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giovedì 16 maggio 2019

Fiducia Accompagnamento Scoperta e stupore Lentezza e presenza Dubbio ed errore ...

Le parole della genitorialità

Annalisa Valsasina
Come mamma e come psicoterapeuta spesso mi interrogo su cosa significhi essere genitore e su quali siano gli “ingredienti” di questo delicato e difficile ruolo. E’ sicuramente riduttivo, oltre che illusorio, pensare di definire tutti i fattori in gioco in una relazione così profonda e complessa, ma mi piace pensare che esistano alcune “parole della genitorialità” che possono rappresentare una traccia e un orientamento di ampio respiro per rendere l’avventura di crescere un figlio anche un viaggio di evoluzione personale.
Provo ad elencarle, non necessariamente in ordine di importanza e naturalmente senza alcuna pretesa di esaustività.
Fiducia – Donald Winnicott, celebre psicoanalista del secolo scorso, sosteneva che “la qualità più importante di una buona madre è una naturale fiducia nelle proprie capacità.” Fiducia, nella genitorialità, per me significa confidare nelle proprie risorse, magari ri – scoprendole proprio grazie al rapporto con il proprio figlio – e credere nella propria capacità di risolvere i problemi che l’essere genitori comunque comporta. Implica uno sguardo benevole su di sé così come la capacità di chiedere aiuto se necessario. Significa anche avere fiducia delle risorse e possibilità del proprio figlio, che se accompagnato e accolto saprà trovare la sua strada. Ricordo al proposito quanto angosciata fossi nel periodo dell’inserimento alla scuola materna di mio figlio e quanto mi avesse aiutato la frase di un amico che mi disse “abbi fiducia, tuo figlio ha tutte le risorse per farcela e scoprirlo farà bene ad entrambi”.
Accompagnamento – la genitorialità per me è un viaggio, ancora in corso. Accompagniamo, più o meno agevolmente, i nostri figli nel loro sviluppo, nella costruzione del loro modo di vedere il mondo, nella possibilità di cogliere il bello della vita e di affrontare le problematiche che si presenteranno. Accompagnare significa per me “dare dei confini sicuri”, stare a fianco, non davanti né dietro, senza sostituirsi alle necessarie esperienze dei figli ma tenendo il contatto con loro. Faranno cose che non ci piacciono (i miei parecchie!) e prenderanno scelte che magari non condividiamo, ma possiamo esserci comunque e percorrere insieme la strada che porterà al loroobiettivo. Mi piace pensare in questo senso a me come genitore come ad un “contenitore” che protegge un seme in crescita. Un seme che appartiene alla vita, non a me.
Scoperta e stupore – ho letto un bellissimo libro di C. L’Ecuyer, Educare allo stupore. Ricorda quanto sia importante per un’educazione attenta e vicina al bambino (anche il nostro…) coltivare il suo stupore e la sua meraviglia nella scoperta del mondo che lo circonda. La cosa bella è che con i figli puoi lasciarti contagiare. Uno stupore che passa attraverso il silenzio, il contatto con la Natura e la Bellezza, il senso del mistero (quanto fanno bene queste cosa anche a noi adulti!). Guardare un bambino che cresce, nelle sue scoperte ed esplorazioni, ci porta a ri- conoscere il mondo accompagnati da occhi differenti e bambini, a ricordarci i nostri di allora. Questa estate i miei figli ed io abbiamo guardato meravigliati un incredibile cielo stellato, completamenti immersi nel buio. Ve lo consiglio, a proposito di stupore!
Lentezza e presenza – non possono mancare queste parole, per rendere possibili molti aspetti della genitorialità. Entrare in contatto con l’altro richiede pazienza, ascolto, attenzione, rispetto dei tempi, una presenza “di qualità” e “sintonizzazione” che poco ha a che fare con i ritmi frenetici in cui spesso viviamo e facciamo crescere i nostri figli. Se i nostri figli iniziano a disegnarci o a raccontarci intenti a parlare al cellulare, il messaggio è chiaro!
Dubbio ed errore – l’essere genitori comporta molte scelte e sicuramente, mettiamoci l’animo in pace, degli errori. Ma possiamo non condannarci per questo, sapendo, come sempre Winnicott sostiene, che “si può soltanto dire che non è pensabile fare di meglio, ma solo così o peggio”. Ciò che muove è il desiderio di far bene per i nostri figli, ma non siamo infallibili e c’è sempre una possibilità di recupero. Si torna alla parola Fiducia e benevolenza verso di sé.
Ambivalenza – per me è stata da subito una compagna e lo è ancora oggi. Per fortuna ho avuto modo sin dall’inizio di esprimerla con chi ha saputo comprendermi e rassicurarmi, così che oggi ne parlo a me e alle mie pazienti con estrema tranquillità. La genitorialità ci sfida e ci chiede nuovi equilibri interni ed esterni, più o meno semplici a seconda del nostro copione di vita. Come ogni sfida porta con sé sentimenti contrapposti: ci piace essere genitori E ci piacerebbe restare adulti/bambini, desideriamo i nostri figli E li “subiamo”, li amiamo come sono E li vorremmo diversi, li vogliamo lasciare andare E ci piacerebbe trattenerli. ...[ Superiamola l'ambivalenza con molta preghiera, ora et labora.]
Confronto e supporto – un proverbio africano dice che per crescere un bambino occorre un intero villaggio. [E se educhiamo una figlia stiamo educando un villaggio] La genitorialità diventa più semplice se la rete di confronto tra adulti/genitori come noi è estesa, se i dubbi e le fragilità sono condivise, se il supporto è non giudicante e rispettoso delle scelte educative altrui, così come se al bambino sono offerti più modelli e supporti. Nella mia esperienza, molto spesso mamme-amiche mi hanno proposto significati diversi rispetto al comportamento dei miei figli e questo ha generato nuove opportunità di risposta anche per me.
Scelta – forse la prima e la più importante è quella relativa alla domanda “che genitore sono/ che genitore voglio essere”. Stern afferma che già nel corso della gravidanza la donna inizia a interrogarsi su “se stessa come madre” e “su stessa in quanto figlia nel rapporto con la propria madre”. Diventare genitori ci porta a confrontarci e a rivivere la nostra esperienza come figli e, cosa fantastica, a poter scegliere di cambiare rispetto alle aspettative e ai modelli di chi ci ha cresciuto. Forse questo è uno dei regali più importanti in termini di evoluzione personale che i nostri figli possono farci e che sta a noi sfruttare.
Possibilità – sono tante quelle che la genitorialità “consapevole” offre: quella di guardarsi con occhi nuovi, di scoprire parti di noi che non pensavamo di avere, di modificare e arricchire la nostra identità con nuove opzioni di comportamento e vita. Io non mi sarei mai immaginata così paziente o così pronta a fare scelte lavorative anche molto diverse da quelle che avevo pensato per me. Vivere il ruolo con fluidità, curiosità e accettazione può aprirci nuove possibilità. [Il Matrimonio deve davvero essere vissuto nella Grazia e Luce- Divina tutti i santi giorni della nostra esperienza terrestre].
Benessere – mi piace concludere con quest’ultima parola, così spesso lontana dalla realtà di fatica, stanchezza, responsabilità che tutti i genitori sperimentano. La genitorialità si nutre e non può prescindere dall’attenzione a sé: richiede centratura, attenzione a quanto ci succede per poi rivolgerla verso l’altro. Ci richiama a saperci guardare nelle nostre caratteristiche con uno sguardo benevolo, accogliente e non giudicante. Ci stimola a saperci accettare, magari inserendo i noi stessi di oggi in una storia più ampia che parte dalla nostra infanzia, per poterne capire le origini e gli incidenti di percorso. 
Riconoscendoci con i nostri pregi e difetti, con le nostre ombre e nell’insieme delle nostre sfaccettature, saremo in grado di farlo anche con i nostri figli, generando ben-essere reciproco. [Ma come ottenere tutto questo - cari genitori - se non impariamo con  sante Confessioni a dare i nostri peccati e passi falsi  a Chi ha creato la Famiglia e ne ha voluto fare anch'Egli l'esperienza?]
Queste sono le parole che mi guidano. E voi quale aggiungereste?
AVE MARIA!

sabato 16 luglio 2016

Linee essenziali del carattere di apostoli

Gli eroi del Cristo. Gli eroi del Cielo.
<< ...No. Non piangete, o voi migliori. Non piangete. Io non vi porto rancore, né sono intransigente per vedervi così tardi. Siete appena presi e non posso pretendere che siate perfetti. 

Ma non lo pretenderò neppure fra anni, dopo aver detto cento e duecento volte le stesse cose inutilmente. 

Anzi, udite, fra anni sarete, almeno alcuni, meno ardenti di ora che siete neofiti. 
La vita è così... l'umanità è così... Perde lo slancio dopo il primo balzo. Ma (Gesù si alza di scatto) ma Io vi giuro che Io vincerò. Depurati per natural selezione, fortificati da soprannaturale mistura, voi migliori diverrete i miei eroi.

La potenza dei Cesari sarà polvere rispetto alla regalità del vostro sacerdozio. Voi, poveri pescatori di Galilea, voi ignoti giudei, voi, numeri fra la massa degli uomini presenti, sarete più noti, acclamati, venerati di Cesare e di tutti i Cesari che ebbe e avrà la Terra. Voi noti, voi benedetti in un prossimo futuro e nel più remoto dei secoli, sino alla fine del mondo. A questa sublime sorte Io vi eleggo. Voi che siete onesti nella
volontà. E, perché di essa siate capaci, vi do le linee essenziali del vostro carattere di apostoli.

*
Esser sempre vigili e pronti.
I vostri lombi siano cinti, sempre cinti, e le vostre lampade accese come è di coloro che da un attimo all'altro devono partire o correre incontro ad un che arriva. E infatti voi siete, voi sarete, sin che la morte vi fermi, gli instancabili pellegrini alla ricerca di chi è errante; e finché la morte la spenga, la vostra lampada deve esser tenuta alta e accesa per indicare la via agli sviati che vengono verso l'ovile di Cristo.

Fedeli dovete essere al Padrone che vi ha preposti a questo servizio. Sarà premiato quel servo che il Padrone trova sempre vigilante e che la morte sorprende in stato di grazia.
Non potete, non dovete dire: "Io sono giovane. Ho tempo di fare questo e quello, e poi pensare al Padrone, alla morte, all'anima mia".  
Muoiono i giovani come i vecchi, i forti come i deboli. E all'assalto della tentazione sono vecchi e giovani, forti e deboli, ugualmente soggetti. Guardate che l'anima può morire prima del corpo e voi potete portare, senza sapere, in giro un' anima putrida. È così insensibile il morire di un'anima! Come la morte di un fiore. Non ha grido, non ha convulsione... china solo la sua fiamma come corolla stanca, e si spegne.
Dopo, molto dopo talora, immediatamente dopo talaltra, il corpo si accorge di portare dentro un cadavere verminoso, e diviene folle di spavento, e si uccide per sfuggire a quel connubio...
Oh! non sfugge! Cade proprio con la sua anima verminosa su un brulicare di serpi nella Geenna.

Non siate disonesti come sensali o causidici che parteggiano per due opposti clienti, non siate falsi come i politicanti che dicono "amico" a questo e a quello, e poi sono di questo e di quello nemici. Non pensate di agire in due modi. Dio non si irride e non si inganna. Fate con gli uomini come fate con Dio, perché offesa fatta agli uomini è come fatta a Dio. Vogliate che Dio veda voi quali volete esser veduti dagli uomini.

Siate umili.
Non potete rimproverare il vostro Maestro di non esserlo. Io vi do l'esempio. Fate come faccio.
Umili, dolci, pazienti. Il mondo si conquista con questo. Non con violenza e forza.

Forti e violenti siate contro i vostri vizi. Sradicateli, a costo di lacerarvi anche lembi di cuore. Vi ho detto, giorni or sono, di vigilare gli sguardi. Ma non lo sapete fare. Io vi dico: meglio sarebbe diveniste ciechi con lo strapparvi gli occhi ingordi, anziché divenire lussuriosi.

Siate sinceri. Io sono Verità. Nelle eccelse come nelle umane cose. Voglio siate schietti voi pure. Perché andare con inganno o con Me, o coi fratelli, o con il prossimo? Perché giocare di inganno? Che? Tanto orgogliosi qual siete, e non avete l'orgoglio di dire: "Voglio non esser trovato bugiardo"?


E schietti siate con Dio. Credete di ingannarlo con forme di orazione lunghe e palesi? Oh! poveri figli! Dio vede il cuore! Siate casti nel fare il bene. Anche nel fare elemosina. Un pubblicano ha saputo esserlo prima della sua conversione. E voi non lo sapreste? Sì, ti lodo, Matteo, della casta offerta settimanale che Io e il Padre solo conoscevamo tua, e ti cito ad esempio. È una castità anche questa, amici. Non scoprire la vostra bontà come non scoprireste una figlia giovinetta agli occhi di una folla. Siate vergini nel fare il bene. È vergine l'atto buono quando è esente da connubio di pensiero di lode e di stima o da fomite di superbia.

Siate sposi fedeli della vostra vocazione a Dio. Non potete servire due padroni. Il letto nuziale non può accogliere due spose contemporaneamente. Dio e Satana non possono dividersi i vostri amplessi. L'uomo non può, e non lo possono né Dio né Satana, condividere un triplice abbraccio in antitesi fra i tre che se lo dànno.

Siate alieni da fame d'oro come da fame di carne, da fame di carne come da fame di potenza. Satana questo vi offre. Oh! le sue bugiarde ricchezze! Onori, riuscita, potere, dovizie: mercati osceni che hanno a moneta la vostra anima. Siate contenti del poco. Dio vi dà il necessario. Basta. Questo ve lo garantisce come lo garantisce all'uccello dell'aria, e voi siete da ben più degli uccelli.

Ma vuole da voi fiducia e morigeratezza. Se avrete fiducia, Egli non vi deluderà. Se avrete morigeratezza, il suo dono giornaliero vi basterà. Non siate pagani, pur essendo, di nome, di Dio. Pagani sono coloro che, più che Dio, amano l'oro e il potere per apparire dei semidei. Siate santi e sarete simili a Dio nell'eternità.

Non siate intransigenti. Tutti peccatori, vogliate essere con gli altri come vorreste che gli altri con voi fossero: ossia pieni di compatimento e perdono. Non giudicate. Oh! non giudicate! Da poco siete con Me, eppure vedete quante volte già Io, innocente, fui a torto mal giudicato e accusato di peccati inesistenti. Il mal giudizio è offesa. E solo chi è santo vero non risponde offesa ad offesa. Perciò astenetevi da offendere per non essere offesi. Non mancherete così né alla carità né alla santa, cara, soave umiltà, la nemica di Satana insieme alla castità. Perdonate, perdonate sempre. Dite: "Perdono, o Padre, per essere da Te perdonato dei miei infiniti peccati".

Miglioratevi d'ora in ora, con pazienza, con fermezza, con eroicità. E chi vi dice che divenire buoni non sia penoso? Anzi vi dico: è fatica più grande di tutte. Ma il premio è il Cielo e merita perciò consumarsi in questa fatica.

E amate. Oh! quale, quale parola devo dire per persuadervi all'amore? Nessuna ve ne è atta a convertirvi ad esso, poveri uomini che Satana aizza! E allora, ecco Io dico: "Padre, affretta l'ora del lavacro. Questa terra e questo tuo gregge è arido e malato. Ma vi è una rugiada che lo può molcere e mondare. Apri, apri la fonte di essa. Me apri, Me. Ecco, Padre. Io ardo di fare il tuo desiderio che è il mio e quello dell'Amore eterno. Padre, Padre, Padre! Guarda il tuo Agnello e siine il Sacrificatore"».

Gesù è realmente ispirato. Ritto in piedi, a braccia aperte a croce, il volto verso il cielo, coll'azzurro del lago di dietro, nella sua veste di lino, pare un arcangelo orante.
Mi si annulla il vedere su questo suo atto.>>

M.Valtorta: L'Evangelo come mi è stato rivelato

"MISERERE NOSTRI,
REGINA GLORIAE ET HONORIS,
ET DE OMNI PERICULO
CUSTODI VITAM NOSTRAM!"

domenica 31 maggio 2015

"Vi invito a vivere nella fiducia e in una grande speranza del mio vicino e straordinario intervento"


Rubbio (Vicenza), 8 dicembre 1987. Festa della Immacolata Concezione.

Non lasciatevi illudere.


«Il mio candore di Cielo scende oggi su di voi e vuole avvolgere tutto il mondo.

Camminate nella mia Luce se volete giungere alla pace.

La luce della grazia divina, della purezza, della santità, della preghiera, di una sempre più
perfetta carità deve penetrare la vostra esistenza, figli consacrati al mio Cuore Immacolato.

Vivete i tempi dolorosi del castigo.

Vivete l'ora tenebrosa della vittoria del mio Avversario, che è il Principe della notte.

Vivete i momenti più difficili della purificazione.

Allora vi invito a rifugiarvi dentro la dimora sicura del mio Cuore Immacolato ed a lasciarvi
avvolgere dal manto celeste della mia purissima Luce.

Camminate sulla strada, che in questi anni vi ho tracciato, per diventare oggi gli strumenti
della mia pace.

Non lasciatevi illudere.

La pace non verrà al mondo dagli incontri di coloro che voi chiamate i grandi di questa terra,
né dai loro reciproci patteggiamenti.

La pace può giungere a voi solo dal ritorno dell'umanità al suo Dio per mezzo della conversione, alla quale in questo mio giorno ancora vi chiamo, e per mezzo della preghiera, del digiuno e della penitenza.

Altrimenti, nel momento in cui si griderà da tutti alla pace ed alla sicurezza, piomberà
all'improvviso la sciagura.

Per questo vi domando di assecondare i miei pressanti richiami a camminare sulla strada del
bene, dell'amore, della preghiera, della mortificazione dei sensi, del disprezzo del mondo e di
voi stessi.

Oggi accolgo con gioia il vostro omaggio di amore, lo associo al canto di gloria del Paradiso, alle
invocazioni delle anime purganti, al coro di lode della Chiesa militante e pellegrina, vi invito a
vivere nella fiducia e in una grande speranza del mio vicino e straordinario intervento».

giovedì 7 maggio 2015

È così insensibile il morire di un'anima!

 Linee essenziali 
del vostro carattere di apostoli.


Esser sempre vigili e pronti.

I vostri lombi siano cinti, sempre cinti, e le vostre lampade accese come è di coloro che da un attimo all'altro devono partire o correre incontro ad un che arriva. E infatti voi siete, voi sarete, sin che la morte vi fermi, gli instancabili pellegrini alla ricerca di chi è errante; e finché la morte la spenga, la vostra lampada deve esser tenuta alta e accesa per indicare la via agli sviati che vengono verso l'ovile di Cristo.

Fedeli dovete essere al Padrone che vi ha preposti a questo servizio. Sarà premiato quel servo che il Padrone trova sempre vigilante e che la morte sorprende in stato di grazia.
Non potete, non dovete dire: "Io sono giovane. Ho tempo di fare questo e quello, e poi pensare al Padrone, alla morte, all'anima mia".  
Muoiono i giovani come i vecchi, i forti come i deboli. E all'assalto della tentazione sono vecchi e giovani, forti e deboli, ugualmente soggetti. Guardate che l'anima può morire prima del corpo e voi potete portare, senza sapere, in giro un' anima putrida. È così insensibile il morire di un'anima! Come la morte di un fiore. Non ha grido, non ha convulsione... china solo la sua fiamma come corolla stanca, e si spegne.
Dopo, molto dopo talora, immediatamente dopo talaltra, il corpo si accorge di portare dentro un cadavere verminoso, e diviene folle di spavento, e si uccide per sfuggire a quel connubio...
Oh! non sfugge! Cade proprio con la sua anima verminosa su un brulicare di serpi nella Geenna.

Non siate disonesti come sensali o causidici che parteggiano per due opposti clienti, non siate falsi come i politicanti che dicono "amico" a questo e a quello, e poi sono di questo e di quello nemici. Non pensate di agire in due modi. Dio non si irride e non si inganna. Fate con gli uomini come fate con Dio, perché offesa fatta agli uomini è come fatta a Dio. Vogliate che Dio veda voi quali volete esser veduti dagli uomini.

Siate umili.
Non potete rimproverare il vostro Maestro di non esserlo. Io vi do l'esempio. Fate come faccio.
Umili, dolci, pazienti. Il mondo si conquista con questo. Non con violenza e forza.

Forti e violenti siate contro i vostri vizi. Sradicateli, a costo di lacerarvi anche lembi di cuore. Vi ho detto, giorni or sono, di vigilare gli sguardi. Ma non lo sapete fare. Io vi dico: meglio sarebbe diveniste ciechi con lo strapparvi gli occhi ingordi, anziché divenire lussuriosi.

Siate sinceri. Io sono Verità. Nelle eccelse come nelle umane cose. Voglio siate schietti voi pure. Perché andare con inganno o con Me, o coi fratelli, o con il prossimo? Perché giocare di inganno? Che? Tanto orgogliosi qual siete, e non avete l'orgoglio di dire: "Voglio non esser trovato bugiardo"?

E schietti siate con Dio. Credete di ingannarlo con forme di orazione lunghe e palesi? Oh! poveri figli! Dio vede il cuore! Siate casti nel fare il bene. Anche nel fare elemosina. Un pubblicano ha saputo esserlo prima della sua conversione. E voi non lo sapreste? Sì, ti lodo, Matteo, della casta offerta settimanale che Io e il Padre solo conoscevamo tua, e ti cito ad esempio. È una castità anche questa, amici. Non scoprire la vostra bontà come non scoprireste una figlia giovinetta agli occhi di una folla. Siate vergini nel fare il bene. È vergine l'atto buono quando è esente da connubio di pensiero di lode e di stima o da fomite di superbia.

Siate sposi fedeli della vostra vocazione a Dio. Non potete servire due padroni. Il letto nuziale non può accogliere due spose contemporaneamente. Dio e Satana non possono dividersi i vostri amplessi. L'uomo non può, e non lo possono né Dio né Satana, condividere un triplice abbraccio in antitesi fra i tre che se lo dànno.

Siate alieni da fame d'oro come da fame di carne, da fame di carne come da fame di potenza. Satana questo vi offre. Oh! le sue bugiarde ricchezze! Onori, riuscita, potere, dovizie: mercati osceni che hanno a moneta la vostra anima. Siate contenti del poco. Dio vi dà il necessario. Basta. Questo ve lo garantisce come lo garantisce all'uccello dell'aria, e voi siete da ben più degli uccelli.

Ma vuole da voi fiducia e morigeratezza. Se avrete fiducia, Egli non vi deluderà. Se avrete morigeratezza, il suo dono giornaliero vi basterà. Non siate pagani, pur essendo, di nome, di Dio. Pagani sono coloro che, più che Dio, amano l'oro e il potere per apparire dei semidei. Siate santi e sarete simili a Dio nell'eternità.

Non siate intransigenti. Tutti peccatori, vogliate essere con gli altri come vorreste che gli altri con voi fossero: ossia pieni di compatimento e perdono. Non giudicate. Oh! non giudicate! Da poco siete con Me, eppure vedete quante volte già Io, innocente, fui a torto mal giudicato e accusato di peccati inesistenti. Il mal giudizio è offesa. E solo chi è santo vero non risponde offesa ad offesa. Perciò astenetevi da offendere per non essere offesi. Non mancherete così né alla carità né alla santa, cara, soave umiltà, la nemica di Satana insieme alla castità. Perdonate, perdonate sempre. Dite: "Perdono, o Padre, per essere da Te perdonato dei miei infiniti peccati".

Miglioratevi d'ora in ora, con pazienza, con fermezza, con eroicità. E chi vi dice che divenire buoni non sia penoso? Anzi vi dico: è fatica più grande di tutte. Ma il premio è il Cielo e merita perciò consumarsi in questa fatica.



E amate. Oh! quale, quale parola devo dire per persuadervi all'amore? Nessuna ve ne è atta a convertirvi ad esso, poveri uomini che Satana aizza! E allora, ecco Io dico: "Padre, affretta l'ora del lavacro. Questa terra e questo tuo gregge è arido e malato. Ma vi è una rugiada che lo può molcere e mondare. Apri, apri la fonte di essa. Me apri, Me. Ecco, Padre. Io ardo di fare il tuo desiderio che è il mio e quello dell'Amore eterno. Padre, Padre, Padre! Guarda il tuo Agnello e siine il Sacrificatore"».

<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI.
AMORE DI DIO, CONSUMAMI.
NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA, MADRE MIA, GUARDAMI.
CON GESU’ BENEDICIMI.
DA OGNI MALE, DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO, PRESERVAMI.>>