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venerdì 20 maggio 2016

Dalla Francia

In Francia è caccia grossa ai pastori “conservatori”

Che nella Chiesa vi sia ed agisca un’ala «progressista» non è un’etichetta, un modo di dire, ma una realtà: a codificarne la presenza è stato lo stesso fp, dopo l’ultimo Sinodo. Ed è esattamente quella parte del popolo di Dio, che oggi maggiormente alza la voce, anche sui social network, sentendosi più compresa, tutelata, protetta, finanche incoraggiata dalle gerarchie e dalle alte sfere.

Così, in Francia, pare essersi aperta la caccia ai nemici del modernismo, specie se Episcopi: mons. Le Vert, costretto a ritirarsi per il tiro incrociato dei fondamentalisti post-conciliari; mons. Castet, di cui in molti vorrebbero la testa; ed ora il Vescovo di Lescar-Oloron-Bayonne, mons. Marc Aillet (nella foto, al centro), contro cui si è scatenata la frangia più “liberal” della Diocesi, come dichiarato dal periodico Sud Ouest. Sin dalla scorsa estate, quando si costituì il gruppo «Prendiamo la parola nella Chiesa», con circa 150 aderenti, riunitisi per mettere a punto un “manifesto”, fatto di 21 punti o rimostranze, presentate poi all’interessato.

Punto di partenza per questa sorta di programma è la convinzione di non volere «che il governo episcopale, per mancanza di concertazione, somigli ad una dittatura e che gli ebrei vengano criticati nelle omelie», preferendovi una Chiesa da loro definita «aperta e non gerarchica», specie se «tendente verso il Fronte Nazionale». Insomma, una lettura tutt’altro che spirituale, anzi nemmeno pastorale, bensì solo politica dell’esperienza di fede. 

Così ecco il solito “cattolico impegnato” di Bayonne dichiarare d’aver preso la penna a nome dei «molti cristiani dei Pirenei-Atlantici» delusi dal proprio Pastore, rivolgendosi direttamente a pF (i cattolici “di sinistra” mica si accontentano degli intermediari): «Noi siamo ben disposti – si legge – ad applicare tutte le disposizioni del Concilio Vaticano II, ma non per tornare indietro, al concilio di Trento o agli Anni Cinquanta»: ciò per cui, a loro dire, si sarebbero registrati casi di abbandoni della pratica domenicale e della parrocchia più in generale, travisando cause e responsabilità.

Ed ecco anche la madre di famiglia, pure attivissima in parrocchia, ricordare l’arrivo di mons. Aillet, dopo l’ordinazione del 2008, sin da allora accusato di aver «imposto la sua visione retrograda di Chiesa, senza un sorriso affabile ed aperto. Delle tre chiese attorno a casa mia, in due si celebra la Messa in latino ed in una la si celebra in basco. Mi sento esclusa, indesiderata. Non ho più un mio posto».

Mons. Aillet si è fatto, in Diocesi, una fama di uomo attento e comunicativo, senza complessi, ma assolutamente fermo nell’opporsi al Gay Pride di Biarritz, al Salone dell’erotismo di Pau, alle moderne leggi “bioetiche”, all’eutanasia; nel cancellare uno spettacolo, che si sarebbe dovuto allestire in Cattedrale; nel rilanciare la devozione al Sacro Cuore di Gesù ed al Cuore Immacolato di Maria; nell’aprire nuove scuole cattoliche; nell’avviare un valzer di parroci, atto a scardinare incrostazioni ormai consolidate; nell’arruolare sacerdoti, chiamati per celebrare la forma detta “straordinaria”, con tanto di canto gregoriano. Ed eliminando le chierichette dal servir Messa, come richiesto dalla liturgia della Chiesa. Esattamente ciò che ha fatto tremare di paura i “cattolici del new age”. Passati subito alla riscossa.
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lunedì 7 ottobre 2013

Consenso artificiale e manipolazione mentale. L'ortodossia di ieri è divenuta l'eresia di oggi.

Consenso artificiale e manipolazione mentale

Michael Trehorne Davies è un noto scrittore cattolico inglese scomparso nel 2004. Fu presidente della Federazione Internazionale Una Voce dal 1995 al 2003 e soprattutto autore di numerose opere in difesa della Tradizione cattolica, nelle quali il rigore delle argomentazioni e l’accuratezza delle informazioni si accompagnava ad una eccellente preparazione teologica. L’allora cardinale Ratzinger, che lo conobbe personalmente, lo definì “un uomo di profonda fede”, “sempre fedele alla Chiesa”. Mentre è molto conosciuto nel mondo cattolico anglofono, non lo è altrettanto nel nostro. I suoi scritti hanno aiutato a dissipare le nubi dell'incomprensione e dell'ignoranza su numerose delle ambigue questioni sorte, in materia liturgica, in seguito alle decisioni del Vaticano II. Propongo l'immagine di uno dei suoi libri, L'Altare cattolico, edito dal Monastero delle Murate, come informavamo qui.
« Egli era infatti convinto che la pratica liturgica quotidiana avrebbe trasformato le idee e le mentalità meglio di qualsivoglia libro o discorso. La storia della riforma inglese è quella di un disegno che, pur a momenti alterni, finì per prevalere grazie al carattere profondamente equivoco del Book of Prayers cranmeriano, suscettibile per la sua ambiguità, di opposte “ermeneutiche ».
I titoli del testo che pubblichiamo oggi sono molto attuali e pertinenti con la situazione che stiamo vivendo.



Consenso artificiale
Il più deprimente aspetto della vita contemporanea è il modo in cui coloro che controllano i media fabbricano un consenso artificiale. I sud-vietnamiti sono stati consegnati ad una dittatura comunista principalmente come risultato del consenso pacifista fabbricato in Occidente dai media controllati dai liberali. Il punto fondamentale del liberalismo condannato per secoli dai Pontefici è che ogni individuo ha il diritto di costruire le sue leggi morali. La società ha ormai pienamente accettato questo concetto. Le donne che uccidono i loro figli non nati stanno «esercitando il diritto di scegliere». La letteratura che una volta era chiamata pornografica è stata riclassificata come «per adulti». I pervertiti che una volta erano considerati individui malati dai quali la società andava protetta, ora vengono considerati come gruppi di minoranza con uno stile di vita «alternativo» (e legittimo). Perfino i vescovi cattolici li trattano con molta più simpatia di quanta ne concedano ai cattolici tradizionalisti.

Ho descritto e documentato nel mio libro Pope John's Council il modo in cui i Padri Conciliari sono stati ingabbiati in un consenso artificialmente creato, che ha avuto come primo risultato l'abbandono da un giorno all'altro, da parte della maggioranza di loro, delle attitudini di una vita intera. Dai tempi in cui Hitler ipnotizzava i tedeschi, sono stati pochi gli esempi di condizionamento di massa così drammatici. Ancor oggi si fatica a capire come la quasi totalità dei circa 3000 Padri (per gran parte di retta ortodossia) entrati nella Basilica di San Pietro l'11 ottobre 1962 ne uscì l'8 dicembre 1965 in forma di poco più che marionette programmate ad essere felici di abbandonare la saggezza e la spiritualità accumulate in 2000 anni a favore dei cliché fabbricati dagli "esperti" liberali, ripetendo ad nauseam ai media controllati da questi ultimi quelle "novità" del Vaticano II in sintonia con la mentalità contemporanea. Chi chiedesse una prova di come i vescovi si siano resi burattini dei loro "esperti", può anzitutto trovarla nell'imposizione ai fedeli della Comunione "sulle mani", così come desiderato dagli "esperti".

Una volta che il consenso è stato stabilito all'interno di un gruppo sociale, è difficile per i suoi appartenenti resistere al conformismo. Se uno rifiuta di conformarsi, è più facile venir rifiutato dal gruppo che influire sull'attitudine di un apprezzabile numero di membri. A volte questo è un bene, altre volte è vero il contrario. 
Quelli che hanno osannato Gesù nella domenica delle Palme e chiesto la sua morte nel Venerdì successivo erano solo individui che seguivano la maggioranza. Nel Vangelo di Matteo leggiamo di due decisioni collegiali del collegio dei vescovi: Mt 26,35: "...Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli". Poco dopo, Mt 26,56: "...Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono". Comunque uno degli Apostoli era ai piedi della Croce - ma non era san Pietro. Il principio dell'ubi Petrus, ibi Ecclesia (laddove c'è Pietro, c'è la Chiesa) si può applicare "normalmente" ma non "invariabilmente".

Manipolazione mentale
Certamente questo non è il posto adatto a discutere in dettaglio la tecnica delle dinamiche di gruppo utilizzata per convincere interi gruppi ad immergere l'intelletto e la volontà individuali nella mente collettiva del gruppo. Laddove un individuo opponga resistenza significativa, i manipolatori (correttamente) stabiliscono che sarebbe controproducente spendere energie per sopraffarlo, poiché capiscono che ciò che conta è il controllo del gruppo; l'individuo recalcitrante, dunque, viene semplicemente isolato.

Il gesuita p. Paul Crane mi ha fatto notare che dal Vaticano II la Chiesa in occidente è stata sottoposta ad un processo di condizionamento su vasta scala e che i tradizionalisti sono stati efficacemente isolati dal gruppo dei cattolici e dal momento che la nostra capacità di influenzare il gruppo è minima, i manipolatori non sono particolarmente preoccupati da noi. Come mostrerò più tardi in questo stesso studio, i normali fedeli sono indotti dalla propaganda ad abbandonare la maniera tradizionale di ricevere la Comunione violando le norme più elementari dell'etica naturale (ancor prima che la morale cristiana); propaganda che offende i più semplici standard culturali, semantici, e di semplice onestà. Etiche o no, tali tecniche riescono ad essere efficaci. I nazisti hanno dimostrato che la propagazione costante di informazioni false e tendenzione è stata sufficiente per convincere i normali tedeschi incapaci o non troppo desiderosi di consultare fonti informative alternative. Stalin osservò che la maggioranza delle persone non ha una mentalità critica. I più sono convinti che le informazioni ufficiali siano informazioni corrette. Così, in un editoriale del 21 maggio 1976, The Universe (il più grande settimanale cattolico inglese) informava i suoi lettori che:
Papa Paolo VI ha dato il permesso per la Comunione sulle mani perché crede, come i vescovi, che ciò evidenzi la natura sacra del comunicante come tempio dello Spirito Santo, così come la sacra natura dell'Eucarestia come Corpo e Sangue di Nostro Signore.
Il tipico fedele cattolico, leggendo queste parole, non si chiederà «ma è vero?» ma lo accetterà per vero semplicemente perché lo ha letto in The Universe. Sarebbe irrealistico aspettarsi che reagisca in qualsiasi altro modo. Per cui rimarrà ignaro del fatto che il Papa ha invece detto chiaramente che desidera che i fedeli seguano la maniera tradizionale di ricevere la Comunione; e che una minoranza di vescovi inglesi ha combattuto quell'innovazione coi denti e con le unghie; e che il modo tradizionale di ricevere la Comunione non riduce affatto la dignità del cristiano battezzato come tempio dello Spirito Santo ma era intesa ad evidenziare la natura del Santissimo Sacramento come Corpo di Cristo. I riformatori protestanti hanno abolito la pratica per evidenziare la loro credenza che l'Eucarestia non è il Corpo di Cristo, e tuttavia su The Universe si afferma - senza una sola parola di spiegazione - che tale innovazione enfatizzerebbe la Presenza Reale, certi che questa asserzione gratuita e senza senso non verrà verificata, oppure, che se qualcuno osasse sfidarla, i lettori non ne verrebbero a conoscenza.

L'esempio per eccellenza del modo in cui i cattolici possono essere condizionati si trova nel caso dell'arcivescovo Marcel Lefebvre. Un'analisi dettagliata dei suoi scritti e delle sue omelie rivela che tutto ciò che sta facendo è tener viva quella che era la normalità prima del Concilio, e che nel fare questo è stato minacciato di scomunica e perfino descritto come un rinnegato.

L'ortodossia di ieri è divenuta l'eresia di oggi. 

I cattolici che non avrebbero mai messo piede in una chiesa protestante poiché il loro parroco gli aveva detto di non farlo, ora si recheranno volentieri a quelle noiose celebrazioni ecumeniche, poiché il parroco dice che devono. E glielo dice perché è ciò che il vescovo ha ordinato; e il vescovo, a sua volta, sta semplicemente seguendo le direttive ricevute dal Vaticano. In nessun livello della piramide si capisce bene l'inconsistenza e l'illogicità di un simile comportamento - chiunque abbia da ridire sulla saggezza del contraddire l'attitudine all'eresia fino alla Chiesa degli apostoli viene marchiato come ribelle. Molte cose si spiegano nel momento in cui si capisce chi dentro (o fuori) il Vaticano avvia direttive e riforme che stanno distruggendo la fede.

(Michael Davies, primo capitolo del testo 'Comunione sulle mani e frodi dello stesso genere', Remnant Press, 1978; traduzione a cura di Chiesa e postconcilio)


domenica 9 giugno 2013

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