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domenica 12 dicembre 2021

Solennità della B.V.M. di Guadalupe, "La Perfetta" - OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

 


Solennità della B.V.M. di Guadalupe, Santa Messa per l'America Latina e i Caraibi, 12 dicembre 2011 - Benedetto XVI

CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER IL BICENTENARIO DELL'INDIPENDENZA DEI PAESI DELL'AMERICA LATINA E DEI CARAIBI

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Solennità della B.V.M. di Guadalupe, Basilica Vaticana Lunedì, 12 dicembre 2011

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Cari fratelli e sorelle,

«La terra ha dato il suo frutto» (Sal 67, 7). In questa immagine del salmo che abbiamo ascoltato, nella quale s’invitano tutti i popoli e le nazioni a lodare con gioia il Signore che ci salva, i Padri della Chiesa hanno saputo riconoscere la Vergine Maria e Cristo, suo Figlio: «La terra è santa Maria, la quale viene dalla nostra terra, dal nostro lignaggio, da questa creta, da questo fango, da Adamo [...]. La terra ha dato il suo frutto: prima produsse un fiore [...]; poi questo fiore si trasformò in frutto, affinché potessimo mangiarlo, affinché mangiassimo la sua carne. Volete sapere qual è questo frutto? Ė il Vergine che procede dalla Vergine; il Signore, dalla schiava; Dio, dall’uomo; il Figlio, dalla Madre; il frutto, dalla terra» (San Girolamo, Breviarum in Psalm. 66; PL 26, 1010-1011). Anche noi oggi, esultando per il frutto di questa terra diciamo «Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti» (Sal 67, 4). Proclamiamo il dono della redenzione ottenuta da Cristo e in Cristo riconosciamo il suo potere e la sua maestà divina.

Animato da questi sentimenti, saluto con affetto fraterno i signori cardinali e vescovi che ci accompagnano, le diverse rappresentanze diplomatiche, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, come pure i gruppi di fedeli riuniti in questa Basilica di San Pietro per celebrare con gioia la solennità di Nostra Signora di Guadalupe, Madre e Stella dell’Evangelizzazione in America.

Tengo presenti anche tutti coloro che si uniscono spiritualmente e che pregano Dio con noi nei diversi Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, molti dei quali in questo tempo festeggiano il Bicentenario della loro indipendenza, e che, al di là degli aspetti storici, sociali e politici degli eventi, rinnovano all’Altissimo la loro gratitudine per il grande dono della fede ricevuta, una fede che annuncia il Mistero redentore della morte e della resurrezione di Gesù Cristo, affinché tutti i popoli della terra in Lui abbiano vita. Il Successore di Pietro non poteva lasciar passare questa ricorrenza senza tener presente la gioia della Chiesa per i copiosi doni che Dio nella sua infinità bontà ha elargito in questi anni a queste amatissime nazioni, che dal più profondo invocano Maria Santissima.

La venerata immagine della Morenita del Tepeyac, dal volto dolce e sereno, impressa sul mantello dell’indio san Juan Diego, si presenta come «la sempre Vergine Maria, Madre del vero Dio per il quale si vive» (De la lectura del Oficio. Nicán Mopohua, 12 ed., Città del Messico, df, 1971, 3-19). Ricorda la «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta» (Ap 12, 1-2) e indica la presenza del Salvatore alla sua popolazione indigena e meticcia. Ci conduce sempre al suo divino Figlio, il quale si rivela come fondamento della dignità di tutti gli esseri umani, come un amore più forte delle forze del male e della morte, essendo anche fonte di gioia, fiducia filiale, consolazione e speranza.

Il Magnificat, che proclamiamo nel Vangelo, è «il cantico della Madre di Dio e quello della Chiesa, cantico della Figlia di Sion e del nuovo Popolo di Dio, cantico di ringraziamento per la pienezza di grazie elargite nell’Economia della salvezza, cantico dei “poveri”, la cui speranza si realizza mediante il compimento delle promesse fatte “ai nostri padri”» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2619). In un gesto di riconoscenza al suo Signore e di umiltà della sua serva, la Vergine Maria leva a Dio la lode per tutto quello che Egli ha fatto a favore del suo popolo, Israele. Dio è Colui che merita tutto l’onore e la gloria, l’Onnipotente che fa meraviglie per la sua fedele servitrice e che oggi continua a mostrare il suo amore per tutti gli uomini, in particolare per quanti affrontano dure prove.

«Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino» (Zc 9, 9), abbiamo ascoltato nella prima lettura. Dall’incarnazione del Verbo, il Mistero divino si rivela nell’evento di Gesù Cristo, che è contemporaneo a ogni persona umana in qualsiasi tempo e luogo per mezzo della Chiesa, della quale Maria è Madre e modello. Per questo, noi oggi possiamo continuare a lodare Dio per le meraviglie che ha compiuto nella vita dei popoli latinoamericani e del mondo intero, manifestando la sua presenza nel Figlio e nell’effusione del suo Spirito come novità di vita personale e comunitaria. Dio ha nascosto queste cose «ai sapienti e agli intelligenti», facendole conoscere ai piccoli, agli umili, ai puri di cuore (cfr. Mt 11, 25).

Con il suo «sì» alla chiamata di Dio, la Vergine Maria manifesta fra gli uomini l’amore divino. In tal senso, con semplicità e cuore di madre, continua a indicare l’unica Luce e l’unica Verità: suo Figlio Gesù Cristo, che è «la risposta definitiva alla domanda sul senso della vita, agli interrogativi fondamentali che assillano anche oggi tanti uomini e donne del Continente americano» (Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in America, n. 10). Allo stesso modo, Lei «con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (Lumen gentium, n. 62).

Al momento attuale, mentre si commemora in diversi luoghi dell’America Latina il Bicentenario della loro indipendenza, il cammino dell’integrazione in questo amato continente prosegue, e contemporaneamente si avverte il suo nuovo protagonismo emergente a livello mondiale. In queste circostanze è importante che i suoi diversi popoli salvaguardino il loro ricco tesoro di fede e il loro dinamismo storico-culturale, mostrandosi sempre difensori della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale, e promotori della pace; devono altresì tutelare la famiglia nella sua autentica natura e missione, intensificando allo stesso tempo una vasto e capillare lavoro educativo che prepari rettamente le persone e le renda consapevoli delle proprie capacità, di modo che affrontino in modo degno e responsabile il loro destino. Sono chiamati anche a promuovere sempre più iniziative adeguate e programmi concreti che propizino la riconciliazione e la fraternità, incrementino la solidarietà e la tutela dell’ambiente, intensifichino gli sforzi per superare la miseria, l’analfabetismo e la corruzione e per sradicare ogni ingiustizia, violenza, criminalità, insicurezza civile, narcotraffico ed estorsione.

Mentre la Chiesa si preparava a ricordare il quinto centenario della plantatio della Croce di Cristo nella buona terra del continente americano, il beato Giovanni Paolo II formulò sul suo suolo, per la prima volta, il programma di un’evangelizzazione nuova, nuova «nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione» (cfr. Discorso all’Assemblea del Celam, 9 marzo 1983, III; AAS 75, 1983, 778). A partire dalla mia responsabilità di confermare nella fede, anch’io desidero incoraggiare lo zelo apostolico che attualmente anima e pretende la «missione continentale», promossa ad Aparecida, affinché «la fede cristiana si radichi più profondamente nel cuore delle persone e dei popoli latinoamericani come evento fondante e incontro vivificante con Cristo» (V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, Documento conclusivo, n. 13). Così si moltiplicheranno gli autentici discepoli e missionari del Signore e si rinnoverà la vocazione dell’America Latina e dei Caraibi alla speranza. Che la luce di Dio risplenda, quindi, sempre più sul volto di ognuno dei figli di questa amata terra e che la sua grazia redentrice orienti le loro decisioni, affinché continuino a progredire senza perdersi d’animo nella costruzione di una società fondata sullo sviluppo del bene, sul trionfo dell’amore e sulla diffusione della giustizia. Con questi vivi propositi, e sostenuto dall’aiuto della provvidenza divina, ho intenzione d’intraprendere un viaggio apostolico prima della santa Pasqua in Messico e a Cuba, per proclamare lì la Parola di Cristo e per rafforzare la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con fede vigorosa, speranza viva e carità ardente.

Affido tutti questi propositi all’amorevole mediazione di Santa Maria di Guadalupe, nostra Madre del cielo, come pure gli attuali destini delle nazioni latinoamericane e caraibiche e il cammino che stanno percorrendo verso un domani migliore. Invoco inoltre su di esse l’intercessione di tanti santi e beati che lo Spirito ha suscitato in tutta la storia di questo continente, offrendo modelli eroici di virtù cristiane nella diversità delle condizioni di vita e di ambienti sociali, affinché il loro esempio favorisca sempre più una nuova evangelizzazione sotto lo sguardo di Cristo, Salvatore dell’uomo e forza della sua vita. Amen.


AVE MARIA PURISSIMA!
*

FESTA di Nostra Signora
MARIA SANTISSIMA DI GUADALUPE
PATRONA DELL’AMERICA LATINA

ANTIFONA DI INIZIO (Ap 12, 1)
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di sole, con la luna sotto i
suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.

COLLETTA
Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella festa della Beata Vergine Maria di
Guadalupe; fa che per sua intercessione partecipi alla pienezza della Tua grazia.
Per il Nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio…

PRIMA LETTURA
Dalla Lettera di S. Paolo Apostolo ai Galati (Gal 4, 4-7).
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò l Suo Figlio, nato da donna,
nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo
l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo
Spirito del Suo Figlio, il quale grida: “Abbà! Padre!” Quindi non sei più schiavo, ma
figlio e se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
R/Risplenda su di noi, Signore, la luce del Tuo volto.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica
Su di noi faccia splendere il Suo volto;
perché si conosca sulla terra la Tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza. R/
Ti lodino i popoli, Dio,
Ti lodino i popoli tutti.
Esultino le genti e si rallegrino
Perché giiudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra. R/
Ti lodino i popoli, Dio,
Ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
Ci benedica Dio e Lo temano tutti i confini della terra. R/
CANTO AL VANGELO

ALLELUIA, ALLELUIA

Ave, Santa Maria, Letizia del genere umano;
il tuo Parto verginale
ci ha portato gioia e salvezza.

ALLELUIA

VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1. 39-48)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa , salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne
e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore
venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato
di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il
Signore le ha detto”.
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio
salvatore”. PAROLA DEL SIGNORE

ORAZIONE SULLE OFFERTE
Ti offriamo con gioia o Padre, il pane ed il vino per il sacrificio di lode nel ricordo della
Madre del Tuo Figlio; in cambio della nostra umile offerta, donaci un’esperienza sempre
più viva del mistero della Redenzione. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
V/ Il Signore sia con voi. R/ E con il tuo spirito
V/ In altoi nostri cuore. R/ Sono rivolti al Signore
V/ Rendiamo grazie al Signore nostro Dio R/ È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, renderti grazie, o
Padre, per le meraviglie che hai operato nei Tuoi Santi, ma è soprattutto dolce e
doveroso, in questa festa della beata Vergine Maria di Guadalupe magnificare il Tuo
amore per noi con il Suo stesso Cantico di lode.
Grandi cose hai fato, Signore, per tutta l’estensione della terra e hai prolungato nei secoli
l’opera della Tua misericordia quando, volgendoti all’umile Tua serva, per mezzo di Lei
ci hi donato il Salvatore del mondo, il Tuo Figlio. Gesù Cristo, nostro Signore.
E noi, con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a Te il nostro canto e proclamiamo
insieme la Tua gloria: SANTO, SANTO, SANTO,,,

ANTIFONA ALLA COMUNIONE (Lc 1, 48)
Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché Dio a guardato l’umiltà della Sua
serva.

DOPO LA COMUNIONE
O Signore, che ci hai fortificati con la parola ed il pane della vita, fa’ che sotto la guida ed
il patrocinio di Maria santissima di Guadalupe, quanti si gloriano del nome cristiano,
confermino con tutta la loro vita le rinunce e le scelte del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
Maria nostra Signora di Guadalupe 
schiaccia la testa a satana
e salva il tuo popolo.
Maria Nostra Signora di Guadalupe
raduna i tuoi figli sotto il tuo manto di stelle

domenica 17 dicembre 2017

Sigillo di benedizione il mantello di san Juan Diego

San Juan Diego e la Madonna di Guadalupe


(di Cristina Siccardi) Se su Google si digita il termine Madonna al primo posto salta fuori «Madonna.com>Home», il sito ufficiale della trasgressiva diva pop statunitense Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna; al secondo posto «Madonna (cantante) – Wikipedia» e al terzo posto, non la Madonna, bensì «Maria (madre [minuscolo ndr] di Gesù)».
La figura di Maria Santissima è oggi decisamente scomoda e non solo per Google. Lei è la (Ma) Donna delle non pari opportunità, è la (Ma) Donna non femminista, è la Beata fra tutte le donne (come Lei stessa disse di Sé nel Magnificat) a dispetto della cultura odierna, nonché della banalizzazione e dello schiacciamento terreno che della Madonna hanno fatto, a partire dal Concilio Vaticano II in poi, molti apologeti della secolarizzazione (protestantizzazione) cattolica al fine di rendere la Madonna una donna feriale, una donna desacralizzata, una donna come tutte le altre, si pensi a questo proposito alle speculazioni mariane di Monsignor Tonino Bello oppure di Enzo Bianchi.
A san Juan Diego Cuauhtlatoatzin (Chuauhtitlàn1474 – Città del Messico 1548), contadino del popolo azteco convertito a Cristo – la cui ricorrenza liturgica cade il 9 dicembre – non apparve una donna, bensì la Madonna di Guadalupe, la cui festa si  celebra il  12 dicembre. Nel 1524, all’età di 50 anni, Cuauhtlatoatzin viene battezzato con il nome di Juan Diego insieme alla moglie Malintzin, che prende il nome di Marìa Lucìa. Rimasto vedovo quattro anni più tardi, divide il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche religiose, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni neoconvertiti dai missionari spagnoli a Tlatelolco, un sobborgo di Città del Messico.
Sette anni dopo, secondo la tradizione, la mattina del 9 dicembre 1531 sulla collina di Tepeyac, a nord di Città del Messico, la Madonna gli si manifesta per chiedere di far erigere una chiesa in quel luogo. Il veggente corre a riferire il fatto al Vescovo Juan de Zumarrága, che non gli crede. La sera, ripassando sul colle, Juan Diego vede per la seconda volta Maria Santissima, la quale lo incarica di ritornare l’indomani dal Vescovo. Questa volta il presule gli chiede un segno per provare la veridicità del suo racconto. Torna, quindi, sul Tepeyac (dove sorgeva un tempio dedicato alla dea locale Tonantzin) e qui incontra nuovamente la Madonna, che gli promette un segno per il giorno seguente. Ma Juan Diego non potrà recarsi a causa della malattia di suo zio.
La situazione precipita e il 12 dicembre si mette in cerca di un sacerdote per la confessione del parente; tuttavia Nostra Signora di Guadalupe gli appare lungo la strada, per la quarta e ultima volta. Gli comunica che lo zio è già guarito e lo invita a salire sul Tepeyacper cogliere dei fiori. Allora l’uomo trova il segno promesso: bellissimi fiori della regione spagnola di Castiglia, sbocciati fuori stagione in una desolata pietraia… li raccoglie e li pone nel proprio mantello. Quando, di fronte al Vescovo e ad altre sette persone testimoni, il giovane lo apre per mostrare la prova, improvvisamente sul tilmàtli si imprime l’immagine della Vergine Maria: Vescovo e presenti cadono in ginocchio.
La mattina dopo, Juan Diego accompagna de Zumarrága al Tepeyac per indicargli il sito dove la Madonna vuole che si costruisca un luogo di culto. Viene subito eretta una cappella, sostituita nel 1557 da una cappella più ampia e poi da un Santuario, consacrato nel 1622. 
Nel 1976 sarà inaugurata l’attuale Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, dove è custodito il mantello miracoloso sul quale è raffigurata la Vergine, ritratta come una giovane meticcia (fatto singolare, visto che a quel tempo i meticci erano ancora pochi) e proprio per la sua carnagione è chiamata dai fedeli Virgen morenita (Vergine meticcia).
Nel 1921 Luciano Pèrez, un attentatore inviato dal Governo anticattolico, nasconderà una bomba in un mazzo di fiori posti ai piedi dell’altare: l’esplosione danneggerà la Basilica, però, sia il mantello che il vetro di protezione rimarranno intatti.
Il nome Guadalupe era stato pronunciato dalla Madonna a Juan Diego: alcuni hanno ipotizzato che sia la trascrizione in spagnolo dell’espressione azteca Coatlaxopeuh, ovvero «colei che schiaccia il serpente» (cfr. Genesi 3,14-15), oltre che il riferimento al Real Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe fondato nel 1340 da Re Alfonso XI di Castiglia nel comune spagnolo di Guadalupe.
Occorre ricordare che nel 1517 gli spagnoli con Francisco Hernández de Córdoba avevano raggiunto la costa della penisola dello Yucatán provenienti da Cuba. Diego Velázquez de Cuéllar inviò 4 navi comandate dal nipote Juan de Grijalva nel 1518. Una terza spedizione del 1519, guidata da Hernán Cortés, prese terra a Cozumel. I conquistatori spagnoli inizialmente vennero accolti pacificamente dall’imperatore azteco Montezuma, poiché in base a segni premonitori e ad antiche leggende gli uomini di Cortes vennero scambiati per emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche.
È evidente che il mantello del convertito Juan Diego con l’effigie della Madonna è sigillo della benedizione data da Dio all’evangelizzazione missionaria del Nuovo Mondo, all’epoca solo agli esordi.  L’immagine non è stata dipinta da mano umana, dunque è acheropita. Diversi studi sono stati condotti nel corso del tempo, ma nessuno di essi è riuscito a dare risposte di carattere naturale.
Il mantello è costituito da due teli di ayate (fibra d’agave) cuciti insieme; nonostante in Messico il clima sia caratterizzato da una forte presenza di salnitro, che deteriora i tessuti di fibra vegetale nell’arco di pochi anni, il tilmàtli è pressoché inalterato da 500 anni; la disposizione delle stelle sul manto azzurro che copre la Vergine rispecchia l’area del cielo che era possibile vedere da Città del Messico durante il solstizio d’inverno; nel 1929, il fotografo Alfonso Marquè Gonzales, studiando alcuni negativi dell’effigie, osservò che nell’occhio destro della Madonna  si vedeva una figura umana; nel 1951, Carlos Salinas, fotografo ufficiale della Basilica di Guadalupe, affermò di aver constatato che una figura umana si notava anche nell’occhio sinistro.
A questo punto iniziarono ad interessarsi anche gli scienziati. Uno di essi, Raffael Torija Lavoignet, fra il 1956 e il 1958, compì cinque indagini servendosi di lenti di ingrandimento e oftalmoscopi, confermando così la presenza di figure umane negli occhi. La tecnica digitale, grazie all’ingegnere Josè Aste Tonsman ha poi permesso di ingrandire, filtrare e migliorare le immagini di persone contenute nelle pupille della Vergine e che appartengono a due scene distinte.
Nella prima sono raffigurate le persone testimoni del miracolo del mantello; mentre nella seconda è rappresentata una famiglia azteca composta da padre, madre, nonni e tre bambini (l’importanza della famiglia naturale!). Le scoperte di Tonsmann sono rafforzate dalle parole con le quali la Madonna si era rivolta a Juan Diego nel sollecitare la costruzione di una chiesa: «Per realizzare ciò che vuole il mio sguardo compassionevole e misericordioso».
Quarant’anni dopo le apparizioni e il miracolo del tilmàtli, nel 1571, l’ammiraglio genovese Gianandrea Doria possedeva una copia del dipinto divino, dono del Re Filippo II di Spagna, e la portò sulla propria nave, che contribuì, con le flotte cristiane della Lega Santa, federate sotto le insegne pontificie, alla vittoria della battaglia di Lepanto. (Cristina Siccardi)
"Vero Volto di Maria Santissima,
 Madre del Vero Dio, Immacolata e Perfetta
Nostra Signora di Guadalupe"

domenica 15 ottobre 2017

Regina nel cuore di tutte le madri del mondo e nel nostro cuore.



PREGHIERA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
ALLA MADONNA DI GUADALUPE
VENERATA NEI GIARDINI VATICANI
Mercoledì 11 maggio 2005

"Santa Maria, che con il titolo di Nostra Signora di Guadalupe sei invocata come Madre dagli uomini e dalle donne del popolo del Messico e dell'America Latina, incoraggiati dall'amore che ci ispiri, riponiamo nuovamente nelle tue mani materne la nostra vita.
Tu che sei presente in questi giardini vaticani, regina nel cuore di tutte le madri del mondo e nel nostro cuore. Con grande speranza, a te ricorriamo e in te confidiamo.
Ave Maria, 

piena di grazia, 

il Signore è con te. 
Tu sei benedetta fra le donne 
e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. 
Santa Maria, 
Madre di Dio, 
prega per noi peccatori, 
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Nostra Signora di Guadalupe 

prega per noi."


BENEDICTUS P.P. XVI



sabato 4 marzo 2017

Da qui incomincerà la mia grande vittoria


Città del Messico, 5 dicembre 1994. Cenacolo nazionale del M.S.M nel Santuario della Madonna di Guadalupe.

La pupilla dei miei occhi

« Con quale amore vi guardo, sacerdoti e fedeli del mio Movimento, che vi trovate qui, in questo mio così venerato Santuario, a fare il vostro grande Cenacolo, che conclude quelli fatti in tante città del Messico, questa terra da Me particolarmente protetta e benedetta!

Faccio scendere dal mio Cuore Immacolato torrenti di amore e di misericordia su tutti voi,
sulla Chiesa e su questa povera umanità.

Come nei miei occhi sta impressa l'immagine del piccolo Juan Diego, a cui sono apparsa, così
anche voi siete impressi negli occhi e nel cuore della vostra Mamma Celeste.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché siete i miei più piccoli bambini, completamente a Me
consacrati, e così su di voi Io posso effondere tutta la tenerezza del mio amore materno.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché vi lasciate condurre da Me con tanta docilità. Voi mi
ascoltate, assecondate le mie richieste, camminate sulla strada che Io vi ho tracciato e così, per mezzo di voi, Io posso realizzare il grande disegno del trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché attraverso di voi Io posso diffondere la luce della fede nei giorni della grande apostasia, il profumo della grazia e della santità nel tempo della grande
perversione e la forza vittoriosa dell'amore nell'ora della violenza e dell'odio.

Siete la pupilla dei miei occhi, per il grande amore che voi avete a Gesù Eucaristico. Con quale gioia vi guardo, quando andate davanti al Tabernacolo per dare a Gesù il vostro sacerdotale
omaggio di amore, di adorazione e di riparazione.

Nel tempo in cui Gesù Eucaristico è circondato da tanta indifferenza, da tanto vuoto, voi
diffondete ancora le solenni ore di adorazione eucaristica, circondate Gesù Eucaristico di fiori e di luci come segni indicativi del vostro amore e della vostra tenera pietà.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché siete semplici, poveri, umili e così mi amate con tutto il candore del vostro cuore di bimbi.

Hai visto, mio piccolo figlio, con quanto entusiasmo sono amata, pregata e glorificata da tutti questi miei figli messicani.

Per questo da qui incomincerà la mia grande vittoria contro tutte le forze massoniche e
sataniche, per il più grande trionfo di mio figlio Gesù. [Ed effettivamente Il Movimento d'Amore San Juan Diego voluto da Dio e fondato da Conchiglia della SS.ma Trinità ben lo testomonia. ndr]

Ti confermo che per il grande giubileo del duemila avverrà il trionfo del mio Cuore Immacolato, che vi ho predetto a Fatima ed esso si realizzerà con il ritorno di Gesù nella gloria, per instaurare il suo Regno nel mondo.

Così potrete finalmente vedere coi vostri occhi i cieli nuovi e la nuova terra. [In verità tutti aspettavamo questa realizzazione annunciata. Ma i piani di Dio non sono i nostri piani.
Ora però sappiamo che l'Anno Santo Giubilare del 2000 ha segnato l'inizio della Nuova Era. La Nuova Era è iniziata, non dimentichiamolo. Il cambiamento sarà repentino e arriverà anche per mezzo di noi e delle scelte che faremo. Grandi cose si presenteranno davanti agli occhi... - Intanto è certo che il prolungamento di 16 anni dell'Anno Santo 2000 - sollecitato dalla Mamma Celeste - è servito per una pesca più abbondante di anime prima molto ma molto impreparate per il Ritorno di Gesù nella Gloria - nonostante le sapienti e insistenti catechesi del beato Giovanni Paolo II nelle Giornate Mondiali della Gioventù. Dobbiamo solo dir grazie alla Misericordiosissima Mamma. E imparare a leggere le profezie con mente e cuore di figli di Dio. ndr]

Con tutto il mio amore di Mamma, da voi consolata e glorificata, vi benedico nel Nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».


Don Stefano Gobbi
GRAZIE!
*

PSAUME 2.

Invocation pour s'adresser à la Sainte Vierge dans les tentations.

POURQUOI nos ennemis , dans leur fureur , ont-ils formé contre nous de vains projets ?
Protégez-nous contre leurs efforts , ô puissante Mère de Dieu et terrible à leurs yeux comme une armée rangée en bataille , confondez-les , détruisez-les.
Venez à MARIE, vous tous qui êtes dans la peine et dans l'affliction , et vous trouverez auprès d’elle le soulagement de vos âmes.
Dans vos tentations, recourez à elle , et ses regards favorables vous affermiront.
Bénissez-la de tout votre coeur: sa miséricorde remplit toute la terre.

Gloire soit au Père, et au Fils, et au Saint-Esprit , etc.

Salmo 2
                                                                         
Perché si agitano  i nostri nemici * e cospirano invano contro di noi?
Ci protegga, o Madre di Dio, la tua destra * e come terribile esercito li distrugga.
Correte a Lei voi che siete afflitti da tribolazioni, * Ella consolerà la vostra anima.
Appressatevi a Lei nelle tentazioni * e la serenità del suo volto vi conforterà.
BenediteLa con tutto il cuore * poiché la terra è piena della sua misericordia.
Gloria al Padre…
Ant.  Difendici, o Madre di Dio, con la tua protezione e solleva e conforta la nostra anima.


mercoledì 25 maggio 2016

MADONNA DI GUADALUPE VENERATA NEI GIARDINI VATICANI


PREGHIERA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
ALLA MADONNA DI GUADALUPE

VENERATA NEI GIARDINI VATICANI

Mercoledì, 11 maggio 2005

<<Santa Maria, che con il titolo di Nostra Signora di Guadalupe sei invocata come Madre dagli uomini e dalle donne del popolo del Messico e dell'America Latina, incoraggiati dall'amore che ci ispiri, riponiamo nuovamente nelle tue mani materne la nostra vita.

Tu che sei presente in questi giardini vaticani, regina nel cuore di tutte le madri del mondo e nel nostro cuore. Con grande speranza, a te ricorriamo e in te confidiamo.

Ave Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te. 

Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. 

Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Nostra Signora di Guadalupe
prega per noi >>

BENEDICTUS P.P. XVI


lunedì 8 settembre 2014

Vergine di Guadalupe

ALLA VERGINE DI GUADALUPE - GIARDINI VATICANI

"Magnificat". Benedetto XVI e l'omaggio alla Vergine


 
Santa Maria, che con il titolo di Nostra Signora di Guadalupe sei invocata come Madre dagli uomini e dalle donne del popolo del Messico e dell'America Latina, incoraggiati dall'amore che ci ispiri, riponiamo nuovamente nelle tue mani materne la nostra vita. Tu che sei presente in questi giardini vaticani, regina nel cuore di tutte le madri del mondo e nel nostro cuore. Con grande speranza, a te ricorriamo e in te confidiamo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen. 

giovedì 12 dicembre 2013

Madonna di Guadalupe

Il racconto delle apparizioni della Madonna di Guadalupe

Secondo il racconto tradizionale, espresso in náhuatl nel testo conosciuto come Nican Mopohua, Juan Diego avrebbe visto per la prima volta la Madonna la mattina del 9 dicembre 1531, sulla collina del Tepeyac vicino a Città del Messico. Ella gli avrebbe chiesto di far erigere un tempio in suo onore ai piedi del colle: Juan Diego corse a riferire il fatto al vescovo Juan de Zumarrága, ma questi non gli credette. La sera, ripassando sul colle, Juan Diego avrebbe visto per la seconda volta Maria, che gli avrebbe ordinato di tornare dal vescovo l'indomani. Il vescovo lo ascoltò di nuovo e gli chiese un segno che provasse la veridicità del suo racconto.
Juan Diego tornò quindi sul Tepeyac ove avrebbe visto per la terza volta Maria, la quale gli avrebbe promesso un segno per l'indomani. Il giorno dopo, però, Juan Diego non poté recarsi sul luogo delle apparizioni in quanto dovette assistere un suo zio, gravemente malato. La mattina dopo, 12 dicembre, lo zio appariva moribondo e Juan Diego uscì in cerca di un sacerdote che lo confessasse. Ma Maria gli sarebbe apparsa ugualmente, per la quarta e ultima volta, lungo la strada: gli avrebbe detto che suo zio era già guarito e lo avrebbe invitato a salire di nuovo sul colle a cogliere dei fiori. Qui Juan Diego trovò il segno promesso: dei bellissimi fiori di Castiglia, fioriti fuori stagione in una desolata pietraia. Egli ne raccolse un mazzo nel proprio mantello e andò a portarli al vescovo.
Di fronte al vescovo e ad altre sette persone presenti, Juan Diego aprì il mantello per mostrare i fiori: ed ecco, all’istante sulla tilma si sarebbe impressa e resa manifesta alla vista di tutti l'immagine della S. Vergine Maria. Di fronte a tale presunto prodigio, il vescovo cadde in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagnò il presule al Tepeyac, per indicargli il luogo in cui la Madonna avrebbe chiesto Le fosse innalzato un tempio e l'immagine venne subito collocata nella cattedrale.

L'immagine sul mantello

l'immagine originale della Madonna di Guadalupe.
A causa della sua origine miracolosa, l'immagine della Madonna di Guadalupe è oggetto di devozione paragonabile a quella rivolta alla Sindone. La sua fama si sparse rapidamente anche al di fuori del Messico: nel 1571 l'ammiraglio Gianandrea Doria ne possedeva una copia, dono del re Filippo II di Spagna, che portò con sé sulla propria nave nella battaglia di Lepanto. Negli anni venti del XX secolo i Cristeros, cattolici messicani che si erano ribellati al governo anticlericale, portavano in battaglia l'immagine della Virgen morenita sulle proprie bandiere.
Il mantello è del tipo chiamato tilma: si tratta di due teli di ayate (fibra d'agave) cuciti insieme. L'immagine di Maria è di grandezza lievemente inferiore al naturale, alta 143 cm. Le sue fattezze sono quelle di una giovane meticcia: la carnagione è scura. Maria è circondata dai raggi del sole e ha la luna sotto i piedi; indossa una cintura di colore viola che, tra gli aztechi, indicava lo stato di gravidanza; sotto la luna vi è un angelo dalle ali colorate di bianco, rosso e verde (i colori dell'attuale bandiera messicana), che sorregge la Vergine.
La disposizione delle stelle sul manto non sembra casuale ma rispecchierebbe quelle che in cielo, da Città del Messico, era possibile vedere nel dicembre 1531[4].
La figura ha caratteristiche particolari che la ricollegano a divinità della religione azteca. Il mantello verde e blu con cui la Madonna appare iconografata era anche un simbolo della divinità chiamata Ometeotl. La Luna è un simbolo ricorrente nelle raffigurazioni mariane e pagane, quasi sempre associato alle divinità femminili. Elemento non trascurabile è il luogo dell'apparizione, ovvero la collina di Tepeyac, sulla quale sorgeva un tempio dedicato ad una dea locale la cui pianta sacra era proprio l'agave associata all'apparizione mariana.
Alcuni autori, che hanno eseguito degli studi scientifici sul mantello, sostengono che effettivamente l'immagine non sarebbe dipinta, ma acheropita (non realizzata da mano umana); essa presenterebbe inoltre caratteristiche particolari difficili da spiegare naturalmente. Altri autori sostengono il contrario.
Alcuni dati portati a sostegno dell'ipotesi miracolosa:
  • Già nel 1666 la tilma fu esaminata da un gruppo di pittori e di medici per verificarne la presunta natura miracolosa: essi asserirono che era impossibile che l'immagine, così nitida, fosse stata dipinta sulla tela senza alcuna preparazione di fondo, e inoltre che nei 135 anni trascorsi dall'apparizione, nell'ambiente caldo e umido in cui era conservata, essa avrebbe dovuto distruggersi. Nel 1788, per provare sperimentalmente questo fatto, venne eseguita una copia sullo stesso tipo di tessuto: esposta sull'altare del santuario, già dopo soli otto anni era rovinata. Al contrario l'immagine originale, dopo quasi 500 anni, è ancora sostanzialmente intatta.
  • Nel 1791 si rovescia accidentalmente acido muriatico sul lato superiore destro della tela. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, si sarebbe ricostituito miracolosamente il tessuto danneggiato.
  • Nel 1936 il chimico Richard Kuhn esaminò due fili del tessuto, non trovandovi alcuna traccia di coloranti.
  • Nel 1979 Philip Serna Callahan scattò una serie di fotografie all'infrarosso. L'esame di queste foto rivelò che, mentre alcune parti dell'immagine erano dipinte (potrebbero essere state aggiunte in un secondo momento), la figura di Maria era impressa direttamente sulle fibre del tessuto; solo le dita delle mani apparivano ritoccate per ridurne la lunghezza.
  • Nel 1951 il fotografo José Carlos Salinas Chávez dichiarò che in entrambe le pupille di Maria, fortemente ingrandite, si vedeva riflessa la testa di Juan Diego. Nel 1977 l'ingegnere peruviano José Aste Tonsmann analizzò al computer le fotografie ingrandite di 2500 volte e affermò che si vedono ben cinque figure: Juan Diego nell'atto di aprire il proprio mantello, il vescovo Juan de Zumárraga, due altri uomini (uno dei quali sarebbe quello originariamente identificato come Juan Diego) e una donna. Al centro delle pupille si vedrebbe inoltre un'altra scena, più piccola, anche questa con diversi personaggi. Nella puntata di Voyager del 12 ottobre 2009, viene detto che i personaggi fino a quel momento trovati sono 13.
Questi invece sono dati portati a sostegno dell'ipotesi contraria[5]:
  • Elaborazioni fotografiche ottenute con tecnica di ripresa ai raggi infrarossi evidenziano alcuni ritocchi successivi e rendono lecita l’ipotesi che l’autore abbia realizzato il contorno della figura a mo’ di schizzo, per poi colorarla.
  • Nel 1556, nel corso di un esame del mantello, fu affermato[5] che l'effigie fosse stata dipinta dal “pittore indiano Marcos” (che alcuni studi riconducono a Marcos Cipac d'Aquino, un artista azteco dell'epoca) l'anno prima.
  • Nel 1982 José Sol Rosales esaminò il tessuto al microscopio e affermò che la colorazione dell'immagine è dovuta ad alcuni pigmenti già disponibili ed utilizzati nel XVI secolo.
  • Le caratteristiche dell'immagine rispecchiano gli schemi dell'arte figurativa spagnola, del XVI secolo, avente come oggetto le rappresentazioni mariane; la tradizione su Juan Diego invece, secondo alcuni studi, risalirebbe al secolo successivo.
  • L'esistenza stessa di Juan Diego è stata decisamente messa in dubbio, anche da importanti esponenti cattolici, nel periodo del processo di canonizzazione di Juan Diego, come ad esempio da Guillermo Schulemburg Prado membro della Pontificia Accademia Mariana e primo amministratore (per trent'anni) della basilica di Guadalupe; dall'ex nunzio apostolico messicano, Girolamo Prigione; dall'arcivescovo polacco Edward Nowak, segretario della Congregazione per le Cause dei Santi ("sull'esistenza di questo Santo si sono sempre avuti forti dubbi. Non abbiamo documenti probatori ma solo indizi. [...] Nessuna prova presa singolarmente dimostra che Juan Diego sia esistito", in un'intervista al quotidiano Il Tempo).
  • L'immagine che si vede nelle pupille ha una risoluzione troppo bassa per poter affermare con certezza che vi si vedano i personaggi che alcuni affermano di riconoscere. Gli scettici liquidano questa affermazione come un caso di pareidolia, la tipica tendenza umana a ricondurre a forme note degli oggetti o dei profili dalla forma casuale.

martedì 11 dicembre 2012

Madonna di Guadalupe

12    DICEMBRE
        B. V.  MARIA  DI  GUADALUPE



ANTIFONA DI INIZIO (Ap 12, 1)
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di sole,
con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.

COLLETTA          Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella festa della Beata Vergine Maria di Guadalupe; fà che per sua intercessione partecipi alla pienezza della Tua grazia. Per il Nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio…

Deus, Pater misericordiarum, qui sub sanctissimae Matris Filii tui singulari patrocinio plebem tuam constituisti, tribue cunctis, qui beatam Virginem Guadalupensem invocant, ut, alacriori fide,populorum progressionem in viis iustitiae quaereant et pacis. Per Dominum ...

PRIMA LETTURA   Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 4, 4-7).
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il Suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del Suo Figlio, il quale grida: “Abbà! Padre!” Quindi non sei più schiavo, ma figlio e se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Rit. Risplenda su di noi, Signore, la luce del Tuo volto.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica
Su di noi faccia splendere il Suo volto;
perché si conosca sulla terra la Tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.

Ti lodino i popoli, Dio,
Ti lodino i popoli tutti.
Esultino le genti e si rallegrino
Perché giiudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra. 

Ti lodino i popoli, Dio,
Ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
Ci benedica Dio
e lo temano tutti i confini della terra. 


CANTO AL VANGELO
Alleluia, Alleluia.

Ave, Santa Maria,

Letizia del genere umano;
il tuo Parto verginale
ci ha portato gioia e salvezza. Alleluia.

VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1. 39-48)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa , salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”.Parola del Signore.                              

ORAZIONE SULLE OFFERTE
Ti offriamo con gioia o Padre, il pane ed il vino per il sacrificio di lode nel ricordo della Madre del Tuo Figlio; in cambio della nostra umile offerta, donaci un’esperienza sempre più viva del mistero della Redenzione. Per Cristo nostro Signore.



PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
renderti grazie, o Padre,
per le meraviglie che hai operato nei tuoi Santi,
ma è soprattutto dolce e doveroso,
in questa festa della beata Vergine Maria di Guadalupe
magnificare il tuo amore per noi
con il suo stesso cantico di lode.
Grandi cose hai fato, Signore,
per tutta l’estensione della terra
e hai prolungato nei secoli
l’opera della tua misericordia
quando, volgendoti all’umile tua serva,
per mezzo di lei ci hi donato il Salvatore del mondo,
il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore.
E noi, con tutti gli angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto
e proclamiamo insieme la tua gloria:  Santo,  Santo, Santo, …

ANTIFONA ALLA COMUNIONE (Lc 1, 48)
Tutte le generazioni mi chiameranno beata,
perché Dio a guardato l’umiltà della Sua serva.

DOPO LA COMUNIONE     O Signore, che ci hai fortificati con la parola ed il pane della vita, fa’ che sotto la guida ed il patrocinio di Maria santissima di Guadalupe, quanti si gloriano del nome cristiano, confermino con tutta la loro vita le rinunce e le scelte del Battesimo. Per Cristo nostro Signore.

Die 12 DECEMBRIS
BEATÆ MARIÆ VIRGINIS DE GUADALUPE


Anno 1531 Virgo Maria se manifestavit Ioanni Didaco Cuauhtlatoatzin, ex Indorum nativorum stirpe, in colle Tepeyac apud Mexicopolim in territorio nunc Mexici, et in pænula eius mirabiliter imago permansit, quam illic christifideles adhuc iugiter venerantur. Per hunc virum, fide purissima præditum, Dei Genitrix et Ecclesiæ Mater ad amorem Christi omnes vocat populos.
Lectio altera
Ex trádita relátione, quæ «Nican Mopohua» nuncupátur (sæc. XVI, ex archivo Archidiœcesis Mexicopolitanæ)
Numquid hic non adsum ego Mater tua?
Anno 1531, post dies áliquot mensis decémbris, cum esset quidam indus pauper et affábilis, cui nomen Ioánnes Dídacus, ut fertur, ex Cuauhtitlan, cuius cura, quoad spirituálem administratiónem, ad religiósos in Tlatilolco residéntes pertinébat, die sábbato, valde mane, Tlatilolco rem divínam ille adíbat. Ut autem ad collem Tepeyac dictum advénit, iam illucescébat. Cantum ergo supra collem audívit. Ut vero cantus cessávit, nec iam fuit ámplius áditus, vocátum se audívit e superióre parte collis: «Dilécte, Ioánnes Dídace», dictum est ei. Statim illuc ausus est ascéndere, unde se vocári cognóvit.
Ut autem supra collem advénit, dóminam vidit stantem, quæ illum, ut ipse adíret, vocávit. Cum ante illam pervénit, valde mirátus est quantum esset décora: vestis eius sicut sol effulgébat. Illico voluntátem suam illi Virgo declarávit. Ait illi: «Scito, dilectíssime fili, Sanctam Maríam me esse, perféctam semper Vírginem, Matrem veríssimi Dei, vitæ Auctóris, qui ómnia creávit et sústinet, Dómini cæli et terræ. Magnópere volo, ardénter desídero, ut isto in loco templum meum ædificétur, ubi eum osténdam, eum maniféstans laudábo, meum amórem ac pietátem, auxílium et defensiónem impértiam, quóniam revéra ego clemens Mater vestra sum, et tua et ómnium qui hac in terra in unum consistétis et aliórum quorumcúmque qui díligunt me, qui me quærunt, qui devóte et confidénter me invocáverint. Ibi lácrimas ac mœstítiam eórum exáudiam, in angústiis benefáciam et in omni tribulatióne remédium áfferam. Ut autem meum desidérium adimpleátur, Mexicópolim adi in palátium epíscopi. Te a me missum dices illi, ut ipsum scire fácias quómodo mihi domum hic volo ædificári, templum hic in valle mihi érigi».
Ut pervénit intra civitátem, statim domum adívit epíscopi, cui nomen Ioánnes de Zumárraga, Ordinis Sancti Francísci. Ut autem antístes Ioánnem Dídacum audívit, quasi non omníno credens, illis respóndit: «Fili, íterum vénies et adhuc áudiam te. Ego autem mihi cogitábo quid fácere opórteat de tua voluntáte et desidério».
Altera die, vidit ergo Regínam de colle descendéntem unde ipsum aspiciébat. Quæ venit óbviam illi prope collem, eum detínuit dixítque: «Audi, dilécte fili: Nullátenus tímeas neque corde dóleas, nec áliquid fácias tui avúnculi infirmitátem aut quámlibet angústiam. Numquid hic non adsum ego Mater tua? Numquid non sub umbra et protectióne mea tu es constitútus? Numquid ego non sum fons tua vitæ et felicitátis? Numquid tu non in meo grémio, in bráchiis meis subsístis? Numquid áliud quodcúmque tibi necésse est? Nihil dóleas, nec turbéris. Ascénde, inquit, dilécte fili, supra collem atque in eo loco, ubi me vidísti et tibi locúta sum, flores ibi divérsas vidébis. Accipe et cóllige illas atque inde descéndens affer illas coram me».
Descéndit ergo Ioánnes atque Cæli Regínæ détulit, quas collégerat flores. Illa autem, ut eos vidit, suis venerabílibus mánibus illos accépit rursúmque in Ioánnis pallíolo collocávit dixítque illi: «Fili dilectíssime, hi flores signum, quod déferes ad epíscopum, sunt. Eh, tu meus núntius es, cuius fidelitáti hæc commítto. Te rigoróse præcípio: cáveas ne pallíolum tuum, nisi coram epíscopo, éxplices et, quæ defers, illi osténdas. Narrábis quoque quómodo, ut collem ascénderes et inde flores accípere, tibi præcépi et quidquid vidísti et admirátus es, ut credat et agat de templo erigéndo quod volo».
Ut ergo hæc præcépit Cæli Regína, iter arrípuit Mexicópolim versus. Lætus ibat, quia ómnia próspere fient. Ingréssus autem Ioánnes, coram epíscopo se prostrávit atque illi narrávit quæcúmque víderat et ad quid ad ipsum missus erat. Dixit illi: «Dómine, mihi quæ præcepísti adimplévi. Dictúrus adívi Dóminam meam, Cæli Regínam, Sanctam Maríam Dei Genitrícem, te signum pétere ad mihi credéndum atque ut templum ibi éxstruas ubi ipsa Virgo desíderat. Dixi ergo illi me signum áliquod eius voluntátis ad te afférre promisísse. Audívit ergo quæ tu expéteres: benígne tulit te signum pétere ad impléndam voluntátem eius atque hódie, valde mane, me rursus ad te veníre præcépit».
Occúrrit ergo univérsa cívitas: venerábilem imáginem vidébant, mirabántur, ut opus divínum eam mirábant, deprecabántur. Et die ella dixit avúnculus Ioánnis Dídaci necnon quæ sit Vírginis advocátioet quod eius imágo nuncupétur Sanctæ Maríæ semper Vírginis de Guadalúpe.


Responsorium   Cf. Ap 12, 1

Signum magnum appáruit in cælo: múlier amícta sole, et luna sub pédibus eius;
Et in cápite eius coróna stellárum duódecim.
Gaudent ángeli, exsúltent archángeli in Vírgine María.
Et in cápite eius coróna stellárum duódecim.

Oratio
Deus, Pater misericordiárum, qui sub sanctíssimæ Matris Fílii tui singulári patrocínio plebem tuam constituísti, tríbue cunctis, qui beátam Vírginem Guadalupénsem ínvocant, ut, alacrióri fide, populórum progressiónem in viis iustítiæ quæreant et pacis. Per Dóminum.