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mercoledì 23 gennaio 2013

«Lo spirito del Signore è sopra di Me...». San Luca, 4, 14-21. IIIa Domenica Tempo Ordinario anno C,



... Dopo la lettura, il rabbino volge lo sguardo sulla folla in muta domanda. Gesù si fa avanti e chiede di tenere
Lui l'adunanza, oggi. Odo la sua bella voce leggere il passo di Isaia citato dal Vangelo:

«Lo spirito del Signore è sopra di Me...». E odo il commento che Egli ne fa, dicendosi «il portatore della Buona Novella, della legge d'amore che sostituisce il rigore di prima con la misericordia, per cui tutti coloro che la colpa d'Adamo fa malati nello spirito, e nella carne per riflesso, perché il peccato sempre suscita vizio, e il vizio malattia anche fisica, otterranno la salute. Per cui tutti coloro che sono prigionieri dello Spirito del male avranno liberazione. Io sono venuto a rompere queste catene, a riaprire la via dei Cieli, a dar luce alle anime accecate e udito alle anime sorde.

E’ venuto il tempo della Grazia del Signore. Ella è fra voi, Ella è questa che vi parla. I Patriarchi hanno desiderato vedere questo giorno, di cui la voce dell'Altissimo ha proclamato l'esistenza ed i Profeti hanno predetto il tempo. 
E già, portata a loro da ministero soprannaturale, conoscono che l'alba di questo giorno s'è levata, e il loro ingresso nel Paradiso è ormai vicino e ne esultano coi loro spiriti, santi ai quali non manca che la mia benedizione per esser cittadini dei Cieli. Voi lo vedete. Venite alla Luce che è sorta. Spogliatevi delle vostre passioni per esser agili a seguire il Cristo. Abbiate la buona volontà di credere, di migliorare, di volere la salute, e la salute vi sarà data. Essa è in mia mano. Ma non la do che a chi ha buona volontà di averla. Perché sarebbe offesa alla Grazia darla a chi vuol continuare a servire Mammona».

Il mormorio si leva per la sinagoga. Gesù gira lo sguardo. Legge sui volti e nei cuori e prosegue:
«Comprendo il vostro pensiero. Voi, poiché sono di Nazareth, vorreste un favore di privilegio. Ma questo per
il vostro egoismo, non per potenza di fede. Onde Io vi dico che in verità nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Altri paesi mi hanno accolto e mi accoglieranno con maggior fede, anche quelli il cui nome è scandalo fra di voi. Là Io mieterò i miei seguaci, mentre in questa terra nulla potrò fare, perché m'è chiusa e ostile. 

Ma vi ricordo di Elia e d'Eliseo. Il primo trovò fede in una donna fenicia e il secondo in un siro. E a quella e a questo poterono operare il miracolo.
I morenti di fame d'Israele ed i lebbrosi d'Israele non ebbero pane e mondezza, perché il loro cuore non aveva la buona volontà come perla fine che il Profeta vedeva. Questo succederà a voi pure, che siete ostili e
increduli alla Parola di Dio».
La folla tumultua e impreca e tenta mettere le m

Domine Iesu,
Oderim me et amem te.