose illecite, o per difetto, disobbedendo in quelle lecite.

Di fronte a un ordine ingiusto, se l’ordine lede solo la nostra persona ci si comporta eroicamente obbedendo; ma se l’ordine lede la legge divina e naturale, o il bene comune, l’eroismo si manifesta nella resistenza: obbedire sarebbe solo servilismo. Non si deve aver timore a questo riguardo. Padre Enrico Zoffoli ricorda che nessuna censura ‒ sia pure pontificia ‒ ha valore alcuno se fondata su motivi oggettivamente falsi, oppure non riguarda l’ambito della fede e dei costumi (Potere e obbedienza, p. 50). //Infatti, secondo il Diritto canonico, «nessuno è punito, se la violazione esterna della legge o del precetto da lui commessa non sia gravemente imputabile per dolo o per colpa» (Can.1321).//

Il criterio con cui il fedele può resistere a un ordine ingiusto della suprema autorità ecclesiastica non si fonda sul libero esame, che afferma di principio l’indipendenza della ragione umana da ogni autorità, ma sul sensus fidei comune a ogni battezzato, ovvero su quella fede che fa di ogni cattolico un uomo libero nel servire la Verità. 

Se un Papa volesse ad esempio imporre la preghiera comune con i musulmani, abrogare il Rito romano antico, introdurre il matrimonio dei preti, sarebbe necessario opporre una rispettosa ma ferma resistenza. Il sensus fidei si opporrebbe a questo, ma tanto più forte fosse l’opposizione, tanto più essa dovrebbe essere accompagnata da un rinnovato amore al Papato, alla Chiesa e al suo Fondatore Gesù Cristo.

Tra Dio e le creature esiste una cascata inesauribile di mediazioni, ossia di mezzi, attraverso i quali le creature possono più facilmente raggiungere il loro fine. Dopo Gesù Cristo, Figlio di Dio e Dio egli stesso, a cui tutto è configurato, c’è una sola mediazione perfetta, quella della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio, corredentrice e mediatrice di tutte le grazie, concepita senza peccato originale, e immune perciò da ogni errore e peccato. La Madonna, Figlia eletta del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo, è considerata dai teologi come un «complementum Trinitatis» fin dall’eternità. Lei e solo Lei, dopo Gesù Cristo, è la perfetta Mediatrice.


Nei momenti di dubbio, di confusione, di oscurità, il cristiano solleva gli occhi al fine e si abbandona con fiducia al mezzo per eccellenza, l’unico sempre infallibile per raggiungere la meta: la Beata Vergine Maria, Colei che sola, nella notte del Sabato santo, non vacillò e mentre gli apostoli fuggivano riassunse in sé la fede della Chiesa nascente.